Al Teatro Municipale di Piacenza prosegue la stagione lirica con il secondo titolo in cartellone di quest’anno ossia il Faust di Charles Gounod nella nuova produzione firmata da Simone Derai e dal suo collettivo Anagoor per i teatri emiliani di Modena, Piacenza e Reggio Emilia. Si tratta di una scelta molto interessante fatta dal teatro di Modena (capofila di questa produzione) e dai teatri emiliani, che ancora una volta decidono di indagare un titolo meno consueto della produzione lirica e di farlo affidandosi a un giovane collettivo teatrale che per la primissima volta si accostava al mondo della lirica.
Lo spettacolo ideato da Anagoor rispetta abbastanza fedelmente la collocazione sia temporale che geografica della vicenda di Faust, ossia la Germania degli inizi del XVI secolo, tutta la vicenda si inserisce all’interno di un grande spazio bianco, una sorta di scatola di legno bianca dove di volta in volta degli elementi scenici aiutano a ricreare i diversi ambienti: lo studio di Faust, la camera di Marguerite, la prigione, ecc ecc. Anche i costumi si inseriscono fedelmente nel periodo storico di riferimento. Fa eccezione Méphistophélès, rappresentato a torso nudo per tutta l’opera, con una calzamaglia gialla e con un triregno nero in testa, molto pertinente se pensiamo alle rappresentazioni medievali dell’anticristo. Sul palcoscenico quindi la vicenda si svolge in maniera molto tradizionale. Dove sta allora l’elemento di rottura che ci si aspettava da Anagoor? Lo troviamo sicuramente nei cambi scena, effettuati mentre al pubblico in sala vengono mostrati dei video, che aiutano da un lato a contestualizzare la composizione della pièce di Goethe e dell’opera di Gounod e dall’altro ci mostrano immagini solo all’apparenza non attinenti alla vicenda, ma che in realtà, accostate allo spettacolo, aiutano ad aggiungere ulteriori livelli di significato, primo tra tutti, quello di sottolineare l’universalità senza tempo della vicenda di Faust.
Alla testa dell’Orchestra dell’Opera Italiana c’era il direttore francese Jean-Luc Tingaud che ha saputo delineare il lirismo intrinseco in una partitura come quella del Faust, cercando di mantenere le fila di un’orchestra che a tratti è sembrata un po’ indisciplinata. La resa complessiva è però buona e il maestro francese si trova a suo agio in questo repertorio. Sul palcoscenico il cast ha saputo farsi apprezzare dal pubblico. Il tenore sardo Francesco Demuro cantava nel ruolo del titolo. La voce ha un bel timbro e un bello squillo, anche se ha avuto qualche difficoltà nel registro acuto e interpretativamente è risultato a tratti poco incisivo, soprattutto se messo a confronto con l’esplosività del Méphistophélès di Ramaz Chikviladze. Il basso georgiano ha una voce dai bei colori e da buoni armonici, capace di correre facilmente per la sala e disegna, in accordo con l’impronta registica, in modo estremamente convincente un diavolo irriverente e beffardo, probabilmente più vicino al Mefistofele goethiano che a quello di Gounod. Buona anche la prova di Davinia Rodriguez nel ruolo di Marguerite. Il soprano spagnolo ha una corposa voce lirica e magari la si vorrebbe più spumeggiante nell’aria dei gioielli, ma la sua interpretazione è sofferta e sentita e la voce lirica, sostenuta da un’ottima tecnica, ci donano una Marguerite meno ingenua e più consapevole, soprattutto nel terzetto dell’ultimo atto. Ottimi i comprimari impegnati in questa produzione: il baritono Benjamin Cho (Valentin), Nozomi Kato (Sièbel), Matteo Ferrara (Wagner) e Shay Bloch (Marthe).
Il prossimo appuntamento con la stagione lirica a Piacenza sarà il 2 e il 4 febbraio prossimi con la messa in scena del Trittico di Puccini con un cast di grandissima caratura che annovererà tra i protagonisti Ambrogio Maestri (che sta debuttando nel ruolo in questi giorni a Monaco) e Anna Pirozzi.
Teatro Municipale
Piacenza 17 dicembre 2017
Faust
dramma lirico in cinque atti
musica di Charles Gounod
libretto di Jules Barbier e Michel Carré tratto da Faust di Goethe
Faust | Francesco Demuro
Méphistophélès | Ramaz Chikviladze
Marguerite | Davinia Rodriguez
Valentin | Benjamin Cho
Sièbel | Nozomi Kato
Wagner | Matteo Ferrara
Marthe | Shay Bloch
Orchestra dell’Opera Italiana
Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena
direttore | Jean-Luc Tingaud
maestro del coro | Stefano Colò
regia | Simone Derai
progetto scenico | Anagoor
Nuovo Allestimento
in coproduzione con
Fondazione Teatro Comunale di Modena
Fondazione I teatri di Reggio Emilia
Fondazione Teatri di Piacenza