Al Münchner Opernfestspiele 2018 è tornato in scena per una sola recita prima della ripresa dell’inverno 2019 un titolo italiano tra i più amati dal pubblico, L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti nell’allestimento del regista David Bosch che ha debuttato alla Bayerische Staatsoper nel 2009. L’opera è ambientata in un luogo non ben precisato, ma polveroso e scuro in cui sembra di essere appena usciti da un conflitto (tanto che ci sono i soldati che infatti “occupano la piazza”). Per questo motivo tutti i personaggi sembrano provare nostalgia per un mondo che non c’è più e pronti ad accogliere qualsiasi novità con estrema gioia e felicità. Il tutto sembra essere però visto dagli occhi ingenui di Nemorino, tanto che non mancano elementi naïf (a cominciare dalla scritta “L’elisir d’amore” sul sipario per continuare con i palloncini presenti lungo tutta l’opera) che ci mostrano il mondo disincantato in cui vive il protagonista. La scena più spettacolare è sicuramente l’arrivo di Dulcamara, con un veicolo futuristico che lo fa sembrare davvero straordinario. Nonostante quindi in scena non sia possibile vedere il villaggio di campagna o il carretto di Dulcamara, l’opera scorre facilmente con una regia efficace che lavora ottimamente sulla recitazione dei cantanti, ognuno perfettamente in parte.
Alla testa della Bayerische Staatsorchester c’era il giovane direttore italiano Giacomo Sagripanti. Il direttore abruzzese ha offerto una lettura di tradizione (con tutti i da capo tagliati) improntata all’aspetto nostalgico della vicenda, volendo sottolinearne così gli aspetti più malinconici. Di conseguenza i tempi dei momenti più lirici (su tutti Una furtiva lagrima) erano notevolmente e forse troppo dilatati, mettendo un poco in difficoltà i cantanti coinvolti. Nemorino era Vittorio Grigolo che ha offerto una prova generosa e partecipe in un ruolo che gli si adatta perfettamente, sia dal punto di vista vocale (il tenore italiano è apparso in ottima forma vocale, con una voce sicura in acuto e ben proiettata) che da quello interpretativo, ben calato nel ruolo del ragazzo innamorato e ingenuo, con una recitazione a tratti sopra le righe, ma perfettamente adatta a quanto dettato dalla regia. Olga Kulchynska era invece Adina, ruolo che ha debuttato lo scorso anno all’Opernhaus di Zurigo. Il soprano ucraino è sembrato perfettamente a suo agio nella parte, sufficientemente capricciosetta, ma allo stesso tempo capace di mostrarci l’evoluzione del personaggio fino all’emozionante Prendi per me sei libero. Vocalmente è sicura sia nelle coloratura che Donizetti le assegna, sia negli acuti, rimanendo ugualmente efficace nei momenti più lirici. Veterano della produzione era Ambrogio Maestri come Dulcamara che ha convinto nel ruolo del dottore ciarlatano, usando la giusta verve comica. Belcore era Andrei Bondarenko, baritono russo con una voce a tratti un po’ stentorea dalla dizione sicuramente perfettibile. Completava il cast l’ottima Giannetta di Paula Iancic.
Grande successo alla fine per tutti gli artisti coinvolti, con ovazioni per Vittorio Grigolo, accolto molto calorosamente anche alla fine della romanza Una furtiva lagrima.
Bayerische Staatsoper
Monaco di Baviera | 6 luglio 2018
L’elisir d’amore
melodramma giocoso in due atti
libretto di Felice Romani e Eugène Scribe
musica di Gaetano Donizetti
Adina | Olga Kulchynska
Nemorino | Vittorio Grigòlo
Belcore | Andrei Bondarenko
Dulcamara | Ambrogio Maestri
Giannetta | Paula Iancic
direttore | Giacomo Sagripanti
maestro del coro | Stellario Fagone
regia | David Bosch
scene | Patrick Bannwart
costumi | Falko Herold
luci | Michael Bauer
video | Silke Holzach
Bayerisches Staatsorchester
Coro e coro di voci bianche della Bayerischen Staatsoper
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ph. Bayerische Staatsoper