L’Hangar Bicocca di Milano ospita dal 21 settembre scorso (fino al 25 febbraio 2018) Lucio Fontana Ambienti/Environments, una delle mostre più attese e interessanti degli ultimi tempi, non solo nel capoluogo lombardo. Una straordinaria mostra nata dopo anni di approfondite e appassionate ricerche delle due curatrici (Marina Pugliese e Barbara Ferriani) che grazie al loro meticoloso lavoro hanno potuto riproporre la ricostruzione più filologicamente corretta delle undici installazioni/ambienti presentati in mostra. L’eccezionalità della mostra (oltre al meticoloso lavoro di ricerca) sta nel fatto che gli ambienti presentati all’Hangar sono (per la maggior parte) ricostruiti per la prima volta nelle dimensioni e nelle forme originali.
La mostra si apre con l’intervento ambientale Struttura al neon per la IX Triennale di Milano (1951) ricostruita già altre volte (basta ricordare la copia che illumina piazza Duomo dalle sale del Museo del Novecento, o la copia nella hall del Caixa Forum di Barcellona) ma qui per la prima volta è stato riproposto nelle dimensioni originali e con il cielino “blu Giotto” voluto da Luciano Baldessari. L’ultima ricostruzione che chiude la mostra è invece l’impressionante Fonti di energia, soffitto al neon per Italia 61 (1961) realizzato da Fontana in occasione dell’Esposizione Internazionale del Lavoro Italia 61 tenutasi a Torino per il Centenario dell’Unità d’Italia. Nel mezzo dei due straordinari interventi ambientali riproposti, sono stati ricostruiti ben nove degli ambienti spaziali realizzati da Fontana tra il 1949 e il 1968, il percorso inizia dall’Ambiente spaziale a luce nera (1948-1949) il primo degli ambienti realizzati da Fontana, fu creato per la sua mostra alla Galleria del Naviglio di Milano e per la prima volta viene riproposto all’interno di un ambiente con le medesime dimensioni e le medesime forme della sala del Naviglio che la ospitò nel lontano 1949. L’ideale evoluzione dell’ambiente del Naviglio fu per Fontana l’Ambiente spaziale del 1967 realizzato per la mostra dello Stedelijk Museum di Amsterdam che dopo quasi vent’anni riproponeva in uno degli ambienti un elemento scultoreo (elemento che richiama con la sua forma la serie dei Teatrini). Per la XIII Triennale di Milano del 1964, Fontana (in collaborazione con Nanda Vigo) aveva realizzato ben due ambienti (riproposti entrambi in mostra) riguardanti uno dei quattro temi guida dell’esposizione, ossia l’Utopia. Fontana in quell’occasione propone due corridoi (il primo con le pareti ricoperte da specchi e il secondo completamente al buio) dove cerca di disorientare completamente lo spettatore utilizzando espedienti completamente opposti. Tra gli ambienti più interessanti riproposti in mostra c’è senza dubbio l’Ambiente spaziale in Documenta 4 a Kassel (1968), un vero e proprio labirinto quello realizzato da Fontana che conduce il visitatore ad una parete tagliata, nato sulla scorta della sala progettata con Carlo Scarpa per la Biennale di Venezia del 1966 (sala che purtroppo non è stato possibile riproporre in mostra).
Ancora una volta l’Hangar Bicocca si pone come uno dei più importanti centri culturali della città (e d’Italia) impegnati nella diffusione del contemporaneo, attraverso mostre di qualità, attività ed incontri (sempre gratis). Non perdete l’occasione (più unica che rara) di rivivere l’emozione e le estranianti sensazioni di immergervi nel buio e nelle luci degli ambienti di Fontana, una mostra assolutamente da non perdere!
Pirelli Hangar Bicocca
Milano | 21 settembre 2017 – 25 febbraio 2018
Lucio Fontana
Ambienti/Environments
a cura di
Marina Pugliese, Barbara Ferriani e
Vicente Todolì
in collaborazione con
Fondazione Lucio Fontana
catalogo
Mousse Publishing
ph. Lucio Fontana, Ambiente spaziale a luce nera, 1948-49/2017, veduta dell’installazione in Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. ©Fondazione Lucio Fontana Foto: Agostino Osio