Agosto è tempo di festival musicali in giro per tutta Europa. Ovunque si celebra la musica in eventi di vario tipo, dai concerti ai recital, passando per importanti produzioni operistiche. Uno degli appuntamenti estivi più importanti e attesi della stagione musicale è quello con il Salzburger Festspiele, probabilmente il festival musical-operistico estivo più importante d’Europa. Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di assistere a due delle produzioni che il Festival ha riproposto in occasione del 260° anniversario dalla nascita di Wolfgang Amadeus Mozart (per l’occasione a Salisburgo è stata messa in scena l’intera trilogia dapontiana diretta dal regista tedesco Sven-Eric Bechtolf, anche direttore artistico del Festival di Salisburgo dal 2014 al 2016, proprio oggi il regista tedesco ha rassegnato le sue dimissione dal ruolo).
In due giornate successive abbiamo potuto assistere a Don Giovanni (una produzione del 2014) e a Le Nozze di Figaro (produzione del Festival di Salisburgo del 2015): due spettacoli diversi tra loro, ma che ci hanno convinto ed entusiasmato per svariati motivi. Prima di tutto, è l’emozione di sentire Mozart a casa di Mozart, in una cittadina dove tutto gira intorno al suo più illustre concittadino e poi è l’emozione di sentire Mozart suonato dai Wiener Philharmoniker. Per noi che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare i Wiener Philharmoniker solamente durante le loro tournée italiane, impegnati nel repertorio mahleriano e bruckneriano, sentirli suonare Mozart è stato sicuramente uno dei punti di forza del nostro soggiorno salisburghese. L’orchestra viennese stupisce per la leggerezza degli archi e per la precisione nelle esecuzioni, nonché nella cura ad amalgamarsi perfettamente con ciò che succede sul palcoscenico, creando un formidabile impasto sonoro di altissimo livello che non poteva che lasciarci stupiti e forse anche stupefatti. Merito va anche ai due direttori sul podio. Alain Antinoglu faceva il suo debutto a Salisburgo nel Don Giovanni, mettendo in risalto la partitura mozartiana in modo brillante e ritmato (un esempio su tutti, uno scoppiettante Fin c’han dal vino), mentre Le Nozze di Figaro erano dirette da Dan Ettinger, che già le aveva dirette anche lo scorso anno. Il direttore israeliano ha saputo ben dosare i momenti lirici della partitura con quelli più frizzanti e leggeri, accompagnando anche al cembalo gli importanti recitativi. L’ottima resa musicale delle due partiture è stata possibile anche grazie all’alto livello dei due cast impegnati. Don Giovanni vedeva come protagonisti Ildebrando D’Arcangelo e Luca Pisaroni (rispettivamente Don Giovanni e Leporello), ad oggi probabilmente i migliori interpreti sulla scena per i due ruoli in cui erano impegnati. I due sono sembrati in gran forma vocale e hanno saputo ben caratterizzare le personalità così differenti dei due personaggi, con risultati davvero buffi nel momento dello scambio di ruolo tra i due. Carmela Remigio è stata una buona Donna Anna, molto convincente nella coloratura di Non mi dir e Or sai chi l’onore. Molto applaudite anche la Donna Elvira del soprano canadese Layla Claire e la magnifica Zerlina di Valentina Naforniță. Completavano il cast il Don Ottavio del tenore italiano Paolo Fanale, il Masetto di Iurii Samoilov e il Commendatore di Alain Coulombe che hanno contribuito con la loro prestazione a creare un ottimo Don Giovanni.
Per la ripresa de Le Nozze di Figaro sono tornati in scena gran parte degli interpreti dello scorso anno: un ottimo cast vocale che ha divertito ed emozionato tutto il pubblico di bambini e adulti che affollava la Haus für Mozart, capitanato dal Conte Almaviva di Luca Pisaroni e dalla Susanna di Anna Prohaska, caratterizzata da una linea di canto pulita e da una presenza scenica davvero esuberante e divertente. Le faceva da contraltare la Contessa di Anett Fritsch, elegante ed emozionante, soprattutto nell’aria del terzo atto Dove sono. Figaro era Adam Plachetka, basso-baritono ceco che bene ha reso vocalmente e scenicamente il ruolo del servo del Conte Almaviva. Da ricordare la sua aria Aprite un po’ quegli occhi. Completavano il cast l’ottimo Cherubino di Margarita Gritskova e una serie di comprimari di alto livello: la Marcellina di Ann Murray, il Bartolo di Carlos Chausson e il Basilio di Paul Schweinester.
Come già detto il precedenza, Don Giovanni e Le Nozze di Figaro salisburghesi nascono dalla mente di Sven-Eric Bechtolf. Non c’è continuità tra le due regie, anzi, non potrebbero per certi versi essere più diverse. La prima è ambientata in un periodo non ben identificato, ma che presumibilmente si avvicina all’epoca tra le due guerre mondiali. La vicenda di Don Giovanni è ambientata in un hotel occupato da militari, tra cui vediamo anche il Commendatore e Don Ottavio. Tutti i personaggi sono quindi ospiti di questo albergo dove Don Giovanni, sempre seguito e sostenuto dal fedele servo Leporello, riesce ad amoreggiare con numerose ospiti, ma anche con Zerlina, cameriera dell’hotel, promessa sposa ad un altro dipendente della struttura, Masetto. Ben si presta il gioco drammaturgico creato da Bechtholf alla classica trama del Don Giovanni mozartiano, il cui protagonista alla fine non viene punito come la conclusione vorrebbe. Imperterrito, Don Giovanni scampa alle fiamme dell’inferno e torna a correre dietro alle gonnelle delle servette dell’hotel. Buona è la caratterizzazione dei diversi personaggi proposti in questa versione che vede Don Giovanni e Leporello particolarmente complici tra di loro. Ben realizzate anche le scenografie che disegnano l’interno di un elegante hall di un albergo tutto giocato sui toni bruni e bordeaux. Rispetto alla versione andata in scena nel 2014, sono state eliminate alcune scene (come la scena iniziale svolta durante l’ouverture, alcune mosse comiche di Leporello e la squadra di diavoletti che compariva alla fine del primo e del secondo atto).
Tra le due regie spicca però sicuramente quella de Le Nozze di Figaro, ambientata in un interno nobile nell’Inghilterra della seconda decade del XX secolo. Il riferimento è chiaramente alla serie tv inglese Downton Abbey (la cui sigla di apertura è ricordata anche al cembalo dal maestro Ettinger all’inizio di un recitativo con notevole apprezzamento del pubblico in sala), perché la vicenda originale dell’opera mozartiana molto si avvicina all’intrigo tra nobili e servitori che caratterizza anche la trama della serie televisiva famosa in tutto il mondo. Il palcoscenico si presenta come una casa di bambole, con le diverse stanze della casa in bella vista, una accanto all’altra e una sopra all’altra, in modo da poter vedere quello che succede contemporaneamente nelle diverse parti della dimora. L’ambientazione e la rappresentazione scenografica aiutano a creare effetti esilaranti aggiunti ad una vicenda già di per sé molto divertente. La regia di Bechtolf diverte ed emoziona grazie anche ai sapienti giochi di luci creati da Friedrich Rom. Da segnalare sul palcoscenico anche la presenza di una guest star d’eccezione, il piccolo cane Tristan di Luca Pisaroni che interpreta al meglio il cane del Conte Almaviva, rubando la scena a tutti quelli che sono ritrovati sul palcoscenico in quel momento.
Due serate di grande musica e di grande Mozart, all’interno dell’atmosfera unica del Festival di Salisburgo, un appuntamento a cui ogni appassionato di opera e di musica classica dovrebbe aver la possibilità di partecipare.
Don Giovanni
Dramma giocoso in due atti
Musica
Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto
Lorenzo Da Ponte
Direttore
Alain Altinoglu
Maestro del coro
Walter Zeh
Regia
Sven-Eric Bechtolf
Costumi
Marianne Glittenberg
Don Giovanni: Ildebrando D’Arcangelo
Il Commendatore: Alain Coulombe
Donna Anna: Carmela Remigio
Don Ottavio: Paolo Fanale
Donna Elvira: Layla Claire
Leporello: Luca Pisaroni
Zerlina Valentina Naforita
Masetto: Iurii Samoilov
Coro: Philharmonica Chor Wien
Orchestra: Wiener Philharmoniker
Le Nozze di Figaro
Opera buffa in 4 atti
Musica
Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto
Lorenzo Da Ponte
Direttore
Dan Ettinger
Maestro del coro
Ernst Raffelsberger
Regia
Sven-Eric Bechtolf
Costumi
Mark Bouman
Il Conte Almaviva: Luca Pisaroni
La Contessa Almaviva: Anett Fritsch
Susanna: Anna Prohaska
Figaro: Adam Plachetka
Cherubino: Margarita Gritskova
Marcellina: Ann Murray
Bartolo: Carlos Chausson
Basilio: Paul Schweinester
Don Curzio: Franz Supper
Barbarina: Christina Gansch
Antonio: Erik Anstine
Contadinelle: Martina Reder – Cornelia Sonnleithner
Coro: Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor
Orchestra: Wiener Philharmoniker
ph. © Luigi Caputo