Al Teatro Regio di Torino mercoledì 15 febbraio con il debutto di Káťa Kabanová di Leoš Janáček va in scena la seconda tappa del Progetto Janáček – Carsen iniziato lo scorso anno con La piccola volpe astuta e che prevede la messa in scena al Teatro Regio delle principali opere di Janáček con la regia di Robert Carsen. Un progetto lungimirante quello del Regio che propone così al proprio pubblico la scoperta di un compositore poco conosciuto nei teatri italiani, ma che da anni viene ormai rappresentato costantemente nei teatri stranieri. Al Regio è andata in scena la sesta opera del compositore ceco, la cui storia è tratta dal dramma L’uragano di Aleksandr Ostrovskij. Káťa è una sorta di Emma Bovary slava, oppressa ed infelice, soffocata dalla società in cui si ritrova; cerca la felicità nelle braccia di Boris, senza però riuscire a sopportare il tradimento da lei compiuto davanti al ritorno del marito. Bella e tormentata, Káťa si ucciderà annegandosi nel Volga.
E’ proprio il fiume, il Volga, ad essere l’elemento principale dello spettacolo di Robert Carsen, un allestimento del 2004 pensato per la Vlaanderen Opera e portato in vari teatri, tra cui alla Scala nel 2006. La regia di Carsen è la vera e propria protagonista di questo spettacolo. Lo spazio scenico è riempito d’acqua, proprio per andare a ricreare il fiume così emblematico per la vicenda di Káťa e i personaggi della vicenda si muovono su diverse passerelle, sistemate e spostate da donne di bianco vestite, quasi simulacri di Káťa e della sua interiorità, simboli delle donne affogate per amore. Lo spettacolo così si svolge tra giochi d’acqua e di riflessi, quasi a riflettere l’animo tormentato della protagonista. L’insieme risulta estremamente poetico e delicato, grazie anche alle splendide luci curate dallo stesso Carsen insieme a Peter Van Praet che definiscono i momenti della vicenda. I colori utilizzati sono tutti freddi, così come freddo ci risulta in questo modo l’amore tra Káťa e Boris, destinato a non avere un futuro. Molto suggestivo l’ultimo dialogo tra i due amanti, collocati su due passerelle distanti, destinati a non potersi avvicinare mai più, impossibilitati ad amarsi. Uno spettacolo emozionante e poetico che ben si adatta all’intensità e al lirismo della musica di Janáček, aiutandolo a catalizzare ancora di più l’attenzione dello spettatore.
La direzione è affidata a Marco Angius, esperto conoscitore del repertorio novecentesco e contemporaneo, che riesce a proporre una vibrante e lirica esecuzione della partitura di Janáček, senza però dimenticare di sottolinearne le asprezze che la caratterizzano. Lo segue ottimamente l’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Il cast era ben calibrato sia nelle parti maschili che femminili, a partire da Andrea Dankova impegnata nel ruolo di Káťa. Il soprano slovacco offre un’ottima prova sia vocale che interpretativa; ha voce sinuosa e potente in tutti i registri e riesce appieno a piegarsi agli intenti interpretativi del complesso personaggio nello spettacolo di Carsen. Le fa da contraltare l’ottima Varvara di Lena Belkina dalla bella voce mezzosopranile, capace di ben ridare la giovinezza e la freschezza del personaggio, anche lei come la Dankova, sia dal punto di vista vocale che interpretativo. Il terzo ruolo femminile era affidato all’inglese Rebecca de Pont Davies che ha interpretato in modo rigido come ci aspetta dal personaggio Kabanicha, suocera di Káťa. La voce è forse poco espressiva, ma grazie ad un’interpretazione molto convincente il mezzosoprano inglese riesce a risolvere alla perfezione il ruolo. La componente maschile del cast era anch’essa di alto livello. Il tenore ceco Štefan Margita interpretava il marito di Káťa, Tichon. Margita è un tenore di grande esperienza nel repertorio di Janáček con all’attivo tutti i principali ruoli tenorili del compositore ceco e riesce egregiamente a interpretare il marito codardo sottomesso alla madre. L’amante di Káťa, Boris, era interpretato dal tenore ucraino Misha Didyk dotato di bellissimo timbro si è dimostrato perfettamente all’altezza del ruolo. Bene anche il Váňa Kudrjáš di Enrico Casari e il Savël Dikoj di Oliver Zwarg, così come tutte le parti di contorno: Lukáš Zeman, Lorena Scarlata e Sofia Koberidze. Ottima la prova del Coro del Teatro Regio diretto da Claudio Fenoglio.
Una bella scommessa vinta per il Teatro Regio di Torino che sta riscoprendo anche in Italia uno degli autori internazionali più significativi di inizio Novecento.
Teatro Regio di Torino
15 – 23 febbraio 2017
Káťa Kabanová
musica e libretto Leoš Janáček
dal dramma L’uragano di Aleksandr Ostrovskij
Káťa Kabanová Andrea Dankova
Tichon Ivanyč Kabanov Štefan Margita
Marfa Kabanová Rebecca de Pont Davies
Boris Grigorjevič Misha Didyk
Savël Dikoj Oliver Zwarg
Váňa Kudrjáš Enrico Casari
Varvara Lena Belkina
Kuligin Lukáš Zeman
Gláša Lorena Scarlata
Fekluša Sofia Koberidze
Orchestra e Coro del Teatro Regio
allestimento Opera Vlaanderen
direttore Marco Angius
maestro del coro Claudio Fenoglio
regia Robert Carsen
scene e costumi Patrick Kinmonth
luci Robert Carsen e Peter Van Praet
ph. Ramella&Giannese © Teatro Regio Torino