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Il Fierrabras al Teatro alla Scala di Milano

Al Teatro alla Scala è in scena per la prima volta il Fierrabras di Franz Schubert, opera eroico-romantica che, nonostante la poca fortuna all’epoca della composizione, in epoca più recente ha ritrovato notorietà grazie soprattutto all’interesse dimostrato nella partitura da parte di Claudio Abbado che la riportò in scena a Vienna nel 1988. La fama di Schubert non è certamente legata al suo materiale operistico, ma alle sue sinfonie, ai concerti e ai numerosi cicli di Lieder. E’ interessante quindi vedere come un compositore così celebre per il suo materiale sinfonico si sia avvicinato (per molte volte in realtà) alla composizione operistica e ottima è quindi stata l’operazione del Teatro alla Scala che ha deciso di portarla in scena per la prima volta.

La produzione in scena in questi giorni al Piermarini proviene dal Festival di Salisburgo del 2014 ed è firmata da Peter Stein. Il regista tedesco ambienta la vicenda cavalleresca di Carlo Magno, Orlando e Fierrabras in un mondo che sembra essere uscito da un’incisione di Gustave Doré, con una scenografia (curata da Ferdinand Wögerbauer) tutta in bianco e nero che riempie in modo cospicuo il palcoscenico, lasciando in realtà ben poco spazio di movimento ai personaggi e al coro. Inoltre i gesti e i movimenti risultano stereotipati, soprattutto nel caso di Carlo Magno. Il risultato è nel complesso molto statico, forse perché sembra proprio richiamare la staticità delle illustrazioni dei romanzi d’appendice ottocenteschi, ma rimangono alcuni momenti interessanti che purtroppo si perdono nella totalità di uno spettacolo da definire quasi “immobile”. Belli i costumi di Anna Maria Heinreich e molto suggestive le luci di Joachim Barth.

Torna sul podio scaligero dopo quattro anni di assenza il Maestro Daniel Harding. La sua concertazione risulta elegante, ma eccessivamente misurata nella prima parte, per poi riuscire meglio nel secondo e terzo atto dove riusciamo almeno percepire alcuni degli slanci romantici che ritroviamo solitamente nello Schubert sinfonico. Quella del maestro inglese risulta quindi una direzione corretta, ma mancante di quei colori che ci si aspetterebbe da questa partitura. Il cast vocale ha svolto bene il proprio compito, senza che nessuno si sia distinto in modo particolare. Fierrabras era il tenore Bernard Richter che ha ben interpretato il ruolo grazie alla sua bella voce, seppur con qualche piccola incertezza nella zona acuta. Il rivale in amore Eginhard era un altro tenore, Peter Sonn che a differenza del collega è sembrato maggiormente in difficoltà con uno stile di canto non troppo preciso ed equilibrato. Tra le due protagoniste femminili, Dorothea Röschmann (Florinda) possiede una bella voce lirica che svetta nell’acuto e regala un’ottima interpretazione drammaturgica del personaggio; mentre Anett Fritsch interpretava Emma in modo altrettanto convincente, ma con alcune difficoltà nella parte più acuta della tessitura. Ottimo si conferma il baritono Markus Werba nel piccolo ruolo di Roland. Sebastian Pilgrim era invece un buon Carlo Magno, così come Lauri Vasar nei panni di Boland. Completavano il cast Marie-Claude Chappuis (Maragond), Gustavo Castillo (Brutamonte); Martin Piskorski (Ogier) e Alla Samokhotova (una ragazza). Ottima la prova del Coro del Teatro alla Scala preparato da Bruno Casoni.

Applausi per tutti gli interpreti con particolare apprezzamento per Daniel Harding. In questi stessi giorni il Teatro alla Scala alterna questa opera a Fidelio di Beethoven, opera a cui Schubert sicuramente si è ispirato per Fierrabras. Non c’è quindi miglior occasione che poterle vedere entrambe in questi primi giorni estivi a Milano.

Davide Marchetti


Teatro alla Scala
Milano | 19 giugno 2018

Fierrabras
Opera eroico-romantica in tre atti

Musica di Franz Schubert
Libretto di Josef Kupelwieser

König Karl, re dei Franchi | Sebastian Pigrimm
Emma, sua figlia | Anett Fritsch
Roland, paladino franco | Markus Werba
Eginhard, cavaliere alla corte di König Karl | Peter Sonn
Boland, ammiraglio spagnolo principe dei mori | Lauri Vasar
Fierrabras, suo figlio | Bernard Richter
Florinda, sua figlia | Dorothea Röschmann
Maragond, ancella del seguito | Marie-Claude Chappuis
Brutamonte, comandante dei mori | Gustavo Castillo
Ogier, paladino franco | Martin Piskorski
Eine Jungfrau | Alla Samokhotova

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

direttore | Daniel Harding
maestro del coro | Bruno Casoni
regia | Peter Stein
ripresa | Bettina Geyer e Marco Monzini
scene | ferdinand Wögerbauer
costumi | Anna Maria Heinreich
luci | Joachim Barth

Produzione Salzburger Festspiele

 

teatroallascala.org

 

ph. Brescia&Amisano

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