Alla National Gallery di Londra si è conclusa lo scorso 25 giugno la grande mostra primaverile (sponsorizzata come ormai da tradizione da Credit Suisse) dedicata allo speciale rapporto di amicizia e proficua collaborazione, che per quasi 30 anni legò due grandi artisti, protagonisti del rinascimento italiano come Michelangelo e Sebastiano del Piombo.
La mostra ripercorre, attraverso una settantina di opere (tra disegni, lettere, sculture, gessi e dipinti) divise in sale, le intense carriere dei due artisti mettendole in parallelo e incrociandole nei momenti cruciali di collaborazione. Si parte da due capolavori michelangioleschi come la cosiddetta Madonna di Manchester (1494/1497) della stessa National Gallery e lo straordinario Tondo Taddei (1504-1505) della Royal Academy posti in dialogo con il Giudizio di Salomone (1506-1509) e con le ante dell’organo della chiesa veneziana di San Bartolomeo raffiguranti San Bartolomeo e San Sebastiano (1510-1511) di Sebastiano, la prima sala si chiude con la Giuditta (1510) sempre di Sebastiano della National Gallery.
Dopo questa ricca sala introduttiva, che offre al visitatore un’interessante panoramica sull’attività giovanile dei due artisti, la seconda sala porta il visitatore nel cuore della mostra, troviamo qui la Pietà di Viterbo (1512-1513) prima opera frutto della collaborazione tra Michelangelo e Sebastiano, esposta accanto ad un disegno di Michelangelo proveniente dall’Albertina di Vienna che riporta sei studi riguardanti il torso e le mani in preghiera perfettamente sovrapponibile alla Madonna della pala di Sebastiano. La sala si completa con la Deposizione di Cristo nel sepolcro (1500-1501) di Michelangelo della National Gallery e con il Cristo portacroce (1513-1514) di Sebastiano proveniente dal Prado di Madrid. La sala successiva ospita, la grandiosa Resurrezione di Lazzaro realizzata nel 1517-1519 da Sebastiano (sempre con il fondamentale aiuto di Michelangelo), in gara con Raffaello che stava realizzando (sempre su commissione del futuro Clemente VII) la Trasfigurazione (oggi ai musei Vaticani), la sala raccoglie anche le numerose lettere di Sebastiano a Michelangelo e due stupendi studi del Buonarroti (conservati al British Museum) del 1518 riguardanti la resurrezione di Lazzaro.
Tra i prestiti più prestigiosi concessi alla mostra annoveriamo sicuramente il Cristo portacroce dei Giustiniani, (1514-1515) sarebbe la prima versione del Cristo della Minerva, (di cui è esposta una copia ottocentesca in gesso) accanto alle due statue è esposto un disegno (di collezione privata) che mostra i primi studi per un Cristo Risorto (datato al 1518).
L’ultima parte della mostra è incentrata sul terzo grande progetto realizzato da Sebastiano con il fondamentale intervento di Michelangelo, ossia la Cappella Borgherini nella chiesa romana di San Pietro in Montorio. Per l’occasione la National Gallery (in collaborazione con Factum Arte e la Real Academia di Spagna a Roma) ha sviluppato una riproduzione a grandezza naturale in alta definizione dei dipinti di Sebastiano, accanto alla cappella ricostruita, sono esposti due disegni di Michelangelo che studiano il Cristo alla colonna (1516) e i disegni di Sebastiano riguardanti il San Giacomo dipinto sulla calotta della cappella.
Una preziosa mostra che ha approfondito attraverso un nucleo straordinario di opere e attraverso una serie di ottime riproduzioni il rapporto di amicizia e collaborazione di due giganti del rinascimento italiano.
National Gallery
Londra 15 marzo – 25 giugno 2017
Michelangelo e Sebastiano
a cura di Matthias Wivel
con Paul Joannides e Costanza Barbieri