Dopo avervi raccontato di Das Rheingold e di Die Walküre, eccoci arrivati a Siegfried, seconda giornata della tetralogia wagneriana Der Ring des Nibelungen, riproposta nell´ambito del Münchner Opernfestspiele 2018. Kirill Petrenko conferma l´impressione delle serate precedenti dando egual risalto sia ai momenti più lirici e luminosi della partitura che a quelli più lugubri. Una solennità quasi estatica avvolge poi i brevi ma incisivi interventi di Erda; toccante è il passaggio Lass mich wieder hinab!/ Schlaf verschliesse mein Wissen! così come è commovente il saluto che Wotan le rivolge (schliesse dein Auge/ träumend erschau‘ mein Ende!), dando sfogo a un’incontenibile rassegnazione per la fine ormai imminente.
Della compattezza dell’orchestra si è già detto più volte, ma è doverosa una menzione d’onore per i corni, in forma davvero smagliante. Dei cantanti Wolfgang Koch delinea un Wanderer ottimale mentre Wolfgang Ablinger-Sperrhacke è un Mime a tutto tondo: preciso vocalmente, dal volume anche notevole, è impeccabile nella recitazione senza mai scadere in banali effetti caricaturali. Autorevole vocalmente è Ain Anger (Fafner) mentre brava, pur se meno efficace rispetto al prologo, si conferma Okka von der Damerau (Erda). Corretto è John Lundgren (Alberich) mentre graziosissima si rivela Elsa Benoit (Stimme eines Waldvogels).
Stefan Vinke nel ruolo del titolo è un solido professionista. Le note ci sono tutte ma il fraseggio non è esemplare. Tuttavia, il carattere infantile che conferisce al personaggio è travolgente e contribuisce a lenire le mende vocali che nel corso della recita vengono purtroppo alla luce. Nina Stemme è una Brünnhilde ideale per i giorni nostri. A differenza del collega, il fraseggio è eccellente ed è ancora in grado, nonostante l´età, di controllare la voce nei passi che richiedono slancio ed espansione: ad esempio fürchtest du nicht das wild wütende Weib?.
La regia di Andreas Kriegenburg si conferma molesta al pari della Walküre. Una vicina di posto contestava al termine del primo atto che non si trattava di un’opera buffa ma di Siegfried. Mi sono dunque permesso di farle notare che l’opera buffa non è inferiore al Musikdrama per partito preso e che tutto dovrebbe essere governato dal buon gusto, che ahinoi sembra non appartenere al Kriegenburg di questa produzione. Gli ingredienti sono come al solito un numero eccessivo di rumorosissimi mimi, azioni pseudo-coreografiche inutili e un ridicolo letto coniugale che il Waldvogel conduce in scena, circondato da un enorme telo rosso affinché Siegfried e Brünnhilde consumino il primo amplesso. Scenicamente da dimenticare.
Bayerische Staatsoper
Monaco di Baviera | 24 luglio 2018
Siegfried
seconda giornata in tre atti
musica e libretto di Richard Wagner
Siegfried | Stefan Vinke
Mime | Wolfgang Ablinger-Sperrhacke
Der Wanderer | Wolfgang Koch
Alberich | John Lundgren
Fafner | Ain Anger
Erda | Okka von der Damerau
Brünnhilde | Nina Stemme
Stimme eines Waldvogels | Mirella Hagen
Bayerisches Staatsorchester & Statisterie der Bayerischen Staatsoper
direttore | Kirill Petrenko
regia | Andreas Kriegenburg
scene | Harald B. Thor
costumi | Andrea Schraad
luci | Stefan Bolliger
coreografia | Zenta Haerter
Dramaturgie | Marion Tiedtke, Olaf A. Schmitt
Abendspielleitung | Andreas Weirich
Hornruf | Franz Draxinger
Waldvögelchen | Anna Ressel
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ph. © Wilfried Hösl/Bayerische Staatsoper