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Die Gezeichneten: Il dramma di chi è destinato a soccombere

L’Opernhaus di Zürich presenta Die Gezeichneten (I segnàti), quarta tra le opere di Franz Schreker, composta tra il 1913 e il 1915. Il podio spetta a Vladimir Jurowski e la regia è di Barrie Kosky, nell’allestimento coprodotto con la Komische Oper Berlin. 

Vladimir Jurowski si conferma un direttore di ottime qualità. Opta per un cospicuo numero di tagli migliorativi che snelliscono la monumentale partitura a vantaggio della fruibilità. Tra i numeri che cadono, vi sono quasi integralmente la seconda e la terza scena del primo atto, il finale del secondo atto in cui si annuncia l’arrivo di Adorno, le prime quattro scene del terzo atto e le ultime battute del finale (in modo da concludere l’opera in pianissimo). Preziose sono le sonorità ricavate dalla Philharmonia Zürich, che si conferma nuovamente tra le compagini di riferimento dei teatri d’opera internazionali. Nel cast, John Daszak (Alviano) si impegna lodevolmente sia dal punto di vista vocale che scenico in un ruolo davvero ingrato. Catherine Naglestad (Carlotta) è bravissima ed esce indenne dal massacrante secondo atto, forte di un registro acuto sicuro e ben timbrato.  Oltre al bravissimo Thomas Johannes Mayer (Vitelozzo), tra gli altri, sono degni di menzione Albert Pesendorfer (il podestà) e Christopher Purves (Adorno), i cui ruoli sono stati quelli maggiormente colpiti dai tagli compiuti. 

Barrie Kosky confeziona uno spettacolo intelligente risolvendo egregiamente il rapporto tra Carlotta (l’affascinante pittrice, figlia del podestà di Genova) e Alviano Salvago, (l’esteta che combatte la propria deformità fisica raccogliendo il meglio delle arti sull’isola di Elysium, immaginata al largo delle coste liguri). A caratterizzare il protagonista è la mutilazione delle mani, in luogo della gobba. Carlotta, infatti, nel secondo atto, non si limita a ritrarne la profondità dello sguardo ma ne plasma le mani così da supplire in modo attivo all’handicap. Le scene di Rufus Didwiszus descrivono nel primo atto uno spazio arredato con splendidi sculture che, disposte in modo differente, descrivono corridoi o isole centrali intorno alle quali agiscono i solisti. A livello cromatico, complici i costumi borghesi di Klaus Bruns, tutto giocato sul grigio e l’azzurro. Spoglio è il secondo atto, grigio e nero è il terzo (caratterizzato dalle nubi di vapore acqueo valorizzate visibili attraverso una parete trasparente sul fondo). Funzionale il disegno luci di Franck Evin.

Grande successo al termine in attesa dell’ultima replica di martedì 23. 


Opernhaus Zürich
Zurigo | 20 ottobre 2018

Die Gezeichneten
opera in tre atti
musica e libretto di Franz Schreker

Herzog Antoniotto Adorno – Der Capitano di Giustizia | Christopher Purves
Graf Andrea Vitellozza Tamare | Thomas Johannes
Lodovico Nardi – Podestà della città di Genova | Albert Pesendorfer
Carlotta Nardi | Catherine Naglestadt
Alviano Salvago | John Daszak
Guidobald Usodimare | Paul Curievici
Menaldo Negroni | Iain Milne
Michelotto Cibo | Oliver Widmer
Gonsalvo Fieschi | Cheyne Davidson
Julian Pinelli | Ildo Song
Paolo Calvi | Ruben Drole
Diener | Jungrae Noah Kim
Ein Jüngling | Tobel Ntshanyana
Ein Mädchen | Sen Guo
Erster Senator | Nathan Haller
Zweiter Senator | Dean Murphy
Dritter Senator | Alexander Kiechle

direttore | Vladimir Jurowski
maestro del coro | Janko Kastelic
regia | Barrie Kosky
scene | Rufus Didwiszus
costumi | Klaus Bruns
luci | Franck Evin
Dramaturgie | Kathrin Brunner

Philharmonia Zürich
Chor der Oper Zürich
Statistenverein am Opernhaus Zürich

 

opernhaus.ch

 

 

ph.Monika Rittershaus

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