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I pirati di Gilbert&Sullivan conquistano la ENO

Al London Coliseum di Londra, sede della ENO (English National Opera), è attualmente di scena una delle più celebri ed apprezzate opere nate dalla collaborazione fra il librettista William Gilbert (1836 – 1911) e il compositore Arthur Sullivan (1842 – 1900). Insieme a HMS Pinafore (1878) e The Mikado (1885), The pirates of Penzance (1879) si pone al centro di una ideale triade di lavori teatrali che costituiscono il culmine dell’attività creativa della celebre coppia di autori inglesi. Note come Savoy Operas, i lavori a cui Gilbert e Sullivan collaborarono (quattordici  in totale) furono il frutto di una felice mescolanza fra operetta ed opera buffa, unita ad elementi tipicamente anglosassoni, quali lo humor, una pungente ironia e un gusto tutto particolare per il nonsense. Tema prediletto ed immancabile in queste opere è quello della satira alla società vittoriana e questo fa sì che le trame siano essenzialmente imperniate su temi e meccanismi profondamente connessi con la cultura, la società e un po’ tutto l’immaginario collettivo del Regno Unito. Altalenando fra nonsense e satira, i libretti di Gilbert assumono il tipico tratto del “teatro dell’assurdo”, trovando ottimo terreno nello humor britannico: tanto ricercati nel lessico quanto arguti, presentano situazioni spesso ai limiti del paradossale, così come non meno paradossali e caricaturali ne sono i protagonisti. Di dar voce e vita musicale a questo mondo dell’assurdo spetta alle deliziose melodie di Sullivan; brillanti per verve, genuinità e freschezza offrono un perfetto accompagnamento agli arzigogolati versi di Gilbert, assecondandone ed amplificandone le intenzioni maliziosamente umoristiche.

Non di rado, quando l’intelligenza e l’ironia delle parole di Gilbert si incrociano con la musica di Sullivan, il risultato finale è irresistibile e The pirates of Penzances ne è indubbiamente una dimostrazione. Pirati galantuomini, poliziotti tutt’altro che impavidi e un maggiore-generale che potrebbe “scrivere una lista della spesa in caratteri babilonesi cuneiformi”, sono soltanto alcuni degli  improbabili protagonisti di questa spassosa opera ambientata nella tranquilla località di Penzance, sulle coste della Cornovaglia.

Questa, in breve, la trama: Frederick, giunto al compimento del 21° anno di età, termina il suo periodo di “apprendistato” presso i temuti pirati locali. Stanco della vita da fuorilegge a cui è stato costretto fin dall’infanzia a causa di un errore madornale della sua balia Ruth, decide di iniziare una nuova vita sulla terraferma e qui si imbatte nelle numerose figlie del maggiore-generale Stanley; una di queste, Mabel, ricambia i suoi sentimenti d’amore. Imprevisti, colpi di scena e paradossi complicano la situazione dei due amanti ma, nel momento di massima difficoltà, l’invocazione della pace in nome della Regina Vittoria placa l’animo di tutti quanti volgendo l’opera verso un festoso finale.

Lo spettacolo in scena alla ENO è una ripresa della produzione del 2015, la cui regia è affidata a Mike Leigh. Dopo i successi di pubblico e critica della prima rappresentazione, i Pirates del regista inglese continuano ad incontrare unanime favore; complice una regia semplice e divertente, perfettamente asservita al libretto di Gilbert che altro scopo non ha se non quello di rendere l’originale, vivida comicità di quest’opera. Vale la pena di ricordare che Leigh in passato ha curato anche la regia di un piacevolissimo ed accurato film dal titolo Topsy-Turvy (1999), incentrato sul rapporto fra Gilbert e Sullivan durante la creazione della loro opera di maggior successo, The Mikado. I bei costumi ottocenteschi di Sarah Hamza stridono piacevolmente con la geometrica linearità delle scene di Alison Chitty che, servendosi di pochissimi mezzi scenici, riescono a rendere piacevolmente e poco invasivamente le varie ambientazioni. La direzione d’orchestra è affidata alla bacchetta di Gareth Jones, il quale offre un’interpretazione vivace e ben calibrata della spumeggiante partitura di Sullivan; ineccepibile la resa musicale dell’Orchestra della ENO. Per quel che concerne la parte vocale, tutto il cast ha dimostrato di essere decisamente all’altezza dei ruoli interpretati; brilla e convince non soltanto dal punto di vista della resa vocale, ma anche (e specialmente) per le capacità comico-attoriali, imprescindibili quando si tratta di questo repertorio. Il noto basso wagneriano John Tomlinson è qui calato nei panni del pavido sergente di polizia, personaggio che a dispetto della mansione che è chiamato a svolgere, si dimostra tutt’altro che ligio al dovere. La voce pienissima di Tomlinson e una buona caratterizzazione fanno brillare la sua interpretazione.  Al personaggio del Major-General Stanley, in questa occasione ben interpretato dal baritono Andrew Shore, spetta l’onore e l’onere di interpretare il momento più famoso di tutta l’opera: quello della Pattern-Song “I am the very model of a modern Major-General”. Brano impervio che richiede al cantante enormi abilità di fraseggio, giacché chiamato ad elencare a gran velocità una sequela interminabile di inverosimili conoscenze in vari campi dello scibile umano. Shore convince per puntualità e precisione nella dizione, per la comicità del suo personaggio e per la presenza scenica. Piacevolmente patetico, incanta la sala nel secondo atto cantando l’aria con coro “Sighing softly to the river”. Il giovane tenore David Webb interpreta la parte dell’innocente apprendista pirata Frederick con vivacità, freschezza e sentimento a seconda dell’occasione: a suo agio tanto nelle vesti di attore, quanto in quelle di tenore. Il soprano Soraya Mafi incanta e diverte al tempo stesso rendendo una deliziosa Mabel, la figlia del Major-General innamorata di Frederick; a lei spetta una delle parti più celebri dell’opera: “Poor wandering ones”, un’aria in tempo di valzer strabordante di colorature che riecheggia (parodiandolo) il celebre “Je veux vivre” dal Romeo et Juliette di Charles Gounod. Lucy Schaufer fa bello sfoggio di sé con la sua chiara e ben proiettata voce di mezzosoprano rendendo una strepitosa Ruth, amorevole e impertinente all’evenienza mentre Ashley Riches, basso-baritono, è un baldanzoso e ben azzeccato Re dei pirati. Fa da contorno al  cast l’altrettanto valido e preciso coro, ripartito fra pirati, poliziotti e ragazze: numerosa prole del Major-General.

Il pubblico in sala, sinceramente divertito e soddisfatto dalla rappresentazione, non ha mancato di tributare una calorosa accoglienza a tutti i cantanti, all’orchestra e al direttore al momento degli applausi finali.


English National Opera
London Coliseum

The Pirates of Penzance
Gilbert & Sullivan

direttore Gareth Jones
regia Mike Leigh

Andrew Shore: Major-General Stanley
Ashley Riches: The Pirate King
David Webb: Frederic
Johnny Herford: Samuel
John Tomlinson: Sergeant of Police
Soraya Mafi: Mabel
Katie Coventry: Edith
Angharad Lyddon: Kate
Lucy Schaufer: Ruth

 

eno.org

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