Al Teatro Filarmonico di Verona domenica 29 aprile ha debuttato il penultimo titolo della stagione lirica 2017/2018 ossia Anna Bolena di Gaetano Donizetti; presentato nell’allestimento firmato da Graham Vick nel 2007 per il teatro veronese.
E’ il secondo allestimento del regista inglese in questa stagione del Filarmonico di Verona, dopo la Manon Lescaut pucciniana e ancora una volta lo spettacolo si è dimostrato molto interessante e ben curato dal punto di vista dell’interpretazione drammaturgica. L’allestimento scenografico, curato da Paul Brown, è formato da una pedana rotante traslucida su cui agiscono i personaggi della vicenda. Pochi gli elementi sopra la pedana: gli scranni del trono, un letto (il vero centro focale di tutto quello che succede nella vicenda di Anna Bolena e Enrico VIII), due cavalli nella scena della caccia (in posa plastica forse come la rigidità della corte), alcune architetture dalle tinte glaciali che rimandano alle architetture inglesi di epoca Tudor, che lasciano intravedere, come delle ombre, gli intrighi che si svolgono al loro interno. Sulla pedana si muovono i personaggi principali, con il coro (e idealmente il popolo) che partecipa attorno, come in una sorta di teatro elisabettiano. Nel momento cruciale dell’opera scende in palcoscenico anche una gigantesca spada, probabilmente quella destinata alla testa di Anna. Sontuosi i costumi (sempre di Paul Brown) che aiutano a datare l’azione nel periodo storico di riferimento. Uno spettacolo di grande impatto grazie anche alle luci di Giuseppe Di Iorio, ma soprattutto grazie all’impianto drammaturgico, fondato sulla consapevolezza di Anna di aver già perso l’innocenza, di essere già scesa a patti con qualcosa più grande di lei.
Il versante musicale ha avuto molti consensi da parte del pubblico. Il maestro Jordi Bernàcer dirigeva l’Orchestra dell’Arena di Verona in modo corretto, mantenendo una buona sinergia tra buca e orchestra. Unico appunto è la scelta di tempi piuttosto lenti in alcuni momenti (soprattutto nel primo atto), per poi invece accelerare nel secondo atto dove magari si sarebbe desiderata più introspezione. Protagonista il soprano russo Irina Lungu che già conoscevamo per l’ottima interpretazione di Elvira ne I puritani dei teatri emiliani dello scorso anno. La voce è squisitamente lirica e fascinosa, a suo agio nelle parti più cantabili e forse meno in quelle più drammatiche, ma la Lungu convince in questo ostico ruolo e ne fa una regina dolente, ma consapevole del destino a cui sta andando incontro. Molto apprezzata e sentita l’esecuzione de Al dolce guidami. Ottima la Jane Seymour di Annalisa Stroppa che, nonostante annunciata come indisposta, ha offerto un’interpretazione vocale di primissimo livello, con una bella voce omogenea ottimamente proiettata e affascinante nell’interpretazione. Il duetto tra Anna e Giovanna del secondo atto Sul suo capo aggravi un Dio è stato uno dei momenti più alti di tutta l’esecuzione. Percy era il tenore Antonino Siragusa, perfettamente a suo agio nella difficile tessitura prevista dal ruolo, soprattutto nella parte acuta, cantata con voce sicura e baldanzosa. Buona la prova del basso Mirco Palazzi nella parte di Enrico VIII, in alcuni momenti in difficoltà nella zona acuta, ma dall’ottima interpretazione. Completavano il cast il corretto Smeton di Manuela Custer (chiamata all’ultimo a sostituire Martina Belli), il buon Lord Rochefort di Romano Dal Zovo e il Sir Hervey di Nicola Pamio. Buona la prova del Coro dell’Arena di Verona preparato da Vito Lombardi.
Dopo il Roberto Devereux di Parma e la Maria Stuarda di Zurigo, un successo anche per la terza regina Tudor in scena in questa primavera. Anna Bolena al Filarmonico sarà in scena fino al 6 maggio e vi invitiamo a non perdervela.
Se volete approfondire l’argomento vi segnaliamo il libro di Antonia Fraser Le sei mogli di Enrico VIII, edito da Mondadori. Nel libro Antonia Fraser racconta sei storie straordinarie – romantiche, crudeli, drammatiche, a volte farsesche – che danno nuova vita ai caratteri stereotipati della leggenda delle vittime innocenti di un tiranno. Sei donne dai tormentati rapporti reciproci, che diedero prova di intelligenza, coraggio e grande indipendenza di spirito
Teatro Filarmonico
Verona | 29 aprile 2018
Anna Bolena
tragedia lirica in due atti
libretto di Felice Romani
musica di Gaetano Donizetti
Anna Bolena | Irina Lungu
Enrico VIII | Mirco Palazzi
Giovanna di Seymour | Annalisa Stroppa
Lord Riccardo Percy | Antonino Siragusa
Smeton | Manuela Custer
Lord Rochefort | Romano Dal Zovo
Sir Hervey | Nicola Pamio
Orchestra, Coro e Tecnici dell’Arena di Verona
maestro del Coro | Vito Lombardi
direttore | Jordi Bernàcer
regia | Graham Vick
scene e costumi | Paul Brown
lighting designer | Giuseppe Di Iorio
allestimento della Fondazione Arena di Verona
in coproduzione con la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
ph. Foto Ennevi