TEATRO ALLA SCALA, MILANO, Christoph Eschenbach, Tzimon Barto, Fryderyk Franciszek Chopin, Gershwin, Dvořák

Eschenbach conduce la Scala nel “Nuovo Mondo”

In attesa dell’apertura della Stagione Lirica (il prossimo 7 dicembre) la stagione sinfonica 2017/2018 del Teatro alla Scala di Milano è già giunta al suo terzo concerto che ha visto protagonista il maestro tedesco Christoph Eschenbach che ha diretto la Filarmonica della Scala accompagnata al pianoforte dall’americano Tzimon Barto.

Proprio gli Stati Uniti sono stati il trait-d’union del programma scelto per questo concerto dal direttore tedesco che ha avuto come protagonisti il compositore ceco Antonín Dvořák e l’americano George Gershwin. Se Gershwin era di origini slave, ma cittadino americano, Dvořák invece ha vissuto e lavorato per alcuni anni negli Stati Uniti, dirigendo il New York National Conservatory of Music. Due mondi (quello slavo e quello americano) che quindi si avvicinano e si incontrano nei lavori di questi due grandi compositori. Nella prima parte quindi troviamo in apertura l’intensa ouverture da concerto di Dvořák “Karneval”, parte del ciclo “Natura, vita e amore”, seguita dal concerto in fa per pianoforte e orchestra di Gershwin. L’ouverture del compositore ceco è un brano breve, ma molto coinvolgente, capace in pochi minuti di toccare profondamente le corde dell’ascoltatore. Christoph Eschenbach ha offerto una lettura calibrata della partitura, dando il meglio nell’intermezzo lirico al centro del brano, reso dall’orchestra con pianissimi emozionanti. Dall’immersione vitale all’interno del brano di Dvořák alla frenesia del concerto di Gershwin, un viaggio al centro delle sonorità americane, tra rimandi jazz e blues. Si tratta di un altro brano molto coinvolgente, a cui però il direttore tedesco ha impresso un ritmo a tratti un po’ troppo meditativo, soprattutto nel movimento iniziale. Molto buona la prova del pianista americano Tzimon Barto, che da anni ha stretto un importante sodalizio artistico con Eschenbach. Il pubblico ha apprezzato la sua interpretazione del concerto di Gershwin, tanto che ha regalato al pubblico una toccante interpretazione del celeberrimo notturno op. 9 n. 2 che ha trascinato di nuovo il pubblico in numerosi e accesi applausi. La seconda parte del programma prevedeva la celeberrima nona sinfonia “Dal nuovo mondo” di Dvořák, idealmente ad unire i due compositori. Si tratta di una sinfonia carica di rimandi a melodie della tradizione nazionalistica americana (in special modo quella dei nativi americani) che si inserisce però nel grande solco della tradizione sinfonica europea. Un brano che gli appassionati hanno sicuramente avuto l’occasione di ascoltare numerose volte, ma che nonostante ciò non smette di stupire e di coinvolgere. Buona la lettura di Eschenbach che dà il meglio anche in questo caso nel secondo movimento, squisitamente nostalgico e meditativo, davvero commovente. Non è mancato però il fuoco nel finale dell’ultimo movimento, caratterizzato da una lettura energica che non ha mancato di trascinare il pubblico all’applauso.

Un ottimo concerto che ha offerto un’ottima prova della Filarmonica della Scala e che attendiamo nel prossimo concerto della stagione. A gennaio l’appuntamento sarà con Zubin Mehta e con una beniamina del pubblico scaligero, Edita Gruberova, alle prese con le musiche viennesi degli Strauss.


Teatro alla Scala
Milano 23 novembre 2017

Filarmonica della Scala

direttore Christoph Eschenbach
pianoforte Tzimon Barto

Antonín Dvořák
Karneval op. 92
Ouverture da concerto
dal ciclo “Natura, vita e amore”

George Gershwin
Concerto in fa
per pianoforte e orchestra

encore

Fryderyk Chopin
Notturno op. 9 n. 2

Antonín Dvořák
Sinfonia n. 9 op. 95
“Dal Nuovo Mondo”

 

teatroallascala.org

 

ph. Luca Piva

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