I Lombardi alla Prima Crociata, Giuseppe Verdi, Teatro Regio di Torino, Torino, Michele Mariotti

I Lombardi di Verdi al Regio di Torino

Al Teatro Regio di Torino dal 17 al 28 aprile 2018 è tornata in scena (dopo quasi 92 anni di assenza dal palco del Teatro Regio di Torino) la quarta opera di Giuseppe Verdi, ossia I Lombardi alla prima crociata. La direzione musicale è stata affidata a Michele Mariotti, mentre l’allestimento è quello firmato da Stefano Mazzonis di Pralafera per l’Opéra Royal de Wallonie-Liège per la Jérusalem andata in scena nel marzo 2017.

I Lombardi non è opera facile da mettere in scena, per il periodo storico in cui viene ambientata e a cui è strettamente legata e soprattutto per le numerose ambientazioni richieste. Il regista torinese purtroppo ha offerto una “non lettura” dell’opera, limitandosi a mettere in scena quello che accade nel libretto, senza cercare di offrire una propria interpretazione o a fornire chiavi di lettura allo spettatore. Numerosi i cambi scena che contribuiscono a rendere la materia drammaturgica ancora più frammentaria di come già si presenta in partenza. Del tutto trascurabili sia le scene (estremamente insipide) firmate da Jean-Guy Lecat che i costumi (troppo spesso fuori luogo) di Fernand Ruiz.

La parte musicale è senz’altro risultata quella più convincente della serata, strappando numerosi consensi e applausi a scena aperta. Sul palcoscenico era raccolto un cast di primissimo livello, diretto da uno dei direttori italiani oggi più apprezzati per il repertorio ottocentesco. Michele Mariotti si confrontava per la prima volta con la partitura dei Lombardi e lo ha fatto in modo attento e preciso, capace di creare ottima sinergia tra orchestra e palcoscenico. Le dinamiche orchestrali, i colori e le sfumature vengono rispettati e sottolineati in ogni momento, senza mai eccedere e riuscendo a donare quella coesione all’opera, che è venuta a mancare a causa del frammentato spettacolo registico. Un’ottima prova quindi quella del maestro pesarese, salutato da tanti calorosi applausi. Numerosi applausi non sono mancati neppure per il nutritissimo cast impegnato sul palcoscenico, a cominciare da Angela Meade nel ruolo di Giselda. Il soprano americano ha brillato grazie ad una bella voce, ben controllata e proiettata, capace di brillare in acuto e di padroneggiare le agilità e le smorzature che il ruolo prevede. Nell’interpretazione non è purtroppo aiutata da una regia statica che la porta a cantare praticamente tutto il tempo in proscenio. L’amato Oronte era interpretato da Francesco Meli che ci offre un’altra ottima prova dopo quella della recente Gioconda vista al Municipale di Piacenza. Il tenore genovese ha una voce squisitamente lirica, capace di piegarsi alle esigenze del ruolo. Ottima l’interpretazione dell’aria “La mia letizia infondere”, probabilmente il pezzo più famoso di tutta l’opera. Il duetto tra Oronte e Griselda del terzo atto è stato sicuramente uno dei momenti più alti di tutta l’esecuzione. Ottimo anche il Pagano di Alex Esposito, alle prese con il suo primo ruolo verdiano, capace di conferire autorevolezza sia nell’interpretazione vocale precisa e sicura, sia in quella drammaturgica. Reduce da un’indisposizione, Giuseppe Gipali ha i mezzi per cantare la difficoltosa parte di Arvino, ma lo si è visto un poco in difficoltà. Ottimi i numerosi altri comprimari, a cominciare dalle due donne (la Viclinda di Lavinia Bini e la Sofia di Alexandra Zabala) per continuare con il Pirro di Antonio Di Matteo, l’Acciano di Giuseppe Capoferri e il Priore di Joshua Sanders.

Altro vero e proprio protagonista è stato l’eccellente coro del Teatro Regio preparato con precisione da Andrea Secchi e fortemente atteso nell’altro grande momento dell’opera O Signore dal tetto natio e molto applaudito.

Il clima che si respira al Regio in questi giorni non è purtroppo dei migliori. E’ di pochi giorni fa infatti la notizia delle dimissioni del sovrintendente Walter Vergnano, della nomina del nuovo sovrintendente William Graziosi e delle conseguenti successive (polemiche) dimissioni del direttore musicale Gianandrea Noseda. Nonostante tutto ciò il pubblico del Regio di Torino ha affollato la sala per l’ultima recita di questa settima produzione operistica della stagione, dimostrando il proprio apprezzamento e il proprio affetto verso il teatro torinese.

 

 

Se volete approfondire vi segnaliamo il libro di Christopher Tyerman Come organizzare una crociata edito da UTET, che racconta in maniera meticolosa ma divertente, con numerosi aneddoti e curiosità il fenomeno storico delle crociate, che viene così liberato delle tinte barbare con cui l’illuminismo lo ha sempre ritratto.


Teatro Regio
Torino | 28 aprile 2018

 

I Lombardi alla prima crociata
Dramma lirico in quattro atti

libretto di Temistocle Solera
dall’omonimo poema di Tommaso Grossi
musica di Giuseppe Verdi

Arvino | Giuseppe Gipali
Pagano | Alex Esposito
Viclinda | Lavinia Bini
Giselda | Angela Meade
Pirro | Antonio Di Matteo
Un priore della Città di Milano | Joshua Sanders
Acciano | Giuseppe Capoferri
Oronte | Francesco Meli
Sofia | Alexandra Zabala

 

Orchestra e Coro del Teatro Regio

direttore | Michele Mariotti
regia | Stefano Mazzonis di Pralafera
scene | Jean-Guy Lecat
costumi | Fernand Ruiz
luci | Francesco Marri
maestro del coro | Andrea Secchi

teatroregio.torino.it

#LombardiTRT

 

ph. Ramella&Giannese © Teatro Regio Torino

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