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Bayreuther Festspiele 2018 | Tristan und Isolde

Dopo il Lohengrin inaugurale, Christian Thielemann è impegnato a Bayreuth anche nel Tristan und Isolde, produzione che aveva inaugurato il festival nel 2015. 

La regia di Katharina Wagner non è particolarmente invasiva ma fallisce palesemente nel caratterizzare Marke. Se infatti, come dallo spettacolo traspare, la relazione tra Tristan e Isolde è nota sin dall’arrivo in Cornovaglia, il re non ha ragione di assecondare Morold nell’architettare la caccia per sorprendere i due. In questa produzione il basso, che non ha nulla di regale né di autorevole. Marke è delineato nel testo da Wagner come un personaggio nobile, positivo – anche se di indole dolente – e incline al perdono. Quello reso da Katharina W. è un mafiosetto immobile che agisce senza riflettere le azioni che esprime il testo che canta. Le scene sono di Frank Philipp Schlößmann e Matthias Lippert. Il monumento metallico che occupa il primo atto intrappola i protagonisti a livello spaziale, oltre che psicologico; i due non riescono fuggire questo baratro fatto di rampe, ponti e piani sfalsati. Il secondo atto è l’atrio angusto di una prigione, dall’alto della quale i fedifraghi sono osservati in attesa che la loro colpa possa essere comprovata. Assieme a loro sono detenuti anche Brangäne (le cui raccomandazioni perdono completamente di senso) e il povero Kurwenal. I colori sono tetri e le luci poco riescono a variarne la caratterizzazione. I toni sognanti di O sink hernieder sono suggeriti banalmente dall’impiego di stelline in plastica luminose (troppo poco). Un pugno nell’occhio poi il costume di Marke: un completo color senape con cappotto dal collo di pelliccia e cappello in coordinato. Sorprendente è invece il terzo atto più per l’idea che per il risultato. La scena è infatti occupata da piramidi di differenti dimensioni, disposte in modo irregolare nello spazio scenico. All’interno di ognuna di esse è posto un manichino di Isolde che finisce col mostrare la propria essenza fittizia non appena Tristan cerca disperatamente di avvincerla a sé. Funzionali sono i costumi di Thomas Kaiser, così come il disegno luci di Reinhard Traub.

Splendida è la direzione di Christian Thielemann, che coordina alla perfezione il golfo mistico con il palcoscenico. Tempi più serrati rispetto al solito non aggiungono che un valore positivo all’esecuzione cui l’apporto dell’Orchestra del Festival, nella quale confluiscono i migliori elementi delle compagini tedesche, è determinante. Ottimo infine il contributo del coro diretto da Eberhard Friedrich.
Petra Lang (Isolde), professionista di consolidata esperienza wagneriana, porta a casa la serata senza infamia né lode. A dispetto di un fraseggio efficacissimo (inquietante Herr Tristan trete nah), il timbro non è più fresco come un tempo e la voce fatica a riscaldarsi nel primo atto.  Faticose sono ad esempio due frasi liriche quali Hört meinen Willen e O blinde Augen così come è inefficace un momento determinante a livello drammatico quale Erfuhrest du meine Schmach completato con nun höre was sie mir schuf in debito di fiato. Il mezzosoprano Christa Mayer non dispone di un timbro baciato dalla natura. La sua è una Brangäne tutta giocata sul forte. La voce, metallica nel registro acuto, fatica a piegarsi alla dinamica prescritta non conferendo il giusto risalto a momenti più intimi – materni – quali primo tra tutti als Königin dich zu Grüssen. Alla recita alla quale assistiamo, La voce di Stephen Gould soffre di una fastidiosa oscillazione. Se i primi due atti sono giocati al risparmio, il temibile terzo atto è concluso con onore dal tenore americano, oggi cinquataseienne. Georg Zappernfeld (Marke), nota ai frequentatori della sacra collina degli ultimi anni, affronta la parte con disinvoltura superando anche momenti insidiosi quali die fürstlische Braut brachtest du mir dar. Buona la prova di Iain Paterson, un Kurwenal spavaldo quanto basta nei suoi interventi nel primo atto (la canzone contro Morold). 


Richard-Wagner-Festspielhaus 
Bayreuth 16 agosto 2018

Trista und Isolde
musica e libretto di Richard Wagner

Tristan | Stephen Gould
Marke | Georg Zappernfeld
Isolde | Petra Lang
Kurwenal | Iain Paterson
Melot | Raimund Nolte
Brangäne | Christa Mayer

direttore | Christian Thielemann
regia | Katharina Wagner
scene | Frank Philipp Schlößmann e Matthias Lippert
costumi | Thomas Kaiser
luci | Reinhard Traub
dramaturgia | Daniel Weber

 

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