Il Piccolo Teatro di Milano compie 70 anni e sceglie di affidare l’inaugurazione della sua settantesima stagione a Toni Servillo, interprete di due importanti produzioni del Piccolo degli ultimi anni (la Trilogia della Villeggiatura di Goldoni e Le voci di dentro di Eduardo De Filippo) e attore affermato internazionalmente dopo l’interpretazione nel film premio Oscar La grande bellezza. Il testo scelto da Servillo per l’occasione è più emblematico che mai. Si tratta di Elvira (ovvero Elvire Jouvet 40), testo metateatrale di Brigitte Jacques tratto dalle lezioni di Louis Jouvet tenute presso il Conservatoire National d’Art Dramatique di Parigi tra il novembre 1939 e il dicembre 1940, stenografate da Charlotte Delbo. Giorgio Strehler scelse lo stesso testo nella quarantesima stagione del Piccolo Teatro per inaugurare il Teatro Studio. Uno spettacolo fatto di sette piccole scene avvenute tra il febbraio e il settembre 1940 in concomitanza con l’avanzata dell’occupazione nazista in Francia dove Louis Jouvet spiega alla giovane attrice Claudia come interpretare una scena di Donna Elvira tratta dal Don Giovanni di Molière: si tratta della scena in cui Donna Elvira, liberatasi della sete di vendetta e del furore nei confronti di Don Giovanni, cerca di salvarlo dalla dannazione eterna. Poche parole pronunciate da una donna che ha amato profondamente e passionalmente Don Giovanni, importantissime per il ruolo tutto in crescendo di Don Elvira nella drammaturgia della pièce di Molière. E’ su queste parole che Jouvet e l’allieva Claudia si soffermano nelle sette scene che compongono Elvire Jouvet 40. Comincia così un lavoro sul testo, sull’interpretazione di quelle parole, sulla capacità dell’attore di lasciarsi andare al sentimento e alla passione. “A ogni parola che dici, bisogna che tu senta quello che dici, che tu senta che cosa questo rappresenta. A ognuna delle parole che dici bisogna che il sentimento cresca in te, che tu sia bagnata da ciò che la parola esprime” dice ad un certo punto Jouvet all’allieva. Da queste scene esce così un teatro sentito e appassionato, scavato e intenso, fatto soprattutto di sentimenti e della necessità di abbandonarsi a quei sentimenti proprio per riflettere il vero senso del testo. Interpreti di questa emozionante produzione di Elvira sono stati lo stesso Toni Servillo nel doppio ruolo di regista e attore e la giovane attrice Petra Valentini. Una pièce recitata sul palcoscenico e sotto il palcoscenico, con gli attori che salgono e scendono in un gioco metateatrale. Bravo e calibrato Toni Servillo nel ruolo dell’insegnante e regista, capace di dar voce alla necessità di mettere passione nel duro lavoro dell’attore. Buona anche la prova di Petra Valentini che riesce a dar voce alle difficoltà interpretative dell’allieva. Toccante il finale delle “lezioni”: nel buio della sala si odono voci che parlano tedesco e poi una scritta che ci ricorda come la vera Claudia vinse il premio nella commedia e nella tragedia al Conservatoire di Parigi e che venne poi allontanata dalle scene in quanto ebrea. Lo spettacolo è ambientato in una scena vuota, una scatola nera in cui si muovono i due personaggi e due altri allievi impegnati nelle piccole parti di Octave/Don Giovanni (Francesco Marino) e Léon/Sganarello (Davide Cirri). Per com’è concepito il testo e lo spettacolo stesso forse sarebbe stato auspicabile la messa in scena al Teatro Studio per permettere a tutto il pubblico di sentirsi partecipi, come gli allievi, delle “lezioni” di Servillo/Jouvet. Nonostante ciò, Elvira è spettacolo da non perdere per scoprire e riscoprire la magia del teatro e come nasce quella magia.
Piccolo Teatro
11 ottobre – 18 dicembre 2016
Elvira
di Brigitte Jaques
da Moliére e la commedia classica di Louis Jouvet
regia Toni Servillo
costumi Ortensia De Francesco
luci Pasquale Mari
suono Daghi Rondanini
aiuto regia Costanza Boccardi
Louis Jouvet Toni Servillo
Claudia/Elvira Petra Valentini
Octave/Don Giovanni Francesco Marino
Léon/Sganarello Davide Cirri
ph. Fabio Esposito