La Wally, Alfredo Catalani, Teatro Municipale di Piacenza, Nicola Berloffa

La Wally di Catalani riscoperta dal Municipale di Piacenza

A Piacenza tra il 17 e il 19 febbraio è andato in scena uno degli spettacoli più attesi della stagione (non solo di Piacenza ma probabilmente di tutta Italia) ossia la nuova produzione de La Wally di Alfredo Catalani; titolo che mancava dal Municipale da 42 anni e da circa trent’anni dai cartelloni dei teatri italiani. Nonostante l’oblio in cui è caduta, La Wally è un titolo operistico che tutti gli appassionati del melodramma conoscono, anche solo per la famosa aria Ebben… ne andrò lontana, pezzo forte di molti soprani lirici. Molto interessante è quindi la decisione dei teatri di Piacenza, Modena, Reggio Emilia e Lucca di riportarla in scena e di farla riscoprire al pubblico italiano.

La Wally è l’ultima opera del compositore lucchese Alfredo Catalani, scomparso prematuramente all’età di 39 anni, solamente ad un anno dal debutto della sua ultima fatica operistica. L’opera è tratta dall’Heimatroman Die Geier-Wally della scrittrice tedesca Wilhelmine von Hillern, apparso a puntate in italiano sul quotidiano milanese La perseveranza. Storia alpina e folcloristica, La Wally viene ridotta in libretto da Luigi Illica che si trova a lavorare fianco a fianco con Catalani. La storia della Wally, ragazza abituata a crescere tra le montagne come un maschiaccio assume una connotazione più lirica e tragica grazie ad Illica che inserisce all’interno della vicenda una storia d’amore e un finale a tinte fosche. Si tratta di un’opera fascinosa, intrisa delle lezioni musicali che Catalani carpisce negli ambienti dell’epoca (la lezione dell’opera italiana, quella dell’opera francese e quella dell’opera tedesca wagneriana) che lascia solo immaginare che cosa avrebbe potuto comporre Catalani se non fosse mancato così giovane. 

A Piacenza è il giovane direttore campano Francesco Ivan Ciampa a guidare l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna attraverso la partitura de La Wally. Si tratta di un’opera molto espressiva e Ciampa riesce a donare agli spettatori e ascoltatori un’ottima performance, calibrata e precisa nel rapporto tra buca e palcoscenico, non tralasciando un’accorata e coinvolgente componente interpretativa. Buono il cast impegnato per le recite piacentine, a partire dal soprano spagnolo Saioa Hernandez che presta la bella voce lirica e omogenea (nonché un perfetto physique du rôle) all’impegnativo ruolo di Wally, riuscendo sia nei momenti più drammatici e veementi della partitura, sia in quelli più lirici, come nella celebre aria Ebben… ne andrò lontana, risolta in modo molto convincente ed emozionante, sia dal punto di vista vocale che interpretativo. Molto bene anche il Walter di Serena Gamberoni dalla voce sopranile frizzante e cristallina, perfetta nella Canzone dell’Edelweiss del primo atto e a proprio agio interpretativamente nel ruolo en travesti. Impegnato nei più importanti teatri internazionali, Claudio Sgura prestava la sua potente e brunita voce baritonale al personaggio di Gellner, aggiudicandosi per precisione vocale e per interpretazione numerosi consensi da parte del pubblico. Bene le prove anche del basso Giovan Battista Parodi, impegnato nel ruolo di Stromminger nel primo atto, del mezzosoprano Carlotta Vichi nel ruolo di Afra (molto bene nel secondo atto) e del basso Mattia Denti nel ruolo di Pedone di Schnals (lo avevamo ascoltato in un’ottima prova nel verdiano Nabucco piacentino del dicembre 2015). Anello debole del cast il tenore serbo Zoran Todorovich alle prese con il difficoltoso ruolo di Hagenbach. Il colore della voce non risulta piacevole all’ascolto, risulta però potente, tanto che il tenore non riesce spesso a controllare la voce con risultati al limite della stonatura. Anche dal punto di vista interpretativo risulta sommario senza mostrare il cambiamento e l’evoluzione che il personaggio richiede. Ottimo per concludere il coro del Teatro Municipale diretto da Corrado Casati.

Lo spettacolo era a cura del giovane regista Nicola Berloffa che trasporta l’azione dall’Ottocento agli inizi del Novecento, senza però dare una collocazione temporale ben precisa alla vicenda. La sua visione registica predilige le tinte fosche della vicenda, mettendone in risalto gli aspetti più drammatici della storia, in contrasto con il bianco candido della neve che a più riprese scende sul palcoscenico. La scenografia a cura di Fabio Cherstich risulta molto efficace a mostrare aspetti della vicenda anche difficili da mettere in scena, come per esempio la caduta dal ponte di Hagenbach o la valanga dell’ultimo atto. Le scene sono risolte in modo semplice, ma estremamente efficace e realistico, riuscendo così davvero a rendere credibile ciò che accade sul palcoscenico. Molto suggestiva la baita di Afra dove si svolge il secondo atto, ricreata in perfetto stile tirolese. Molto belli i costumi di Valeria Donata Bettella.

Uno spettacolo nel complesso ben riuscito che ha coinvolto gli spettatori suscitando l’entusiasmo del pubblico accorso a Piacenza da varie parti del Nord Italia, curioso di riscoprire questa opera caduta nel dimenticatoio, ma che ancora riesce ad affascinare.


Teatro Municipale di Piacenza
17 e 19 febbraio 2017


La Wally
Dramma lirico in quattro atti

musica Alfredo Catalani
libretto Luigi Illica


Wally
Saioa Hernandez
Stromminger Giovanni Battista Parodi
Afra Carlotta Vichi
Walter Serena Gamberoni
Giuseppe Hagenbach Zoran Todorovich
Vincenzo Gellner Claudio Sgura
Il Pedone di Schnals Mattia Denti
Orchestra regionale dell’Emilia Romagna
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
direttore: Francesco Ivan Ciampa
maestro del coro: Corrado Casati
regia: Nicola Berloffa
scene: Fabio Cherstich
costumi: Valeria Donata Bettella
luci: Marco Giusti

 

teatripiacenza.it

 

ph. Alessia Santambrogio

 

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