Il Trionfo di Händel alla Scala

Il Teatro alla Scala si fa barocco: arriva per la prima volta al Piermarini l’oratorio Il Trionfo del Tempo e del Disinganno di Georg Friedrich Händel e noi abbiamo potuto assistere ad una delle prove per raccontarvi come sarà.

Dalla stagione 2015-16 il Teatro alla Scala si apre al repertorio preclassico e classico, decidendo di mettere in scena ogni stagione un’opera di questo periodo e di eseguirla con strumenti d’epoca, andando quindi a formare un ensemble barocco in seno all’orchestra scaligera diretto di volta in volta da uno specialista del repertorio. La direzione dell’oratorio handeliano proposto per questa stagione è stata affidata a Diego Fasolis, direttore de I Barocchisti, celebre compagine svizzera specializzata nel repertorio antico e barocco.

L’oratorio Il Trionfo del Tempo e del Disinganno risale al periodo romano del ventenne Händel. Nel 1707 si trovava a Roma dove era riuscito a ben inserirsi nell’ambiente culturale dell’epoca, dominato dal mecenatismo di alcuni potenti cardinali come Carlo Colonna, Benedetto Pamphilj e Pietro Ottoboni. Fu proprio Benedetto Pamphilj a scrivere il libretto dell’oratorio che andrà in scena al Teatro alla Scala. Gli oratori erano frequenti nella Roma di quell’epoca, dove era stata bandita l’opera pubblica impresariale perché considerata purtroppo troppo sconveniente. Il Trionfo del Tempo e del Disinganno ruota intorno alla disputa tra quattro allegorie: Bellezza, Piacere, Tempo e Disinganno. Bellezza viene tentata da Piacere che le promette eterna beltà ed eterni piaceri. Tempo e Disinganno si opporranno a Piacere per portare Bellezza verso la verità che solo si può trovare nella fede religiosa. Come si deduce dal titolo, trionferanno Tempo e Disinganno.

Le premesse per la messinscena di questo oratorio potremmo dire essere difficoltose. Il testo e la storia sono poco digeribili, quindi forse per questo motivo si è deciso di optare per una versione scenica dell’oratorio. La parte registica è affidata a Jürgen Flimm e Gudrun Hartmann che portano alla Scala un allestimento già visto a Berlino e a Zurigo. L’azione dei quattro personaggi è ambientata in un elegante locale dove i quattro si ritrovano per bere e conversare… sull’eternità del piacere e sulla caducità della vita. L’ambientazione è estremamente raffinata e inserita all’interno di un’imponente scenografia. A fare da contorno alle quattro allegorie è presente una serie di avventori del locale di natura non ben identificata i cui movimenti o intenzioni non trovano appiglio apparentemente con il testo dell’oratorio. Ci troviamo quindi davanti ad un allestimento criptico, ma proprio per questo motivo molto affascinante perché aggiunge nuovi livelli di significato al già pregno oratorio. Molto suggestivo il finale con Bellezza che si spoglia degli abiti terreni per diventare suora e accogliere la verità della fede religiosa. I movimenti dei personaggi e dei figuranti sono molto limitati, quasi come a non voler togliere troppo spazio alla magia della musica, in cui si intravede l’Händel operistico che verrà successivamente. Ricordiamo infatti che è presente nell’opera la celeberrima aria Lascia la spina che poi diventerà Lascia ch’io pianga nella successiva opera Rinaldo. Come abbiamo già detto, la parte musicale è affidata ad uno specialista del repertorio barocco, Diego Fasolis, che guida con piglio sicuro la partitura handeliana e i quattro solisti, anch’essi specialisti dell’opera barocca: Lucia Cirillo (Piacere), Martina Janková (Bellezza), Sara Mingardo (Disinganno) e Leonardo Cortellazzi (Tempo).

Appuntamento alla Scala in un viaggio alla riscoperta del barocco che comincia con questa stagione e che speriamo porti al Piermarini il meglio della produzioni di quel tempo.


Stagione d’Opera e Balletto 2015/2016

Il Trionfo del Tempo e del Disinganno
Oratorio in due parti
di Georg Friedrich Händel
Libretto di Benedetto Pamphilj

Produzione Opernhaus di Zurigo e Staatsoper di Berlino
In collaborazione con RSI- Radio della Svizzera Italiana

Piacere Lucia Cirillo
Bellezza Martina Janková
Disinganno Sara Mingardo
Tempo Leonardo Cortellazzi

Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore Diego Fasolis

Regia Jurgen Flimm e Gudrun Hartmann
Scene Erich Wonder
Costumi Florence Von German
Coreografia Catharina Luehr

28, 30 gennaio – 3,5,7,10,12 e 13 febbraio 2016

teatroallascala.org

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