Il Teatro Municipale di Piacenza, dopo La Wally di Catalani, messa in scena lo scorso anno, prosegue anche in questa stagione nel suo percorso di recupero di titoli desueti del repertorio italiano, con la messa in scena de La Gioconda di Amilcare Ponchielli, titolo molto amato dal pubblico ma raramente rappresentato sui palcoscenici dei teatri italiani.
L’attesa per questa opera così poco rappresentata, ma così presente nell’immaginario degli appassionati è stata ripagata da un ottimo spettacolo, sia dal punto di vista musicale che da quello registico. Lo spettacolo è firmato dal giovane regista Federico Bertolani, già noto a Piacenza per un riuscito allestimento de Il turco in Italia. Elemento centrale di tutto lo sviluppo registico è l’acqua che all’inizio dell’opera è giusto una piccola presenza per poi invece diventare sempre più preponderante con il passare degli atti e delle situazioni, fino all’atto finale, tutto ambientato sull’acqua con una piccola piattaforma dove i personaggi si giocano il loro destino. Ed è proprio l’acqua che è una trasfigurazione di Gioconda e delle sue certezze che lentamente si dissolvono in quell’elemento dove solo uno dei personaggi sarà sempre immerso, ossia Barnaba. La messinscena è semplice e giocata su pochi elementi, però utilizzati in modo da essere efficaci e da ricreare in modo ottimale i diversi ambienti. Uno stendardo con il Leone di San Marco, drappi rossi per le stanze di Alvise Badoero, la vela della barca di Enzo Grimaldo sono alcuni degli elementi che ci hanno aiutato a identificare le ambientazioni della vicenda veneziana. Tutta la scatola scenica era chiusa da teli trasparenti che permettevano in questo modo degli ottimi giochi di luci (molto bella da questo punto di vista la scena che precede la celeberrima Cielo e mar con le nuvole che si spostano sullo sfondo di un meraviglioso cielo azzurro). Bertolani crea uno spettacolo semplice, ma allo stesso tempo ben riuscito ed incisivo.
La Gioconda è opera che richiede un cast numeroso e il Municipale è riuscito a radunare ottimi interpreti per la produzione di questa stagione. Ottimi i due protagonisti, Saioa Hernández e Francesco Meli, entrambi debuttanti nei rispettivi ruoli di Gioconda e Enzo Grimaldo. Dopo il bel successo della scorsa stagione come protagonista de La Wally, il soprano spagnolo si è cimentata con un ruolo intenso ed estremamente drammatico, riuscendo a ridare l’animo tormentato di Gioconda grazie ad una voce dal colore brunito, sicura nel registro acuto, ma allo stesso modo in quello grave, senza essere in alcun modo falsato o forzato. Dopo la celebre aria Suicidio! il teatro le ha concesso una vera e propria ovazione meritatissima. Ottima anche la prova del tenore genovese, ormai di casa sui palcoscenici di tutto il mondo. Per la prima volta nei panni di Enzo Grimaldo, Meli ha saputo ben cesellare le sfumature del personaggio, prediligendo le parti più squisitamente liriche con una linea di canto sempre pulita ed elegante. Grande successo anche per la sua Cielo e mar che lo ha visto interprete convincente ed appassionato. Ottima anche la prova del mezzosoprano Anna Maria Chiuri nei panni di Laura Adorno. Dopo il successo ne Il trittico, il mezzosoprano piacentino d’adozione ha offerto la sua voce drammatica, precisa e calibrata al personaggio della donna innamorata di Enzo Grimaldo. Grazie a questi interpreti di primissimo livello, il terzetto finale è così stato uno dei momenti più emozionanti dell’opera. Il numeroso cast proseguiva con il baritono Sebastian Catana (Barnaba), purtroppo influenzato ma che nonostante ciò si è fatto apprezzare per una voce tonante e brunita, perfettamente adatta al viscido personaggio che si trovava ad interpretare. Completavano il cast il basso Giacomo Prestia, autorevole nei panni di Alvise Badoero, il contralto Agostina Smimmero toccante nei panni della Cieca. Ottimi anche i comprimari Graziano Dellavalle (Zuàne), Nicolò Donini (un cantore), Lorenzo Izzo (Isèpo) e Simone Tansini (un pilota / Barnabotto). La parte musicale è stata ottimamente diretta da Daniele Callegari alla testa dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna, capace bene di rendere le giuste dinamiche della partitura, lanciando l’orchestra in ampi squarci drammatici per poi abbandonarsi ai momenti più lirici. Ottima la leggerezza dell’orchestra nelle famose danze del terzo atto, interpretate dalla Compagnia Artemis Danza. Ottimi i numerosi interventi del Coro del Teatro Municipale diretto da Corrado Casati.
Dopo il grande successo registrato al debutto piacentino La Gioconda proseguirà il suo percorso nei teatri dell’Emilia Romagna a Modena il 23 e il 25 marzo e a Reggio Emilia il 6 e l’8 aprile; inoltre (proprio a certificare l’importanza dell’evento per il mondo dei melomani) l’opera è stata registrata dalle telecamere della RAI e verrà trasmessa integralmente da RAI 5 nelle prossime settimane.
Teatro Municipale
Piacenza 18 marzo 2018
La Gioconda
melodramma in quattro atti su libretto di Arrigo Boito
musica di Amilcare Ponchielli
La Gioconda | Saioa Hernández
Enzo Grimaldo | Francesco Meli
Laura Adorno | Anna Maria Chiuri
Alvise Badoero | Giacomo Prestia
La Cieca | Agostina Smimmero
Barnaba | Sebastian Catana
Zuàne | Graziano Dallavalle
Un cantore | Nicolò Donini
Isèpo | Lorenzo Izzo
Un pilota / Barnabotto | Simone Tansini
Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Voci bianche del coro farnesiano di Piacenza
Compagnia Artemis Danza
maestro concertatore e direttore | Daniele Callegari
regia | Federico Bertolani
scene | Andrea Belli
costumi | Valeria Donata Bettella
luci | Fiammetta Baldiserri
maestro del coro | Corrado Casati
maestro del coro di voci bianche | Mario Pigazzini
coreografie | Monica Casadei
Nuovo Allestimento
Coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza | Fondazione Teatro Comunale di Modena | I Teatri di Reggio Emilia
ph. Roberto Ricci