Una Bohème giovanile al Municipale di Piacenza

Il secondo appuntamento della stagione lirica piacentina ha visto in scena un’opera amatissima dal pubblico che non ha infatti mancato di riempire tutti gli ordini di posto del Teatro Municipale, ossia La Bohème di Giacomo Puccini, mancante da 14 anni e messa in scena in occasione del 120° anniversario della prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino. La produzione presentata a Piacenza proveniva dal Ravenna Festival 2015 ed è stata realizzata da Cristina Mazzavillani Muti  in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Vilnius e il Teatro Coccia di Novara in cui l’opera è già andata in scena. Come spesso succede negli spettacoli operistici ideati dalla Mazzavillani Muti lo spazio scenico viene anche in questo caso ricreato quasi totalmente da eleganti proiezioni video su pannelli mobili. Pochissimi oggetti e arredi di scena (due tavoli, qualche sedia, il carretto dei giocattoli di Parpignol nel secondo atto) e quindi focus completo sugli eventi e sulle atmosfere ricreate. Alcuni quadri sono risultati particolarmente efficaci, anche se nel complesso lo spettacolo è stato ben realizzato ed è riuscito bene a canalizzare le numerose emozioni che scaturiscono dalla partitura pucciniana. Come dicevamo, un paio di momenti si sono rivelati particolarmente emozionanti: la ricerca della chiave nel primo quadro dove Rodolfo e Mimì si vedono nella ricerca in controluce, con le loro silhouettes intenti a cercare la chiave sullo sfondo di una magnifica luce blu; altrettanto efficace tutto il terzo quadro con una continua proiezione di neve che scende e che si unisce a veri e propri fiocchi di neve che imbiancano ulteriormente il palcoscenico già coperto di neve. Il quarto quadro si rivela forse il meno riuscito. Dovrebbe essere ambientato in estate ed invece rimane la neve sul palcoscenico e quindi all’interno della stanza dei bohémiens, una neve con significato metaforico per la tragedia imminente. Il quarto però rimane il quadro sicuramente meno evocativo.  Un po’ anonimi i costumi di Alessandro Lai, in alcuni casi poco azzeccati rispetto alla situazione.

La parte musicale ha previsto un cast giovanissimo, così come giovanissima era anche l’orchestra in buca. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini si trova spesso a suonare nelle produzioni del Teatro Municipale e del Ravenna Festival diretta da Nicola Paszowski. Come già successo in occasione del Falstaff presentato a Piacenza due anni fa, la direzione del maestro è parsa troppo pesante, avara di emozione e ha staccato tempi troppo lenti, mettendo anche in difficoltà i cantanti sul palcoscenico. Ottimi i due cori coinvolti, sia il coro del Teatro Municipale diretto da Corrado Casati che quello di voce bianche diretto da Mario Pigazzini. Buoni tutti i numerosi comprimari: Ivan Merlo (Parpignol), Graziano Dallavalle (Alcindoro/Sergente dei doganieri) e Giorgio Trucco (Benoit). Molto applauditi e corretti i due bohémiens Schaunard (Daniel Giulianini) e Colline (Luca Dall’Amico). Veniamo ora al quartetto di protagonisti. Convincente il Marcello di Matias Tosi in possesso di una bella e scura voce baritonale, che ben si accoppiava con la voce cristallina, omogenea e ben calibrata di Damiana Mizzi (Musetta), corretta sia vocalmente che brava nel caratterizzare interpretativamente il personaggio. Rodolfo era interpretato da Alessandro Scotto di Luzio, in possesso di una voce dal bel colore tenorile. Sicuro nell’acuto, ha avuto invece alcune difficoltà nei passaggi intermedi che lo mettevano di frequente in difficoltà. Mimì era invece la ventiduenne Benedetta Torre, alle prese con un ruolo importante del repertorio di soprano lirico. Vocalmente e interpretativamente abbiamo trovato il giovanissimo soprano genovese dotata di una bella voce, dalle ottime potenzialità, ma ancora un pochino acerba e meno sicura in alcuni passaggi. Le premesse però sono ottime per una grande crescita.
Grandi applausi per tutti con entusiasmo dopo le arie principali, amatissime dal pubblico. Grande attesa ora per il prossimo titolo della stagione lirica che proporrà la rara La Wally di Alfredo Catalani con protagonista Anna Pirozzi.



Giacomo Puccini

La Bohème

Opera in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
da Scènes de la vie de bohème di Henri Murger

Mimì Benedetta Torre
Musetta Damiana Mizzi
Rodolfo Alessandro Scotto di Luzio
Marcello Matias Tosi
Schaunard Daniel Giulianini
Colline Luca Dall’Amico
Benoit Giorgio Trucco
Alcindoro / Sergente dei doganieri Graziano Dallavalle
Parpignol Ivan Merlo / Roberto Toscano (voce)

Nicola Paszkowski direttore
Cristina Mazzavillani Muti regia e ideazione scenica

Vincent Longuemare light designer
David Loom visual designer
Davide Broccoli video programmer
Alessandro Lai costumi

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del Coro Corrado Casati

Voci bianche del coro farnesiano di Piacenza
Maestro del coro Mario Pigazzini

Coproduzione Ravenna Festival – Teatro Aligheri di Ravenna
Lithuanian National Opera and Ballet Theatre di Vilnius, Fondazione Teatro Coccia di Novara, Fondazione Teatri di Piacenza

ph. Silvia Lelli

 

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