A Bruges è in corso dal 5 maggio (e proseguirà fino al 16 settembre prossimo) la seconda edizione della Triennale di Arte Contemporanea e Architettura di Bruges. Dopo la prima edizione del 2015, che aveva invitato 18 artisti a riflettere sul tema delle megalopoli (e in particolare su cosa succederebbe se i più di 5 milioni di turisti che ogni anno visitano Bruges decidessero di restare a viverci) quest’anno il tema scelto dai curatori è stato quello della città liquida; partendo dal pensiero di Zygmunt Bauman i curatori della Triennale hanno invitato artisti e architetti ad instaurare un dialogo tra l’antico centro storico della città (riconosciuto Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO) e le loro creazioni.
I 15 artisti e architetti internazionali, invitati quest’anno dalla Triennale, hanno avuto l’onere e l’onore di ideare e realizzare una serie di installazioni (che sono andate a popolare le strade e i canali della città fiamminga) sul tema Liquid City, pensate per far riflettere sul tema della trasformazione urbana e sociale; trasformando così la città di Bruges, con le sue strade e i suoi canali, nell’unica vera protagonista della manifestazione.
L’opera senza dubbio più iconica e di maggior impatto (visivo oltre che emotivo) dell’intera Triennale è Skyscraper (the Bruges Whale) del collettivo newyorkese StudioKCA, che ha realizzato (come da sua tradizione) un lavoro con l’intento di sensibilizzare il pubblico riguardo aspetti sociali e ecologici, infatti la grande balena di Bruges è stata interamente realizzata con rifiuti plastici provenienti dalle spiagge delle Hawaii e raccolti da squadre di volontari e trasportati in Belgio anche grazie ad una campagna di crowdfunding realizzata su internet. Tra le altre installazioni vi segnaliamo Acheron I di Renato Nicolodi, una monumentale scultura di calcestruzzo (a metà strada tra un’architettura razionalista e un resto archeologico) dal forte richiamo metafisico, che galleggia in mezzo ad uno dei canali suggerendo un ideale collegamento tra la nostra società e il mondo dell’aldilà. Tra le suggestioni avanzate dai curatori della Triennale agli artisti invitati c’era quella di creare delle installazioni che fossero pienamente fruibili da cittadini e turisti, rendendo così vivibili luoghi (come i canali) che non vengono normalmente utilizzati (se non per i tradizionali giri turistici in battello); in questa direzione si sono mossi lo studio coreano OBBA che ha proposto The floating Island, una grande piattaforma galleggiante, che ha declinato alla lettera il tema della città liquida, azzerando la distanza tra canale e strada, creando una vera e propria via d’acqua praticabile. Sulla stessa falsariga si è mosso anche il duo spagnolo SelgasCano, con il loro Selgascano Pavillion, una piattaforma galleggiante dalle morbide forme organiche e dalle pareti rosa, arancioni e gialle, che vuole combinare molteplici funzioni, creando un luogo realmente fluido dove adulti e bambini possono azzardare un tuffo nel canale o semplicemente incontrarsi all’aperto.
Affiancano le 15 installazioni due mostre (alla Poortersloge e al Grootseminarie) la prima che illustra il percorso creativo degli artisti invitati, mentre la seconda (realizzata dal FRAC Centre-Val de Loire) vuole analizzare come la rigidità della forma architettonica (che per secoli si è pensata immutabile) sia stata infranta a partire dagli anni Novanta grazie all’introduzione di software informatici nella pratica di progettazione, che ha fatto parlare per la prima volta di architettura liquida. Delle 15 installazioni realizzate in occasione della Triennale una sola, la House of Time realizzata dal collettivo tedesco raumlabor, resterà definitivamente a Bruges, delle altre 14 opere alcune verranno smantellate e completamente riciclate; mentre altre (come la Bruges Whale) troveranno nuova vita venendo esposte in altre manifestazioni in giro per il mondo.
Nonostante inizialmente alcuni dei residenti sembravano non apprezzare l’idea di ospitare nel proprio quartiere alcune ingombranti installazioni contemporanee, dopo quattro mesi la sfida della Triennale di portare l’arte contemporanea nel cuore di Bruges è stata vinta, ormai non solo i turisti o gli appassionati vivono le opere e le installazioni, ma anche i residenti se ne sono ormai appropriati.
Triennale Bruges 2018
Arte contemporanea e architettura
nel centro storico di Bruges
Liquid City | Vloeibare Stad
Bruges | 5 maggio – 16 settembre 2018
a cura di
Till-Holger Borchert e Michel Dewilde
in collaborazione con Els Wuyts
#Tribru18