Mosè in Egitto, Teatro Coccia, Novara, Rossini,

Mosè in Egitto di Rossini al Teatro Coccia di Novara

Un’importante doppia ricorrenza, 200 anni dalla prima dell’opera e 150 dalla scomparsa del suo autore, è stata la ragione ispiratrice del Mosè in Egitto di Rossini, presentato al Coccia di Novara in coproduzione con il Verdi di Pisa e la Fondazione Haydn di Trento. Un titolo interessantissimo, ma un titolo assai peculiare, per le caratteristiche insite nel genere: non si tratta, infatti, propriamente di un’opera ma di un’azione tragico sacra, più un oratorio in fin dei conti che un’opera vera e propria, ove storicamente ai numeri solistici si preferiscono la solennità e la magniloquenza delle melodie corali alternandovi splendidi recitativi accompagnati, carichi di un insolito rilievo. La regia di Lorenzo Maria Mucci non può dunque esprimersi molto, viste le difficoltà insite nel titolo con una staticità delle scene d’insieme che appare difficile a risolversi, ma va anche notato che, date le risorse ridotte a disposizione per le scene e i costumi (curati da JosèYaque e Valentina Bressan), il risultato è parso senz’altro lodevole. Il palcoscenico è occupato da una pedana praticabile circondata su entrambi i lati da colonne realizzate da Officina SCART di Waste Ricycling che assolve con efficacia al compito di suggerire le varie ambientazioni della vicenda, nonostante un evitabile – seppur breve – secondo intervallo per consentire di liberare il palcoscenico dalle colonne e dalla pedana e risolvere la fuga degli ebrei dall’Egitto.    

Buona la prova del Coro Ars Lyrica diretto da Marco Bargagna così come lodevole la prova offerta da Francesco Pasqualetti, alla guida della valida Orchestra della Toscana, che mantiene un buon equilibrio tra orchestra e palcoscenico soprattutto nel corso dei lunghi e articolati recitativi accompagnati. 

La compagnia di canto è sbilanciata a favore del versante femminile, prima tra tutti l’ottima Silvia Dalla Benetta (Almaltea). La sua voce non è caratterizzata da un’emissione particolarmente morbida ma si piega con facilità alle esigenze espressive, forte di una tecnica solida, di una sensibilità e di una pertinenza stilistica spiccata che le consentono di variare con gusto e superare ottimamente “La pace mia smarrita”. Natalia Gravilan è un Elcia discreta, dal buon volume e dal fraseggio pregevole: la raffinatezza delle intenzioni espressive non mitiga tuttavia le riserve per il modo in cui risolve il registro grave (ad esempio, “O immense pene” nella sua grande aria “Porgi la destra amata”). Federico Sacchi (Mosè) si esibisce nonostante un’indisposizione che ne compromette la prova, mentre il giovane Alessandro Abis, appena ventiseienne, risolve sufficientemente il ruolo impervio di Faraone, venendo anche a capo della breve quanto insidiosa “Cade dal ciglio il velo”. Altrettanto lodevole è l’impegno profuso dal coraggiosissimo RuzilGatin (Osiride) e promettente è infine Ilaria Ribezzi (Amenofi). Bravi si confermano Marco Mustaro (Mambro), Matteo Roma (Aronne).  

Grande successo al termine della recita pomeridiana, tributato da un pubblico poco numeroso ma molto e giustamente motivato dalla rarità del titolo.

Davide Marchetti


Teatro Coccia
Novara | 18 novembre 2018

Mosè in Egitto
Azione tragico-sacra in tre atti
Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Andrea Leone Tottola

Faraone | Alessandro Abis
Amaltea | Silvia Dalla Benetta
Osiride | Ruzil Gatin
Elcia | Natalia Gavrilan
Mambre | Marco Mustaro
Mosè | Federico Sacchi
Aronne | Matteo Roma
Amenofi | Ilaria Ribezzi

Regia | Lorenzo Maria Mucci
Scene e Costumi | Josè Yaque con Valentina Bressan
Direzione d’orchestra | Francesco Pasqualetti
Luci | Michele Della Mea

Orchestra della Toscana
Coro Ars Lyrica

 

fondazioneteatrococcia.it

 

ph. Mario Finotti

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