In occasione dei 5 anni dall’apertura del MAST di Bologna; il centro culturale polifunzionale nato dall’omonima Fondazione MAST che si dedica ad unire arte, innovazione e tecnologia e che dal 2013 ha dato vita alla Biennale Foto/Industria; Urs Sthael è stato chiamato per curare una grande mostra (appositamente pensata per gli spazi della PhotoGallery del centro culturale bolognese) dal titolo Pendulum. Merci e persone in movimento, in cui è esposta una ricca selezione di immagini provenienti dalla collezione dello stesso MAST incentrate sui temi del lavoro e della velocità. La mostra, attraverso più di 250 fotografie (storiche e contemporanee) realizzate da più di 65 artisti diversi provenienti da tutto il mondo, che immortalano (e documentano) l’energia che negli ultimi due secoli hanno portato l’umanità a progettare mezzi e infrastrutture, vuole proporsi come una vera e propria riflessione a più voci su due temi che caratterizzano così fortemente la società dei nostri giorni, come il lavoro e la velocità.
Psychomotor di Rémy Markowitsch, le fotografie che Robert Doisneau ha dedicato agli stabilimenti Renault e il Paint Shop della BMW ritratto da Edgar Martins, le auto da corsa di Ugo Mulas e il monumentale trittico in onore del feticcio-automobile di Luciano Rigolini impattano contro le complesse installazioni di Ulrich Gebert e Xavier Ribas sul tema della migrazione e del nomadismo allestite sulle pareti della PhotoGallery. I container di Sonja Braas, l’epopea dei truckers di Annica Karlsson Rixon, la serie di Yto Barrada sui manovali narrano con immagini forti e suggestive il trasporto di merci e il trasferimento di persone costrette a muoversi per lavoro. Nei suoi intensi ritratti quasi in bianco e nero, Helen Levitt fotografa i pendolari nelle metropolitane degli anni settanta e ottanta, ne indaga gli stati d’animo, gli umori, mentre David Goldblatt, con le sue immagini scure, cupe, documenta la fatica di affrontare quattro ore di viaggio in autobus per recarsi al lavoro e lo sforzo ancora maggiore necessario a percorrere il tragitto inverso dopo un turno di dieci ore. Nella sua video installazione Jacqueline Hassink ritrae i pendolari moderni in sette città del nostro mondo globalizzato e mostra come ognuno di loro si muova i due modi: prima di tutto verso la propria destinazione, il posto di lavoro, e contemporaneamente in un perenne viaggio virtuale con il telefono cellulare o il tablet su cui tutti, senza eccezione, tengono gli occhi puntati. Richard Mosse associa il commercio globale alle migrazioni: nell’opera lunga sette metri dal titolo Skaramaghas centinaia di container occupano un’area portuale. Lungo il margine sinistro dell’immagine la sua termocamera, uno strumento ottico in grado di rilevare differenze di calore a trenta chilometri di distanza, fotografa il trasporto di merci lungo le rotte mondiali, mentre sulla destra, gli stessi container sono impiegati come abitazioni per i migranti. Individui rimasti bloccati, persone che non possono andare avanti né tornare indietro e che temono il momento in cui sapranno se hanno ottenuto il permesso di proseguire il viaggio o se invece verranno reimbarcate verso il paese d’origine. Un’unica immagine che condensa tutto il sistema.
La mostra del MAST, visitabile gratuitamente fino al prossimo 13 gennaio, è una splendida occasione per avvicinarsi ai lavori di alcuni dei più grandi fotografi del passato e dei giorni nostri!
MAST.
Bologna | 4 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019
Pendulum
Merci e persone in movimento
immagini dalla collezione di Fondazione MAST
a cura di Urs Sthael
Ingresso gratuito
Orari di apertura
Martedì – Domenica 10.00 – 19.00