Cinque decenni circa da quando in Occidente si è tornati ad applaudire Le Corsaire, titolo difficile da affrontare per l’impegnativo virtuosismo che richiede. Quello che è originariamente il passo a tra Conrad, Medora e Alì è stato proposto dapprima da Nureyev e dalla Fontaine come passo a due nei gala ed è diventato un must. Il Teatro alla Scala di Milano decide finalmente di metterlo in repertorio con grande soddisfazione del pubblico e della critica. Si tratta di un dramma di avventura animato da rapimenti, numeri solistici, danze di carattere, continui cambi di scena, opulenza nei costumi: tutti gli ingredienti insomma per renderlo un intramontabile evergreen per i botteghini.
Le Corsaire è un balletto che oltre a richiedere sei solisti (due maschili e quattro femminili) di primo livello consente a tutto il corpo di ballo di mettere in luce le proprie carte vincenti con predilezione per le donne, che godono di uno splendido affresco qual è il jardin animé. Il Teatro alla Scala presenta Le Corsaire nella versione che ha debuttato nel 1997 al Boston Ballet a cura di Anna-Marie Holmes rielaborata sulla base della versione di Konstantin Sergeyev (dall’originale di Marius Petipa). La partitura è invece riorchestrata da Kevin Galiè. Nel corso della seconda metà del XIX secolo ha perso la sua caratteristica originaria e da ballet pantomime – basato dunque su una trama particolarmente incisiva e personaggi fortemente definiti – allargandosi a dismisura sino a divenire un grand spectacle poi a furia di aggiunte musicali e coreografiche. A livello musicale la partitura è un patchwork costituito principalmente da musiche di Adolphe Adam, i cui momenti più raffinati si devono a Léo Delibes.
Il virtuosismo per Timofej Andrijashenko (Conrad) non presenta affatto un ostacolo e il ballerino lettone si conferma uno dei migliori solisti della nuova generazione. Degna coprotagonista si conferma Nicoletta Manni nei panni Medora: splendida è la sua finesse d’amour con la quale nel primo atto incanta il pubblico, oltre al pascià Seyd. Bravissima è anche Martina Arduino (Gulnare), giustamente applaudita sin dal pas d’esclave col mercante di schiavi. E’ proprio lo sviluppo ruolo di Lankedem, originariamente previsto per un mimo e poi modificato in danzante dalla Holmes, che presenta uno dei tratti caratteristici apportato dalla grande coreografa canadese sulla versione di Sergeyev. Marco Agostino è Lankedem in questa replica e si conferma un valido interprete. Accolto da autentiche ovazioni, più di tutti, Mattia Semperboni è un bravissimo Alì. Corretto è inoltre Antonino Sutera, Birbanto, (caratterizzato dalle solite difficoltà nell’elevazione) e bravissima Emanuela Montanari (Zulmea), una colonna portante del corpo di ballo scaligero, subentrata per l’indisposizione della prevista Antonella Albano.
L’allestimento è splendido ed è firmato per le scene e i costumi da Luisa Spinatelli. La direzione d’orchestra è affidata al bravissimo Patrick Fournillier che cerca di contenere a livello ritmico le pagine musicali nelle quali la raffinatezza non la fa esattamente da padrona. Grande successo per tutti al termine della recita.
Teatro alla Scala
Milano 9 maggio 2018
Le Corsaire
musica di Adolphe Adam, Cesare Pugni, Léo Delibes, Riccardo Drigo e Peter von Oldenburg
libretto di Jules-Henry Vernoy de Saint-Georges e Joseph Mazilier,
nella versione di Anna-Marie Holmes
basato su The Corsair (1814) di Lord Byron
coreografia | Anna-Marie Holmes
assistente coreografa | Natalia Akhmarova
da Marius Petipa e Konstantin Sergeyev
musica riorchestrata da Kevin Galiè
Medora | Nicoletta Manni
Gulnare | Martina Arduino
Conrad | Timofej Andrijashenko
Lankendem | Marco Agostino
Birbanto | Antonino Sutera
Alì, lo schiavo | Mattia Semperboni
Zulmea | Emanuela Montanari
Tre odalische | Virna Toppi, Maria Celeste Losa, Alessandra Vassallo
Il pascià | Alessandro Grillo
Due coppie di corsari | Deborah Gismondi, Mariafrancesca Garritano, Christian Fagetti, Massimo Garon
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala
direttore | Patrick Fournillier
scene e costumi | Luisa Spinatelli
luci | Marco Filibeck