Serata elegante quella dello scorso 12 gennaio al Teatro Regio di Parma in occasione del Rigoletto di Verdi, titolo che ha inaugurato la nuova stagione d’opera, con moltissime pellicce e abiti lunghi per la sfilata della Parma bene, ma anche giovani elegantissimi e bambini pettinati di tutto punto, che si avvicinano all’opera e rappresenteranno, forse, il futuro di questo genere musicale. I lunghi applausi finali sono stati la dimostrazione che il pubblico di questa prima ha apprezzato la scelta dell’opera, nonostante un allestimento non inedito, ma che è in circolazione dagli anni ’80. Forse in mezzo a un panorama registico, specialmente per il teatro d’opera, dove il brutto, lo scandaloso, l’inappropriato la fanno da padrone, conforta occhi e cuore vedere uno spettacolo così aderente alle richieste del compositore e del librettista.
Protagonista indiscusso della serata è Leo Nucci (che festeggia i 50 anni di carriera e a cui la serata è dedicata). Nel suo Cortigiani vil razza dannata Nucci ha fatto molto bene, arrivando su un difende l’onor da far venire la pelle d’oca, tanto era realistico e sentito. Le richieste di bis durante il lunghissimo applauso sono state molte, ma non è stato concesso, bis che verrà invece concesso al Sì, vendetta con un acuto finale semplicemente grandioso. Colpiscono gli occhi e l’espressione quasi spiritata di Leo Nucci nel quartetto del terzo atto, che dimostra di essere ormai un tutt’uno con il suo personaggio.
Buona la Gilda di Jessica Nuccio, in Tutte le feste al tempio ottiene ottimi accenti e anche dei buoni piani e pianissimi, una vera prova di come si possa “recitar cantando”, dando significato alla parola. Rimane però forse un po’ troppo legata al direttore d’orchestra, che continua a guardare, perdendo quindi parte della naturalezza e del realismo che sarebbe capace di trasmettere grazie all’ottima tecnica e alla cura della parola.
Ottimo lo Sparafucile di Giacomo Prestia, con un fedele m’avrà e un buonanotte, del terzo atto, pieni e scuri, una vera rarità negli ultimi anni, visti i molti Sparafucile con voce inesistente nelle note basse. La Maddalena di Rossana Rinaldi ha una bella voce, ma nelle sue battute d’ingresso e nel quartetto tende ad essere coperta dalle altre voci e dall’orchestra, che risulta a nostro parere un po’ troppo pesante in questo punto. A sua discolpa si deve anche ricordare che canta circa 3 metri più in fondo rispetto alla coppia Rigoletto/Gilda che invece sono molto più vicini al proscenio.
L’anello forse più debole del cast è stato il Duca di Stefan Pop. I pareri in sala su di lui non sono stati unanimi e applausi e commenti sono parsi estremamente divisi tra i sostenitori e coloro che non ha apprezzato del tutto la sua performance. Il suo timbro in effetti non risulta gradevolissimo, forse per colpa di un vibrato non troppo piacevole che fa sembrare meno a fuoco le note, ma tuttavia bisogna dire che ha voce sicura e tonante. Durante la serata ha dimostrato una leggera difficoltà nell’acuto al termine dell’aria di apertura del II atto, e la sua La donna è mobile è parsa corretta, riuscendo ad ottenere l’applauso di rito. Nonostante le difficoltà, riesce comunque a riscattarsi molto bene con una bellissima interpretazione nel quartetto Bella figlia dell’amore.
Bravissimo il coro, guidato da Martino Faggiani specialmente nei pianissimi e nel Zitti Zitti, muoviamo a vendetta cantato tutto sottovoce con un ottimo effetto drammatico.
Dal punto di vista scenico, quello che ha aperto la nuova stagione del Teatro Regio di Parma è uno dei Rigoletto più belli in circolazione nei teatri italiani, con spazi sia interni che esterni molto curati, molto realistici, quasi cinematografici. Molto riuscita la resa della scena del rapimento di Gilda, con una puntuale ricostruzione della via in cui abita Rigoletto, con tanto di cortile interno e finestra di Gilda illuminata. Altrettanto ben riuscita la scena del terzo atto finale nella torre di Sparafucile. I bellissimi costumi, appropriati al tempo e ai luoghi, così come al libretto sono quelli (come anche le scene) firmati da Samaritani nel 1987.
Lo spettacolo è nel complesso molto gradevole con una regia ottima, Leo Nucci che pur non avendo più la voce di un tempo riesce a compensare con ottima tecnica, stile e interpretazione e Jessica Nuccio è una voce promettente da seguire con attenzione; in conclusione: il fascino del bello e del rispetto del libretto, sarà pur noioso… ma piace ancora.
Teatro Regio di Parma
12 gennaio 2018
Rigoletto
melodramma in 3 atti
libretto | Francesco Maria Piave dal dramma “Le roi s’amuse” di Victor Hugo
musica | Giuseppe Verdi
Il duca | Stefan Pop
Rigoletto | Leo Nucci
Gilda | Jessica Nuccio
Sparafucile | Giacomo Prestia
Maddalena | Rossana Rinaldi
direttore | Francesco Ivan Ciampa
maestro del coro | Martino Faggiani
regia | Elisabetta Brusa
scene e costumi | Pier Luigi Samaritani
Orchestra dell’Opera italiana
Coro del Teatro Regio di Parma
ph. Roberto Ricci