La Fondation Louis Vuitton di Parigi ad un anno e mezzo dalla sua inaugurazione ospita il travail in situ di Daniel Buren dal titolo The Observatory of Light.
Nell’ottobre 2014 ha aperto al pubblico la sede della Fondation Louis Vuitton, progettata da Frank Gehry, all’interno del Bois de Boulogne (al progetto di Gehry è dedicata una mostra presso lo spazio della FLV di Venezia, realizzata in occasione della Biennale d’Architettura, con un intervento artistico di Buren).
Il progetto è nato nel 2006 dalla volontà di Bernard Arnault (patron di Louis Vuitton) di dare vita ad un centro per “la creazione e l’arte contemporanea”, gli enormi e splendidi spazi della fondazione non ospitano infatti una collezione permanente ma bensì mostre temporanee con opere provenienti dalla collezione della Fondazione e lavori realizzati su commissione della stessa dai maggiori artisti contemporanei; ed è proprio quest’ultimo il caso dell’installazione di Buren.
L’intervento di Buren, inaugurato lo scorso 11 maggio, è in linea con molti dei suoi ultimi lavori (ricordiamo quello alla Triennale di Milano, divenuto poi permanente, del 2013 in occasione della mostra dedicata ai 40 anni di attività di Massimo Minini; quello al MAMCS di Strasburgo del 2014 in occasione della mostra: Comme un jeu d’enfant e l’intervento del 2015 alla Kunsthalle di Recklinghausen) nasce in strettissimo rapporto con la delicatissima architettura ideata da Gehry che ritroviamo completamente trasfigurata dopo l’intervento dell’artista francese.
Attraverso l’apposizione di pellicole in PVC di ben 13 colori diversi (e anche a righe bianche, inconfondibile firma di Buren) a intervalli regolari sui 3600 pannelli vitrei (che si estendono per una superficie totale di più di 13.500 mq) che compongono le 12 vele della struttura di copertura della Fondation, Buren crea una relazione del tutto unica e irripetibile con la già di per sé spettacolare architettura di Gehry; lasciando senza parole il visitatore che si viene a trovare al cospetto dei magnifici effetti di luce e colore.
Esternamente o internamente, al piano terra o lungo le terrazze che si aprono nelle parti più alte dell’edificio (e che propongono una bella e inedita vista sulla città di Parigi), ci si ritrova immersi in un caleidoscopico gioco di luci e colori, contrasti e riflessi sempre diversi a seconda del condizioni climatiche e dell’ora del giorno in cui si effettua la visita.
La trasparenza e la qualità di un colore proiettato grazie ad un filtro colorato è, ai miei occhi, molto più viva che un colore dipinto che ricopre una superficie.
Daniel Buren
In contemporanea gli spazi della Fondation ospitano una selezione di opere di artisti contemporanei cinesi, tra le quali spiccano le opere di Ai Weiwei e Huang Yong Ping (impegnato anche in Monumenta 2016) provenienti dalla collezione della FLV.
L’intervento di Buren è accompagnato da due pubblicazioni edite dalla stessa FLV, inoltre il terzo numero de Fondation Louis Vuitton Le Journal è stato realizzato in collaborazione con Buren che ha ideato una serie di inserti con pellicole plastiche colorate creando così un numero d’autore da collezionare.
Se siete a Parigi, non lasciatevi sfuggire l’occasione di vivere questa esperienza multicolore
Daniel Buren
The Observatory
of Light
Fondation
Louis Vuitton
Paris
dal 11 maggio 2016
http://www.fondationlouisvuitton.fr
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