Un ballo in maschera per la nuova stagione di Piacenza

Inaugurazione verdiana per il Teatro Municipale di Piacenza che ancora una volta si affida all’esperienza di Leo Nucci per portare avanti il progetto formativo di Opera Laboratorio. Per il quarto anno consecutivo giovani cantanti hanno avuto la possibilità di lavorare vicino a Leo Nucci e di essere diretti da lui nell’opera inaugurale. La scelta è ricaduta questa stagione sul verdiano Un ballo in maschera, che mancava a Piacenza da circa tredici anni quando era stato presentato nella asettica produzione di Denis Krief diretta da Daniele Gatti. Totalmente differente è l’allestimento e la regia pensata da Leo Nucci, didascalica nel ricreare l’ambientazione voluta da Verdi e dal librettista Antonio Somma: l’America e la Boston dell’epoca della rivoluzione americana. Leo Nucci esplicitamente racconta di essere andato alla ricerca delle intenzioni del compositore, indagando quello che Verdi avrebbe veramente voluto. Ne risulta uno spettacolo molto tradizionale, con un impianto semplice che raggiunge i suoi momenti più convincenti nel secondo atto, ambientato in un fumoso antro della maga Ulrica, e nella scena del ballo dell’ultimo atto, molto elegante ed apprezzato dal pubblico. Belli i costumi di Artemio Cabassi e le luci di Claudio Schmid. Riuscite, ma non sempre ottimali, le scene di Carlo Centolavigna.

Un ballo in maschera precede nella produzione verdiana La Forza del Destino e Don Carlo, due delle opere più apprezzate della maturità del compositore di Busseto. Si tratta di un’opera evidentemente nata sotto cattiva stella, per i numerosi rifacimenti del libretto e quindi alla drammaturgia imposti dalla censura romana. Il ballo rimane probabilmente a nostro parere una delle opere più eleganti di Verdi, immersa in un Settecento che poco ha a che vedere con l’America dell’ambientazione. E’ nei momenti di maggiore pathos che si lascia intravedere da vicino il Verdi che sarà nelle opere successive, momenti che però purtroppo non sono stati sottolineati dalla direzione di questa produzione.

Il cast delle due recite era composto da cantanti già affermati, giovani promesse già lanciate verso il futuro nel mondo dell’opera e i giovanissimi protagonisti del progetto Opera Laboratorio 2016 di Leo Nucci. A dirigere l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, come anche per le precedenti edizioni di Opera Laboratorio, è stato il Maestro Donato Renzetti che a dispetto di altre occasioni ha offerto una versione discontinua dell’ elegante partitura verdiana. L’Orchestra Cherubini è apparsa disomogenea nell’esecuzione e troppo fragorosa, così come anche i tempi tenuti da Renzetti sono risultati discontinui, non riuscendo a mettere in luce gli aspetti più introspettivi e lirici dell’opera. Il giovanissimo tenore Vincenzo Costanzo ha interpretato in modo convincente Riccardo: il colore della voce è bello e forse una direzione meno “rumorosa” avrebbe potuto mettere meglio in risalto le sue capacità vocali, che, se coltivate, siamo sicuri lo porteranno a continuare la fulgida carriera che ha intrapreso in questi ultimi anni. Ancora da maturare il personaggio Riccardo, complesso e sfaccettato, ma per quello il tenore napoletano ne ha tutto il tempo. A fargli da partner c’era Susanna Branchini, sentita al Municipale nel primo cast del Macbeth della stagione 2015-16 che ha cantato la parte di Amelia riuscendo a venire a capo a molte delle difficoltà del ruolo, enfatizzando e puntando forse troppo sul registro acuto e tendendo a sforzarlo un po’ troppo nel corso della recita. Il terzo “incomodo” era Mansoo Kim che interpretava Renato. Il baritono coreano è ormai un veterano del palcoscenico piacentino su cui ha interpretato in questi ultimi anni Luisa Miller, I vespri siciliani e Madama Butterfly. Mansoo Kim ha voce morbida e vellutata che ben si adatta ai ruoli da baritono verdiano e la sua prova è risultata positiva ed apprezzata dal pubblico, ricevendo vere e proprie ovazioni dopo la famosissima Eri tu. Completavano il quintetto dei protagonisti l’Oscar di Natalia Labourdette, dalla voce frizzante e cristallina, brava anche nell’interpretazione del paggio fedele al suo signore; e la Ulrica di Ekaterina Chekmareva, un po’ in difficoltà nei bassi che la profonda parte prevede. Buoni i comprimari (Giovanni Tiralongo, Mariano Buccino, Cristian Saitta e Raffaele Feo) e ottimo il Coro del Teatro Municipale impegnato in numerosi momenti dell’opera.

Positivo il riscontro del pubblico che ha tributato un grande successo a tutti i protagonisti, con punte di vero entusiasmo per Leo Nucci alla sua chiamata in palcoscenico come regista dello spettacolo. L’appuntamento con la stagione lirica del Municipale è tra circa un mese con La Bohème di Puccini in arrivo dal Ravenna Festival nella produzione di Cristina Mazzavillani Muti.


Un Ballo in Maschera

Teatro Municipale di Piacenza
7 – 9 ottobre 2016

musiche di Giuseppe Verdi
libretto di Antonio Somma

Riccardo Vincenzo Costanzo
Renato Mansoo Kim
Amelia Susanna Branchini
Ulrica Ekaterina Chekmareva
Oscar Natalia Labourdette
Silvano Giovanni Tiralongo
Samuel Mariano Buccino
Tom Cristian Saitta
Un giudice/Un servo di Amelia Raffaele Feo

direttore Donato Renzetti
maestro del coro Corrado Casati
regia Leo Nucci
regista collaboratore Salvo Piro

scene Carlo Centolavigna
costumi Artemio Cabassi
luci Claudio Schmid

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza

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