Come vi avevamo anticipato qualche mese fa, tra le mostre più interessanti di quest’anno, spicca senz’altro quella dedicata a Claude Monet dalla Fondation Beyeler di Basilea in occasione del ventesimo anniversario dell’apertura del Museo della fondazione a Riehen.
Dopo la grande mostra dedicata a Kandinsky e al Der Blaue Reiter, la Fondation Beyeler prosegue con la sua tradizione espositiva dedicando il primo evento della
La mostra che si articola in 6 grandi sale, dove è esposta una preziosa selezione di circa un’ottantina di capolavori tutti di Monet, provenienti dai principali musei di tutto il mondo e da alcune prestigiose collezioni private (e proprio in queste opere sta l’importanza della mostra della Fondation Beyeler). L’esposizione va sviluppandosi per temi e si apre con una riflessione su “luce ed ombra” nelle opere di Monet attraverso uno dei grandi capolavori della Fondazione, La Cattedrale di Rouen, al mattino (1894) in dialogo con Il covone al sole (1891) della Kunsthaus di Zurigo.
Le sezioni successive approfondiscono alcune delle tematiche più care al maestro impressionista, come: gli alberi, il mare, il paesaggio costiero e del Mediterraneo e (soprattutto) la Senna; tra le opere numerose opere esposte vi segnaliamo: Peupliers sur les bord de l’Epte (1891) della Scottish National Gallery di Edimburgo; Les pyramides de Port-Coton (1886) di Collezione privata; La cabane du Douanier (1882) del Fogg Museum di Cambridge; la Vista di Bordighera (1884) dell’Hammer Museum di Los Angeles; Matinée sur la Seine (1897) dell’Art Institute of Chicago e la splendida En Norvégienne (1887) del Musée d’Orsay di Parigi, scelta come immagine della mostra.
La quinta sezione della mostra è dedicata al soggiorno londinese di Monet, sono esposte qui due tele del grande ciclo dedicato al Parlamento di Londra (Il Parlamento di Londra con il cielo tempestoso del 1904 del Palais de Beaux-Arts di lille e Il Parlamento al tramonto del 1904 della Kunsthaus di Zurigo) e numerose tele dedicate ai ponti londinesi sul Tamigi tra le quali spicca Il ponte di Charing Cross: nebbia sul Tamigi (1903) del Fogg Museum di Cambridge.
L’ultima sezione della mostra è quella dedicata alle celeberrime Ninfee di Monet, tra cui spiccano le Ninfee (1914-1917) della stessa Fondation Beyeler. La mostra si conclude idealmente (e anche fisicamente) nella prima delle sale dedicate alla Collezione Beyeler, dov’è è esposto Le bassin aux nymphéas (1917-1920) il grandioso trittico, legato al ciclo delle ninfee dell’Orangerie di Parigi.
La grande mostra risulta estremamente emozionante, sicuramente per il numero di opere presenti e anche per la grande attrattiva rappresentata dai numerosi capolavori provenienti da collezioni private e da musei d’oltreoceano che difficilmente rivedremo nei prossimi anni in Europa. Organizzata come in un climax dai giochi di controluce alle amatissime ninfee, la mostra scandaglia in questo modo uno degli artisti più amati dal grande pubblico, senza farlo però in modo banale.
Lo scorso 4 maggio la Fondation Beyeler ha presentato al pubblico il progetto di Peter Zumthor per l’espansione degli spazi museali della Fondazione a Riehen. Un progetto che porterà alla creazione di un nuovo grande parco pubblico nel centro della cittadina svizzera e alla nascita di un nuovo spazio espositivo di ben 1500 mq, divisi su tre piani, che andrà ad integrarsi con l’edificio di Renzo Piano.
Monet
Fondation Beyeler – Basel
22 gennaio – 28 maggio 2017
a cura di Ulf Küster
catalogo edito Hatje Cantz
ph. Claude Monet, In the “Norvégienne” 1887
Musée d’Orsay, Paris, legacy of Princesse Edmond de Polignac, 1947
Photo © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)/ Hervé Lewandowski