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“I Maestri Cantori” di Wagner tornano alla Scala diretti da Daniele Gatti

Ventisette anni dopo l’ultima esecuzione, Die Meistersinger von Nürnberg (I maestri cantori di Norimberga) è riproposta dal Teatro alla Scala nella produzione di Harry Kupfer per la direzione di Daniele Gatti.

L’opera, di enormi proporzioni, comporta l’impiego di notevoli risorse ed è spesso tacciata di prolissità. In effetti, dopo un bel primo atto dal carattere poetico – speculativo; un secondo atto nel quale non succede granché, il terzo atto (della durata di ben due ore) è musicalmente impressionante. Di fronte a tanta bellezza non si può che restare stupefatti. Wagner non si pone come caratteri peculiari né la brevità né la concisione. La durata, l’impiego di grandi masse (spesso imputato come difetto o, quantomeno, come limite produttivo) fa parte del gioco e ciò che ne è di una bellezza disarmante.

L’allestimento per la regia di Harry Kupfer, le scene di Hans Schavernoch e i costumi di Yan Tax è subentrato come seconda scelta rispetto all’adattamento della produzione salisburghese di Stefan Herheim. Semplice nella sua bellezza si avvale di un impianto a scena unica per tutti e tre gli atti cui si conferisce dinamismo attraverso un piano rotante. Kupfer si propone di non delineare un Beckmesser (scrivano comunale e censore) eccessivamente caricaturale. Agli occhi del regista, il censore, è comunque degno di considerazione e l’unica ragione che lo porta ad essere deriso è la bramosia di conquistare la mano di Eva e della ricca dote che il padre Pogner le trasmette. Sono proprio l’ansia da prestazione ed un’insicurezza nei confronti di contenuti che non condivide (e che probabilmente non comprende fino in fondo) a condurlo a “storpiare” la canzone di Walther. Il suo fallimento in questa prova è misero; ma lo spessore che gli ha consentito di assurgere al grado di censore così come  la statura culturale non ne risultano compromessi in modo definitivo. L’impianto scenico ricrea le rovine della chiesa di Santa Caterina, gli stessi ruderi visibili oggigiorno in quanto il sacro edificio non è stato ricostruito dopo i bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Efficace è poi il disegno luci di Derek Gimpel così come i video di Thomas Reimer nei quali la città di Norimberga risorge progressivamente dalle rovine belliche.

Daniele Gatti, sul podio, offre una lettura ancor più convincente rispetto a quella del 2013 a Salisburgo. Ottima la resa della compagine scaligera, il cui valore è in evidenza in tutte le sue sezioni dalla scrittura contrappuntistica. L’orchestra, i solisti ed il coro sono sempre coordinati e dopo cinque ore e mezza di spettacolo l’accoglienza è meritatamente calorosa. Michael Volle è un Sachs eccezionale che si produce in un “Wahn! Wahn!…” al contempo lucido e dolente ad un “Verachtet mir…” solido ed autorevole. Albert Dohmen (Pogner) non trova nella morbidezza dell’emissione il proprio territorio d’elezione. La voce è molto sonora ed il cantante si esibisce in modo compiaciuto del proprio strumento ma tendenzialmente  grezzo e povero di sfumature. Jacquelyn Wagner (Eva) è corretta e perfettibile. Di contro Peter Sonn (David) e Anna Lapkovskaja (Magdalene) coniugano una bella voce a doti sceniche apprezzabili e non faticano ad emergere. Se bravissimo si conferma Markus Werba (Beckmesser), il cui aspetto avvenente poco si sposa con l’attempato scrivano, problematica è la prova di Erin Caves (Walther), i cui limiti nel registro di passaggio sono messi purtroppo in evidenza da una scrittura che non perdona. Tra il nutrito stuolo di comprimari d’uopo è citare l’ottimo Detlef Roth (Kothner), ancora ingiustamente relegato a parti di contorno.


Teatro alla Scala
Milano 16 marzo – 5 aprile 2017

Die Meistersinger von Nürnberg
Opera in tre atti

musica e libretto Richard Wagner

Hans Sachs, calzolaio: Michael Volle
Veit Pogner, orefice: Albert Dohmen
Kunz Vogelgesang, pellicciaio: Iurie Ciobanu
Konrad Nachtigal, stagnaio: Davide Fersini
Sixtus Beckmesser, scrivano: Markus Werba
Fritz Kothner, fornaio: Detlef Roth
Balthasar Zorn, fonditore: Markus Petsch
Ulrich Eisslinger, droghiere: Neal Cooper
Augusin Moser, sarto: Stefan Heibach
Hermann Ortel, saponaio: James Platt
Hans Schwarzm calzettaio: Dennis Wilgenhof
Hans Foltz, calderaio: Miklòs Sebestyén
Walther voz Stolzing, giovane cavaliere di Franconia: Erin Caves
David, apprendista di Sachs: Peter Sonn
Eva, figlia di Pogner: Jacquely Wagner
Magdalene, nutrice di Eva: Anna Lapkovskaja
Un guardiano notturno: Wilhelm Schwinghammer

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

direttore Daniele Gatti
maestro del coro Bruno Casoni
regia Harry Kupfer
ripresa da Derek Gimpel
Scene Hans Schavernoch
costumi Yan Tax
luci Jürgen Hoffmann

produzione Opernhaus di Zurigo

teatroallascala.org

 

Ph. Marco Brescia & Rudy Amisano

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