Andrea Chénier, Milano, Teatro alla Scala, Anna Netrebko, Umberto Giordano, Yusif Eyvazov, Mario Martone, Riccardo Chailly

L’Andrea Chénier di Giordano ancora in scena al Teatro alla Scala

L’Andrea Chénier di Umberto Giordano inaugura la stagione scaligera 2017/2018. Una produzione intorno alla quale si è discusso moltissimo e con cognizione. Titolo che, storicamente, per cinque decenni – sin dalla sua prima nel 1896 – è stato onnipresente nei cartelloni italiani, è andato scomparendo con la progressiva estinzione delle grandi voci tenorili. Negli ultimi anni, lo Chénier è ritornato in auge in Europa riproposto prima per José Cura e poi per Jonas Kaufmann. In quest’occasione pochi possono affermare che Yusif Eyvazov si riveli interprete che colga nel segno sia sotto il profilo il vocale che scenico. Bravo per contro è Luca Salsi (Gerard) che, solo fosse più chiara la dizione, sarebbe interprete davvero ideale. La dizione non è un punto di forza neppure per Anna Netrebko, la star del cast – oggetto delle attenzioni più sfrenate da parte di ammiratori accorsi da ogni dove. Il timbro è generoso ed il volume è notevole, a dispetto di un fraseggio mai approfondito. La resa scenica non è memorabile e spiace che, nonostante il proseguire delle recite, non vi sia stato alcun approfondimento di un personaggio (quello di Maddalena) che, seppur ridotto, ha comunque una sua dignità drammatica. Nel nutrito stuolo di parti di fianco emergono le ottime Annalisa Stroppa (Bersi) e Judit Kutasi (Madelon) oltre al sempre eccellente Carlo Bosi (un “Incredibile”).

La direzione di Riccardo Chailly è semplicemente meravigliosa. Nulla si può obiettare a una simile lettura che mette in luce il valore di una partitura spesso ingiustamente bistrattata. L’orchestra lo segue alla perfezione dimostrando una compattezza ed una ricchezza di armonici che tanto aveva impressionato nella Fanciulla del West del 2016. Ottimo come di consueto l’apporto del coro diretto da Bruno Casoni.

La regia di Mario Martone non è particolarmente ispirata e si limita a far agire i protagonisti al proscenio riservando ai comprimari gli spazi immediatamente retrostanti. La magnifica scena che Margherita Palli ricrea per il secondo quadro, con una serie di piani sovrapposti che si sviluppano su di una profondità davvero ragguardevole, non ha suo degno contraltare né nel terzo né nell’ultimo quadro. Belli i costumi di Ursula Patzak e più che funzionale il disegno luci di Pasquale Mari. Grande successo al termine.


Teatro alla Scala
Milano 2 gennaio 2018


Andrea Chénier
dramma di ambiente storico
in quattro quadri

libretto Luigi Illica
musica Umberto Giordano

 

Andrea Chénier | Yusif Eyvazov
Maddalena di Coigny | Anna Netrebko
Carlo Gérard | Luca Salsi
La mulatta Bersi | Annalisa Stroppa
La contessa di Coigny | Mariana Pentcheva
Madelon | Judit Kutasi
Roucher | Gabriele Sagona
Pietro Fléville | Costantino Finucci
Un “Incredibile” | Carlo Bosi
Fouquier Tinville | Gianluca Breda
Mathieu | Francesco Verna
L’abate | Manuel Pierattelli
Schmidt | Romano Dal Zovo
Il maestro di casa / Dumas | Riccardo Fassi

 

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
con la partecipazione del Corpo di ballo del Teatro alla Scala

direttore | Riccardo Chailly
maestro del coro | Bruno Casoni
regia | Mario Martone
scene | Margherita Palli
costumi | Ursula Patzak
luci | Pasquale Mari
coreografia | Daniela Schiavoni  

 

teatroallascala.org

 

 

ph. Brescia/Amisano

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