La stagione scaligera di balletto si è inaugurata con la magia di una fiaba senza tempo, la Cenerentola di Prokof’ev, per l’occasione ribattezzata Cinderella. Etoiles di questa produzione sono l’acclamatissimo Roberto Bolle e Polina Semionova, prima ballerina della Staatsoper di Berlino. Il fautore della nuova produzione del Teatro alla Scala è Mauro Bigonzetti, affermato coreografo italiano impegnato per lo più all’estero, ma con un importante passato in Aterballetto, la più importante compagnia di balletto contemporaneo in Italia.
Cenerentola venne scritta da Prokof’ev durante la Seconda Guerra Mondiale, all’apice della sua carriera da musicista del regime. La storia racconta che Cenerentola sia nata in seguito ad un confronto tra l’artista e l’étoile Galina Ulanova, interprete di successo nel 1940 del suo Romeo e Giulietta. Il compositore avrebbe chiesto alla ballerina che ruolo le avrebbe fatto piacere interpretare. Lei avrebbe risposto “La fanciulla della nevi”, una classica storia della tradizione fiabesca russa, ma Prokof’ev avrebbe rifiutato non ritenendosi all’altezza di Rimskij-Korsakov che già aveva composto un’opera sul tema. Prokof’ev avrebbe allora proposto alla Ulanova di interpretare Cenerentola. Vera o no questa storia, Cenerentola vedrà la luce al Bolshoj di Mosca nel 1945 e varrà al compositore russo il conferimento del Premio Stalin di prima classe nel 1946.
La Cenerentola prokofieviana è fascinosa, decadente e coinvolgente. Come detto anche dallo stesso Bigonzetti nell’intervista rilasciata al Teatro alla Scala in occasione dell’Anteprima, la partitura è estremamente espressiva e parla fortemente allo spettatore, raccontando già da sé la storia della sventurata Cenerentola. Tanti i temi ricorrenti che aiutano lo spettatore a seguire il filo del racconto e a dar forma ai personaggi e alle loro psicologie. Se Cenerentola emoziona con i suoi valzer e le sue gavotte, questa Cenerentola scaligera soprattutto diverte grazie alla nuova coreografia pensata da Mauro Bigonzetti. I precedenti lavori del coreografo romano facevano presupporre una Cinderella contemporanea e fuori dagli schemi, ma nella realtà Bigonzetti crea una coreografia vicino alla tradizione che però non manca di strizzare l’occhio alla contemporaneità. La storia di questa Cenerentola non si discosta molto dalla storia che tutti conosciamo, con alcune eccezioni. Cenerentola in questa versione infatti non è orfana, ma il padre è totalmente succube della moglie, tanto che la povera Cenerentola è quindi costretta dal volere paterno ad assoggettarsi a propria volta alla cattiva matrigna e alle sorellastre senza cuore. L’altro elemento diverso rispetto alla fiaba tradizionale è la mancanza della scarpetta. In questa versione pensata da Bigonzetti, Cenerentola perde infatti il vestito che rimane nelle mani del principe sconsolato a fine secondo atto, quando suonata la mezzanotte Cenerentola deve scappare prima che l’incantesimo svanisca del tutto.
L’allestimento è composto da una scatola nera sulle cui pareti vengono proiettate immagini di luoghi in un tempo non ben definito. La scena è intenzionalmente vuota, perché l’interesse di Bigonzetti è tutto puntato sulla drammaticità e sull’espressività dei corpi e dei movimenti, tanto che nessun oggetto è necessario a portare avanti l’azione drammaturgica. Alcuni momenti stupiscono e affascinano lo spettatore: dall’apparizione della fatina da dentro il camino sotto le mentite spoglie di una vecchia in cerca di carità al momento dello scoccare della mezzanotte reso magistralmente dalla musica di Prokof’ev che permette di sentire allo spettatore i rintocchi dell’orologio e dall’idea coreografica di Bigonzetti che realizza l’orologio attraverso una ballerina che mima il movimento delle lancette. Il tutto è supportato dai giochi di proiezioni che aiutano a creare i diversi interni e le diverse situazioni. Molto suggestive le proiezioni durante la scena dei momenti solisti dedicati alle quattro stagioni. Protagonisti della proiezione sono degli alberi che di volta in volta cambiano colore col passare delle stagioni.
I personaggi che più colpiscono all’interno della rappresentazione sono sicuramente la matrigna (Stefania Ballone) e le due sorellastre Arabella e Araminta (rispettivamente Antonella Albano e Virna Toppi). Entrano in scena unite da un unico vestito, una fusione di grottesco puro che scaturisce dai movimenti, dalla mimica e in primis dalla musica che le caratterizza. Caricaturali e volutamente eccessive, le tre catturano l’attenzione del pubblico e lo divertono meritandosi alla fine consensi e applausi scroscianti. Consensi altrettatanto positivi sono stati tributati a Polina Semionova e a Roberto Bolle, vera e propria star della Scala. A loro spettano i momenti più classici del balletto, culminanti nel pas de deux alla fine del secondo atto e il pas de deux finale.
Se già abbiamo detto che la coreografia è stata realizzata da Mauro Bigonzetti appositamente per i ballerini del Teatro alla Scala, non possiamo non ricordare gli altri fautori di questo allestimento: Maurizio Millenotti firma i costumi, mentre Carlo Cerri (insieme a Alessandro Grisendi e Marco Coviello) le luci, il disegno scenografico e il design video. L’allestimento nel complesso tanto ci ha ricordato i lavori di Bob Wilson. Basti ricordare l’ultima produzione scaligera del regista americano, L’incoronazione di Poppea di Monteverdi in cui i tagli di luci, la mimica esagerata e l’eccessivo trucco bianco sui visi dei protagonisti tanto ricordano elementi di questo allestimento di Cinderella.
Sul podio dell’orchestra del Teatro alla Scala, Michael Jurowski, specializzato nel repertorio russo che ha saputo ben tenere testa alla partitura di Prokof’ev.
Un’anteprima della stagione di balletto 2015-16 che ci ha divertito ed emozionato e che bene fa presupporre per le produzioni a venire.
Sergej Prokof’ev
Cinderella
Coreografia Mauro Bigonzetti
Direttore Michael Jurowski
Scene e luci Carlo Cerri
Costumi Maurizio Millenotti
Video Designer Carlo Cerri, Alessandro Grisendi e Marco Noviello
Etoile Roberto Bolle
Artisti ospiti Polina Semionova
Corpo di ballo e orchestra del Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala
In scena fino al 15 gennaio 2016
ph Brescia e Amisano
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