La GAM di Torino e il Castello di Rivoli, dallo scorso 14 marzo, sono state travolte da un grandioso vortice di colori (e lo saranno fino al prossimo 23 luglio); questo psichedelico vortice è il risultato della grande mostra diffusa: “L’emozione dei colori nell’arte”.
Attraverso più di 400 opere di 130 artisti diversi provenienti da alcuni dei più importanti musei d’arte contemporanea al mondo, cerca di analizzare l’utilizzo del colore fatto degli artisti degli ultimi tre secoli attraverso una ricchissima collezione di capolavori.
Cronologicamente la mostra parte dalla sale della GAM, (con l’esposizione di alcuni trattati sulla teoria dei colori, tra cui spicca senza dubbio quello di Goethe Zur Farbenlehre, da lui stesso acquarellato) tuttavia i visitatori sono accolti dalla psichedelica e impattante opera/pavimento site-specific Zobop! dell’artista scozzese Jim Lambie (opera che ci auguriamo non venga smantellata a fine mostra), che accompagna con le sue strisce in vinile colorato, i visitatori lungo tutte le scale e fino alla soglia di accesso agli ambienti della mostra. Una volta varcata la soglia della mostra il visitatore è catapultato all’interno di una grande white-room (in forte contrasto con gli sgargianti colori del pavimento delle scale e dell’atrio, ma essenziale per esaltare al meglio i colori delle opere) dove gli unici indiscussi protagonisti sono i colori dei numerosi capolavori presenti. Il visitatore inizia a questo punto un percorso quasi mistico attraverso i cromatismi e le varie declinazioni del colore, a partire dalle opere di Kandinskij, Balla e Matisse, fino ad arrivare alle installazioni del light&space di James Turrell e a quelle immersive di Carlos Cruz-Diez con la sua Chromosaturation, in cui il visitatore è viene letteralmente avvolto dal colore. Tra i numerosi capolavori vi segnaliamo: Profumo (1910) e La solidità della nebbia (1912) entrambi di Luigi Russolo, la Compenetrazione iridescente n.7 di Giacomo Balla; Impression IV (Sonntag), 11 März, 1911 di Kandinskij; la stupenda Lettrice al tavolino (1921) di Matisse; il Ritratto di Claude Pascal (1962) di Yves Klein; Vega 222, di Vasarely e i due Concetti spaziali, rossi, di Lucio Fontana.
La mostra a questo punto prosegue nei piranesiani spazi dell’affascinante Castello di Rivoli, facilmente raggiungibile nei fine settimana (fino al 1° ottobre prossimo) con una comoda e gratuita navetta in partenza dal centro di della città.
La mostra si sviluppa per lo più al terzo piano della manica lunga e approfondisce il tema del colore attraverso le opere di artisti a noi contemporanei, tuttavia il visitatore è accolto da Le citron (1880) di Manet e dal Ritratto di Ingeborg con le mani dietro la schiena (1912) di Munch, entrambe le opere sono dominate dal giallo e sono in diretto dialogo con il Concetto spaziale (1956) di Lucio Fontana, anch’esso completamente dominato da un intenso giallo. Tra le numerose opere che abitano il monumentale spazio spiccano: la celeberrima Mappa (1973) di Alighiero Boetti, la coloratissima opera murale Riot (1987) di Tony Cragg, Pastelltöne und Ducolux Farbenkarte (2015) di Damien Hirst, 1024 Farben (1974) di Gerhard Richter, l’Untitled in marmo nero del belgio (2002) di Anish Kapoor e per terminare l’Untitled (to Barnett Newman to commemorate his simple problem, red, yellow, and blue) del 1970 di Dan Flavin. Oltre agli spazi della manica lunga del museo, le opere della mostra hanno parzialmente invaso anche alcune sale della collezione permanente del museo e anche alcuni spazi normalmente non propriamente espositivi, riuscendo a creare interessanti dialoghi e forti contrasti ogni volta, basta citare le due opere di Lara Favaretto, che dialogano dalla grande vetrata della manica lunga con la facciata non finita del castello o Anfore e bacile di Ettore Spalletti nei grandiosi spazi della reggia sabauda.
Ultima segnalazione la merita il bel catalogo che accompagna la mostra, edito da Silvana editoriale, che è impreziosito da una copertina ideata per l’occasione dal grande artista britannico Damien Hirst.
Una mostra ricca di opere, ma soprattutto ricca di colori, che ha tra i vari meriti quello di cercare di avvicinare un grande e importante museo come il Castello di Rivoli, alla città di Torino e questo soprattutto lo si deve alla direttrice (e curatrice della mostra) Carolyn Christov-Bakargiev.
L’emozione dei colori nell’arte
Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea
GAM – GAlleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
14 marzo – 23 luglio 2017
a cura di
Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, Elena Volpato e Elif Kamisli
consulenza scientifica di
Vittorio Gallese e Michael Taussig
catalogo
Silvana Editoriale