Al Teatro alla Scala di Milano torna in scena dopo ben 32 anni di assenza Andrea Chénier, capolavoro di Umberto Giordano, titolo che inaugura la stagione lirica 2017/2018 del Piermarini. Evento attesissimo, non solo per per il debutto nel ruolo di Maddalena del soprano superstar Anna Netrebko (che giunge così alla sua terza apertura di stagione alla Scala, dopo il Don Giovanni del 2011 e la Giovanna d’Arco del 2015) ma anche per il debutto scaligero di Yusif Eyvazov (coniuge della signora Netrebko, che ormai da mesi tiene in apprensione il loggione del Piermarini) e per la nuova regia firmata da Mario Martone che con Margherita Palli (autrice delle scene) tornano ad occuparsi in Scala di un’opera di Umberto Giordano, dopo il successo nel maggio 2016 della loro Cena delle Beffe. Noi di The.blogartpost abbiamo avuto l’occasione di vedere l’anteprima riservata agli Under30 del 3 dicembre e ve ne parliamo qui.
La direzione del M° Riccardo Chailly (che aveva diretto anche l’ultimo Chénier andato in scena in Scala nel 1985 con José Carreras e Eva Marton) ha offerto una lettura che ci è parsa a tratti un po’ fredda per un titolo che invece offre molti slanci lirici, ha staccato tempi a volte un po’ lenti, forse gettando un occhio di riguardo più del solito al palcoscenico, anche se il volume dell’orchestra a tratti ha coperto le voci.
Protagonista assoluta della serata è stata Anna Netrebko che ha dato una prova convincente del ruolo di Maddalena in cui si trova proprio a debuttare in occasione di questa prima scaligera. La voce del soprano russo si fa di volta in volta sempre più lirica e omogenea, capace di lanciare veri e propri fendenti verso l’acuto che riempiono la sala del Piermarini, affascinando lo spettatore. Anche se avrà tempo di crescere con il passare delle recite, la Netrebko ha offerto un’ottima interpretazione del ruolo. Tra gli altri protagonisti hanno spiccato il Gérard di Luca Salsi e l’incredibile di Carlo Bosi, insieme alla Bersi di Annalisa Stroppa. Luca Salsi ha offerto un’ottima prova vocale e attoriale, culminata nel monologo Nemico della patria, momento sentito e risolto splendidamente grazie anche ad una voce brunita che ne fa uno dei baritoni più interessanti del panorama musicale odierno. Carlo Bosi ci ha abituati ad ottime prove da comprimario e questa volta non è stata da meno, nel ruolo dell’Incredibile. Annalisa Stroppa nel breve ruolo di Bersi ha convinto. Purtroppo l’anello debole del cast si è rivelato (come molti temevano) l’Andrea Chénier di Yusif Eyvazov. Il tenore azero era visivamente emozionato e forse anche un po’ impaurito. Chénier è un ruolo difficile e disseminato di arie celeberrime che rappresentano dei veri e propri banchi di prova per qualsiasi tenore. Eyvazov non è dotato di un timbro che si lascia facilmente ascoltare, l’emissione è spesso un po’ difficile e la voce risulta povera di armonici e di conseguenza poco espressiva. Le intenzioni sono buone, purtroppo però il risultato a questa primissima recita non è stato soddisfacente.
Lo spettacolo firmato da Mario Martone unisce delle idee interessanti e di grande impatto visivo (come i due tableaux vivant, quello dell’inizio del primo quadro nel quale Gérard durante la sua romanza Son sessant’anni o vecchio e quello che immortala il tribunale nel finale del terzo quadro) a dei momenti sicuramente meno riusciti e che a tratti ricordano molto da vicino la Cavalleria Rusticana firmata da sempre Martone per la Scala nel 2010. L’idea di partenza è quella di ricreare fluidità tra i quattro quadri dell’opera, facendone un’unica forte narrazione drammaturgica, realizzata facendo uso di una grande pedana rotante che permette di effettuare il cambio scena a vista tra primo e secondo quadro e tra terzo e quarto quadro senza soluzioni di continuità. L’espediente funziona, anche se in alcuni momenti risulta un po’ macchinoso e lascia il grande palcoscenico della Scala semivuoto, con un effetto da un lato elegante, ma dall’altro di non finito. Martone riesce però a muovere bene le masse di personaggi presenti sul palcoscenico. Stupendi i costumi ideati da Ursula Patzak che assieme alle belle scene (e qui ci riferiamo soprattutto a quelle del primo e del secondo quadro) di Margherita Palli aiutano ad ambientare perfettamente la vicenda alla vigilia della rivoluzione francese e successivamente negli anni del Terrore.
L’impressione generale di questa anteprima è stata quella di una produzione un po’ sottotono ma con dei momenti molto riusciti ed emozionanti, in attesa della prima del 7 dicembre.
Teatro alla Scala
Milano 3 dicembre 2017
Andrea Chénier
dramma di ambiente storico
in quattro quadri
libretto Luigi Illica
musica Umberto Giordano
Andrea Chénier | Yusif Eyvazov
Maddalena di Coigny | Anna Netrebko
Carlo Gérard | Luca Salsi
La mulatta Bersi | Annalisa Stroppa
La contessa di Coigny | Mariana Pentcheva
Madelon | Judit Kutasi
Roucher | Gabriele Sagona
Pietro Fléville | Costantino Finucci
Un “Incredibile” | Carlo Bosi
Fouquier Tinville | Gianluca Breda
Mathieu | Francesco Verna
L’abate | Manuel Pierattelli
Schmidt | Romano Dal Zovo
Il maestro di casa / Dumas | Riccardo Fassi
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
con la partecipazione del Corpo di ballo del Teatro alla Scala
direttore | Riccardo Chailly
maestro del coro | Bruno Casoni
regia | Mario Martone
scene | Margherita Palli
costumi | Ursula Patzak
luci | Pasquale Mari
coreografia | Daniela Schiavoni
ph. Brescia/Amisano