Come sesto appuntamento della stagione sinfonica, il Teatro alla Scala propone Franz Welser-Möst sul podio della Filarmonica a dirigere la prima di Beethoven e la domestica di Richard Strauss. Una bella esecuzione, quella di venerdì 9 marzo, accolta da un successo ingiustamente tiepido, tributato da un pubblico numeroso quanto disattento.
Se dapprima con Beethoven l’esecuzione si attesta ad un livello di soddisfacente professionismo, il meglio si registra nella seconda parte della serata, dedicata al più glorioso dei post-wagneriani. Così, nell’Andante (cantabile con moto) così come nell’Adagio finale, la serata prende una vera svolta in positivo. Strauss offre un ritratto autobiografico che è di per sé un capolavoro di vita quotidiana fatta di sentimenti contrastanti, grandi gioie e trascurabili negatività. Quest’alternanza tra lirismo e umorismo si traduce in un contrappunto perfetto che governa un organico arricchito di ben otto corni e quattro sassofoni.
Welser-Möst riesce a conciliare benissimo le esigenze stilistiche delle due composizioni strizzando l’occhio alla tradizione sinfonica classica. Il gesto è chiaro e l’attenzione ad esaltare il connubio dei diversi caratteri riflette quale e quanta sia la padronanza che il direttore ha di entrambe le composizioni. Dà inoltre il meglio di sé nello Scherzo della domestica quando i clarinetti descrivono il dissolversi l’inquietudine si risolvendo il tutto in un clima di lucente distensione, descritta dei clarinetti culmina conclusa da sette colpi di Glockenspiel.
Teatro alla Scala
Milano 9 Marzo 2018
Filarmonica della Scala
diretta da Franz Welser-Möst
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 1 in do magg. op. 21
Richard Strauss
Symphonia domestica op. 53
ph. Marco Brescia & Rudy Amisano