La sete di potere, la meschinità, la paura, la slealtà, il soprannaturale. Questi sono gli elementi che definiscono uno dei testi più rappresentativi di William Shakespeare, ossia Macbeth. Tinte scure, creature arcane, menti offuscate, foreste che camminano … la storia di Macbeth e della sua perfida Lady affascina il pubblico di oggi come quello di ieri, avvolgendo lo spettatore nella sua spirale. Scene brevi, dove l’azione è serrata e concitata, per lasciar spazio però ai grandi monologhi che tutti conoscono. Al Piccolo Teatro è toccato a Franco Branciaroli portare in scena la tragedia scozzese del Bardo di Stratford upon Avon in una produzione del Centro Teatrale Bresciano e de Gli Incamminati che ha debuttato la scorsa primavera e che da questo autunno sarà in tournée per tutta Italia in concomitanza con le celebrazioni per i 400 anni dalla morte di Shakespeare. Per Branciaroli non era il primo Macbeth (lo era già stato nel 1994 diretto da Giancarlo Sepe), ma si trattava del primo che lo vedeva coinvolto come protagonista e regista. Tutte le diverse scene sono ambientate nello stesso spazio, nero e cupo, quasi soffocante. L’ausilio di pannelli e separé che si alzano, si abbassano e si spostano permettono una rapida, ma allo stesso tempo netta, transizione tra una scena e l’altra della tragedia. Lo spazio è scarno, non c’è musica e non ci sono rumori fuoriscena. Tutto questo lascia alla nostra mente il compito di immaginare ciò che viene raccontato, riuscendo forse a puntare l’attenzione totalmente sul testo. E’ solamente nell’intensa scena del sonnambulismo di Lady Macbeth che capiamo che le pareti sono in realtà grandi lavagne, dove la Lady scrive ogni notte frasi che descrivono i fantasmi che la tormentano e le annebbiano la mente. A parte la Lady, Branciaroli decide di far interpretare tutti i ruoli femminili da uomini, come accadeva nel teatro elisabettiano e di far recitare tutto ciò che ha a che fare con il soprannaturale (le due scene delle streghe, la scena del sonnambulismo…) nell’originale inglese, probabilmente con l’idea che tutto ciò è incomprensibile all’uomo. Protagonista assoluto è stato proprio Franco Branciaroli, impegnato a interpretare l’uomo pavido, alle prese con le sue paure, i suoi tormenti, ma allo stesso tempo assetato da una brama di potere alimentata da una moglie altrettanto spietata. Il Macbeth di Branciaroli non è un omuncolo nelle mani della moglie dominatrice, ma un uomo risoluto nella crudeltà, ma che deve vedersela con i fantasmi che le sue scelte. L’interpretazione di Branciaroli è sembrata un po’ fredda rispetto al caleidoscopio di sentimenti che attanagliano l’anima di Macbeth, forse più impegnato a soppesare le parole che a far trasparire le intime emozioni che questo personaggio porta con sè. La Lady era interpretata da Valentina Violo, giovane attrice che ha interpretato in modo intenso la consorte di Macbeth, con una prestazione in crescendo dall’inizio alla toccante scena del sonnambulismo. Completano il cast Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti e Alfonso Veneroso.
Alla fine della recita successo per tutti, con un pensiero rivolto al genio immortale di Shakespeare che non smette di emozionare.
Piccolo Teatro Strehler
dal 18 ottobre al 6 novembre 2016
Macbeth
di William Shakespeare
traduzione Agostino Lombardo
regia Franco Branciaroli
scene Margherita Palli
costumi Gianluca Sbicca
luci Gigi Saccomandi
con Franco Branciaroli e Valentina Violo
e con (in ordine alfabetico)
Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti,
Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso Veneroso
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano – Teatro de Gli Incamminati
ph. Umberto Favaretto
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