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Il concerto per il “Nationalfeiertag” dei Wiener Symphoniker

Lo scorso 25 ottobre, quale preludio ai festeggiamenti per la festa nazionale austriaca, nella prestigiosa sala della Wiener Konzerthaus di Vienna, i Wiener Symphoniker diretti da François-Xavier Roth sono stati impegnati in un programma altalenante fra tradizione e modernità.

La prima parte dl concerto ha visto la compagine viennese impegnata in una delle pagine più note ed apprezzate di Johannes Brahms: il Concerto in re maggiore op. 77 per violino e orchestra.
Il Concerto, composto da Brahms nell’estate del 1878 ed eseguito per la prima volta nel gennaio dell’anno successivo, è entrato di buon diritto nel repertorio di tutti i più grandi virtuosi dello strumento e, nella nostra serata, a calarsi nella impervia parte solistica di questo concerto èstato il violinista lituano Julian Rachlin. Imponente, largamente ispirante senso di commozione, straordinariamente saturo di cantabilità e di suggestioni, il Concerto di Brahms è un banco di prova per ogni solista, ora impegnato in preziosi arabeschi, come nel secondo tempo, ora in mirabolanti virtuosismi, come nel finale.
L’estro di Rachlin si presta alla perfezione a renderne le infinite sfaccettature, sempre con precisione e grande slancio. Entusiasmante la resa quando si trova a calarsi nelle atmosfere tzigane del terzo tempo (senza dubbio la parte più celebre di tutta la composizione); un indiavolato rondò “alla ungherese” dal quale emerge un vigore quasi rusticano nel solco di quei modi “ungheresi” cari, da Haydn in poi, a tutta la classicità viennese; qui il violino è scatenato in escursioni virtuosistiche mirabolanti fino a giungere, dopo  ininterrotti e trascinanti scambi di idee con l’orchestra, alla conclusione con un ulteriore stringere del tempo che ne accentua il piglio zingaresco. L’Orchestra, trascinata con ardore da Roth, si è dimostrata impeccabile rendendo il Concerto dell’amburghese particolarmente vivido e vitale.
Il pubblico, da parte sua, non ha mancato di manifestare il più sincero entusiasmo sia nei confronti del direttore sia nei confronti dell’Orchestra ma in particolar modo tributando calorose ovazioni a Julian Rachlin. La seconda parte del programma si è aperta con una composizione contemporanea del compositore austriaco Johannes Maria Staud (classe 1974) dal titolo “Stromab”.

Il brano è ispirato al racconto dell’orrore “The Willows” (I Salici) dello scrittore inglese Algernon Blackwood (1869 – 1951); in esso, senso di angoscia crescente e inquietudine accompagnano per 15 minuti (tanto è la durata del brano) l’ascoltatore senza attimi di tregua, immerso nelle sonorità cupe e dissonanti che Staud crea al fine di rendere la vivida drammaticità dell’opera di Blackwood.

Dopo un iniziale senso di sorpresa e forse di smarrimento, anche la particolare composizione riceve il consenso dei presenti in sala; dapprima timidi e incerti, gli applausi si sono fatti via via più decisi (merito anche la presenza dell’autore stesso, chiamato sul palco a ricevere merito della creazione).

Senza dubbio molto più tradizionale è la Sinfonia No. 2 Op. 67 di Robert Schumann che segue e che termina il programma della serata.

Abbozzata nel dicembre 1845, completata nel 1846, ed eseguita da Mendelssohn al Gewandhaus di Lipsia il 5 novembre 1846, la Sinfonia è un lavoro sinfonico decisamente singolare, basti pensare alle particolarità dello Scherzo per la sua collocazione come secondo movimento e per l’uso di un tempo non ternario come da tradizione.

Seppure questo lavoro vide la luce in anni tormentati nei quali Schumann soffriva di depressioni ed insonnia, anche ad un primo ascolto la Seconda Sinfonia svela l’eccezionale stato di grazia creativo del compositore, capace di toccare punte altissime di poesia che lasciano spesso trasparire un radioso senso di pace e ottimismo, quasi a voler celare le durissime circostanze di vita di quel periodo infelice.

Anche in questo caso, la direzione di Roth si è dimostrata ben all’altezza, decisamente grintosa e incontenibile, mettendo l’accento proprio sull’apparente ottimismo che la Sinfonia fa trasparire, risultando piacevolmente percorsa da una energica frenesia specialmente nel secondo tempo (il singolare Scherzo) e nel quarto tempo (Allegro molto vivace).
Parimenti la resa dei Wiener Symphoniker è risultata essere ineccepibile durante tutto il concerto, come i calorosi applausi del pubblico non hanno mancato di testimoniare.


 

Wiener Konzerthaus
Vienna 25 ottobre 2017
«Konzert zum Nationalfeiertag»


Johannes Brahms
Konzert für Violine und Orchester D-Dur op. 77

Eugène Ysaÿe
Sonate-Ballade op. 27/3 für Violine solo

Robert Schumann
Symphonie Nr. 2 C-Dur op. 61

 

Wiener Symphoniker
direttore | François-Xavier Roth
violino | Julian Rachlin

 

ph. Stefan Oláh

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