Al Teatro alla Scala di Milano ritorna in scena una delle opere più amate di Giuseppe Verdi: La Traviata; e torna (dopo l’incompresa produzione del 2013, firmata da Dmitri Tcherniakov e diretta da Daniele Gatti) nell’ormai storico sontuosissimo allestimento firmato da Liliana Cavani, con le splendide scene del Premio Oscar Dante Ferretti, che segnò il ritorno del titolo alla Scala (mancava dal 1964) nel 1990 diretto da Riccardo Muti.
La direzione è stata affidata al decano dei direttori italiani, Nello Santi (classe 1931) che tuttavia fino ad oggi in Scala aveva diretto solamente la Madama Butterfly nel 1971 ma che tornerà sul podio scaligero il prossimo ottobre per dirige la ripresa del Nabucco firmato da Daniele Abbado. Purtroppo è proprio la direzione del maestro Santi l’anello debole di una serata altrimenti trionfale, la sua lettura estremamente lenta della partitura ha portato a numerose plateali contestazioni da parte del pubblico del loggione anche durante lo spettacolo. Nonostante possa risultare a tratti affascinante questa intima e scolpita Traviata, i tempi risultano eccessivamente dilatati, con pause che in alcuni casi fermano l’azione e la musica, lasciando il tutto in sospeso per alcuni secondi che allo spettatore paiono interminabili. Una direzione così lenta ha messo in difficoltà anche il cast canoro e scurito le tinte di tutta la vicenda, soprattutto nel primo atto, dove anche i gorgheggi di Violetta perdono così il ritmo che solitamente siamo abituati a sentire. Va inoltre aggiunto che Santi opera numerosi tagli alla partitura (in primis tutti i da capo delle cabalette), riportandoci indietro nel tempo ad una serata decisamente d’antan.
Protagonista assoluta della serata è stata la diva russa Anna Netrebko, che torna in Scala (dopo il successo della Giovanna d’Arco che ha aperto la stagione 2015/2016) a vestire i panni di Violetta, dopo dieci anni dall’ultima volta. Di acqua sotto i ponti ne è passata da quando la giovanissima Anna arrivava alla ribalta internazionale proprio grazie al ruolo di Violetta, interpretata nella celebre produzione di Willy Decker a Salisburgo nel 2005. Da quel momento il successo ha portato Anna a calcare tutti i più importanti palcoscenici del mondo e ad approfondire un repertorio sempre più lontano da quello degli inizi, dedicandosi ad opere verdiane che richiedono soprani dalle voci più drammatiche come Macbeth, sfociando poi in opere pucciniane e presto veriste con il debutto nell’Andrea Chenier che inaugurerà la stagione scaligera 2017/18 . Il peso vocale è quindi cambiato, tanto che la Netrebko la si sente faticare sul finale del primo atto, ma brillare nel secondo e terzo atto, man mano che anche la partitura verdiana si fa più drammatica. La voce è ben proiettata, tonda nei centri e omogenea. Una performance in salita che ha visto il pubblico andare letteralmente in visibilio dopo Addio del passato.
Ottimo e acclamatissimo anche l’Alfredo di Francesco Meli, nettamente migliore rispetto a quando lo scorso gennaio ha cantato, sempre al Piermarini, il Don Carlo verdiano. Meli è sembrato sicuro e baldanzoso lungo tutta la partitura, ben capace di rendere gli ardori del giovane Alfredo, sia dal punto di vista canoro che interpretativo.
Ottimo anche il Giorgio Germont di Leo Nucci, che dall’alto dei 75 anni riesce ad essere d’esempio per tutti sul palco su come scandire la parola verdiana. A livello vocale, la voce è brunita e sicura e l’interpretazione è sentita, forse ancora più sentita di quanto gli succedeva in gioventù.
Poco da dire sull’allestimento di Liliana Cavani. Lo spettacolo incontra facilmente il favore del pubblico perché restituisce quella Traviata che tutti noi ci siamo immaginati almeno una volta, tra pizzi, vaporosi divani e atmosfere ottocentesche. Oggi forse potrebbe essere considerata retro, ma comunque pare giusto che il Teatro alla Scala abbia deciso di riproporre uno dei suoi allestimenti più celebri e amati, in attesa di un prossimo nuovo allestimento di Traviata.
Teatro alla Scala
Milano 24 febbraio – 14 marzo 2017
La Traviata
Melodramma in tre atti
musica di Giuseppe Verdi
libretto di Francesco M. Piave
Violetta Valery: Anna Netrebko
Flora Bervoix: Chiara Isotton
Giorgio Germont: Leo Nucci
Alfredo Germont: Francesco Meli
Barone Douphol: Costantino Finucci
Marchese D’Obigny: Abramo Rosalen
Dottor Grenvil: Alessandro Spina
Annina: Chiara Tirotta
Gastone: Oreste Cosimo
Giuseppe Jérémie Schutz
Domestico Gustavo Castillo
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
con la partecipazione del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
direttore: Nello Santi
maestro del coro: Bruno Casoni
regia: Liliana Cavani
scene: Dante Ferretti
costumi: Gabriella Pescucci
Luci Marco Filibeck
produzione del Teatro alla Scala
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