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L’Otello di Kaufmann e Pappano conquista Londra

A Londra una Royal Opera House completamente esaurita da mesi, sta ospitando in questi giorni quello che a tutti gli effetti è uno degli spettacoli più attesi della stagione, la nuova produzione dell’Otello di Giuseppe Verdi, diretto da Antonio Pappano, con la regia di Keith Warner ma soprattutto con Jonas Kaufmann al suo atteso debutto nel ruolo del Moro di Venezia. Un vero e proprio evento operistico-mediatico, percepibile sin dall’arrivo in teatro con la sala completamente stracolma in ogni ordine di posto. Otello è stata rappresentata numerose volte a Royal Opera House, con ben otto riprese dell’ultimo allestimento risalente al 1987 firmato da Elijah Moshinsky. Sono quindi passati 30 anni dall’ultima nuova produzione, ma solamente 5 dall’ultima esecuzione. Stavolta però la presenza sul palcoscenico di uno dei tenori più acclamati del momento ha catalizzato completamente l’attenzione, assorbendo per intero l’interesse dei melomani in tutto il mondo e mettendo quindi in secondo piano l’attesa per la nuova produzione di Keith Warner. Il regista britannico costruisce uno spettacolo semplice, giocato su giochi di luce e bei chiaroscuri, senza però essere particolarmente incisivo. La scena è sostanzialmente giocata su pannelli mobili di colore scuro che vanno a ricreare alcuni ambienti (completati da alcuni oggetti di scena), senza però essere particolarmente didascalici. Molto d’impatto il momento iniziale con l’arrivo della nave e Otello che spunta dal nulla in mezzo al popolo per cantare il suo Esultate!, probabilmente è il momento migliore dell’allestimento. La vicenda non è ambientata in un’epoca ben precisa, ma i costumi curati da Kaspar Glarner collocano vagamente la storia nel passato, senza però essere davvero precisi. Potremmo quindi definire lo spettacolo di Warner quasi timido e timoroso, come se non volesse togliere spazio alla vera e propria protagonista, ossia la musica.

 

Trionfatore della serata è stato il direttore Antonio Pappano alla testa dell’orchestra della Royal Opera House. Trascinatore instancabile, Pappano ha offerto una sontuosa esecuzione di Otello, cesellata ed emozionante, ma allo stesso tempo sanguigna e trascinante. L’orchestra ha seguito alla perfezione il gesto del maestro, senza mai perdere il controllo, anche nei momenti più intensi, come la scena iniziale, veramente impressionante a livello sonoro, tanto che la sensazione era quella di essere davvero travolti da un’ondata sonora che ha dato giustizia alla tempesta verdiana. Pappano ha inoltre il merito di seguire e assecondare i cantanti in modo preciso e attento, non risultando mai invadente nei confronti delle performance dei solisti. Il cast radunato per l’occasione è stato decisamente all’altezza delle aspettative. Come già detto, Jonas Kaufmann debuttava nel ruolo del titolo. Dopo i tanti ruoli wagneriani e dopo aver cantato numerosi ruoli verdiani e pucciniani, Otello era un debutto molto atteso. La bella voce dal timbro brunito del tenore tedesco ben faceva presagire per la performance in questo ruolo che conta precedenti illustri che spesso gravano sulle esecuzioni contemporanee. Kaufmann ha mantenuto le aspettative, offrendo una performance importante che già lo inseriscono tra gli interpreti di riferimento oggi per questo ruolo. L’Otello di Kaufmann è sicuramente diverso dai Mori del passato, meno sanguigno e più debole ed insicuro. Si delinea un uomo fragile e facile da manipolare psicologicamente, in sintonia anche con la sua fisicità. Il personaggio sicuramente ha ancora margini di crescere a livello drammaturgico, ma Kaufmann ne dà una sua personale lettura che ci offre un interessante spunto di riflessione su uno dei personaggi più interessanti della produzione verdiana. A livello vocale Kaufmann offre un’ottima prova, sia nei momenti più intensi, sia in quelli più delicati, come il tenero duetto della fine del primo atto Già nella notte densa. Gli faceva da contraltare l’applauditissimo Iago di Marco Vratogna, chiamato tre settimane fa a sostituire un indisposto Ludovic Tézier. Vratogna delinea uno Iago spietato e impetuoso, straripante a livello vocale, con una voce capace di correre facilmente lungo la sala della Royal Opera House e un atteggiamento sprezzante che lo rende uno Iago forte e pronto a tutto, al centro della vicenda proprio come anche lo stesso Verdi voleva. Desdemona era Maria Agresta che bene ha delineato vocalmente e interpretativamente la sposa di Otello, innamorata, ma allo stesso tempo forte delle proprie convinzioni e decisioni. L’interprete vocale è fine e precisa, in possesso di una bella voce lirica, capace di commuovere nell’Ave Maria prima della morte, ascoltata da tutto il pubblico con il fiato quasi sospeso. Completavano il cast in modo corretto il Cassio di Frédéric Antoun, il Roderigo di Thomas Atkins, il Montano di Simon Shibambu, l’Emilia di Kai Rüütel, l’araldo di Thomas Barnard e il Lodovico di In Sung Sim.

Alla fine applausi e ovazioni per tutto il cast, con l’idea di aver assistito ad un vero e proprio evento. Le repliche proseguono fino al 15 luglio. Se non volete perdervi questo evento e non potete recarvi a Londra, l’appuntamento è il 28 giugno nelle sale cinematografiche con la diretta dalla Royal Opera House.


Royal Opera House
Londra 24 giugno 2017


Otello
dramma lirico in quattro atti

musica Giuseppe Verdi
libretto Arrigo Boito

Montano Simon Shibambu
Cassio Frédéric Antoun
Iago Marco Vratogna
Roderigo Thomas Atkins
Otello Jonas Kaufmann
Desdemona Maria Gresta
Emilia Kai Rüütel
Araldo Thomas Barnard
Lodovico In Sung Sim

Royal Opera Chorus
Orchestra of The Royal Opera House

direttore Antonio Pappano
maestro del coro William Spaulding
regia di Keith Warner
scene di Boris Kudlicka
costumi di Kaspar Glarner
luci di Bruno Poet

 

 

#ROHOtello

roh.org.uk

 

ph. Jonas Kaufmann as Otello and Marco Vratogna as Iago in Otello, The Royal Opera © 2017 ROH. Photograph by Catherine Ashmore

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