Il MUDEC di Milano ospita dal 21 novembre 2018 al 14 aprile 2019, una grande mostra dedicata a Banksy, il più celebre (ma al tempo stesso il più sfuggente) degli street artist dei nostri giorni. La mostra (non ufficiale e tantomeno autorizzata dall’artista), dal titolo A VISUAL PROTEST. The art of Banksy, è stata curata da Gianni Mercurio (già curatore della mostra dedicata da Palazzo Reale a Keith Haring e di quella del MUDEC dedicata a Jean-Michel Basquiat) e si inserisce in coda al progetto culturale “Geografie del Futuro”, pensato dal museo per l’autunno 2018, che racchiude (oltre alla mostra dedicata a Banksy) le altre due mostre Capitani coraggiosi e Se a parlare non resta che il fiume.
La mostra (la prima che un museo pubblico italiano dedica a Banksy) che raccoglie un’ottantina di lavori di Banksy (tra dipinti e serigrafie in edizioni limitate); una sessantina di copertine di album musicali (realizzate dallo stesso artista) e infine una quarantina di memorabilia legate all’attività del writer inglese; si snoda attraverso di un rigido percorso diviso per sezioni tematiche (la ribellione; i giochi di guerra e il consumismo) che se da un lato smorza il fascino (e la potenza) della protesta visiva di Banksy, dall’altro ha il pregio di proporre ai visitatori un confronto tra le molteplici realizzazioni e varianti, realizzate dell’artista inglese. Tuttavia oltre alle sezioni succitate la mostra del MUDEC si può suddividere in due macro sezioni: la prima che raccoglie tutte le opere di Banksy; dove troviamo alcune delle più celebri ed iconiche realizzazioni dello street artist inglese come: Love is in the air (Flower Thrower) del 2003, diventata un vero e proprio simbolo dei movimenti pacifisti di tutto il mondo, o come Smiley Copper Panel G del 2002; o ancora opere come Stop and search del 2007 opera di protesta contro le pesanti misure di sicurezza ispirata al celebre film il Mago di Oz. Cuore della mostra la serigrafia Girl with Red Balloon (realizzata nel 2004 da Banksy), una delle copie della celebre opera autodistrutta durante l’asta londinese di Sotheby’s dello scorso 5 ottobre. In chiusura della prima parte della mostra, vengono proposti due confronti che potremmo definire accademici: la serie di 6 serigrafie realizzate da Banksy nel 2005 e raffiguranti la celebre modella inglese Kate Moss è esposta accanto al prototipo originale, ossia il celeberrimo ritratto di Marilyn Monroe realizzato nel 1967 da Andy Warhol; il secondo confronto affianca invece tre varianti cromatiche (giallo, magenta e grigio) della serigrafia Choose your weapon del 2005, con un Untitled del 1983 di Keith Haring.
La seconda parte della mostra si apre con il documentario, realizzato da Butterfly Art News, che cerca di ricostruire la storia di Banksy attraverso immagini (certe volte inedite) dei suoi lavori realizzati per il mondo; prosegue con la sezione dedicata alla produzione di cover per album musicali; conclude la mostra uno spazio multimediale, che avvolgendo letteralmente il visitatore, racconta i luoghi del mondo in cui Banksy ha lavorato.
Accompagna la mostra un ricco ed interessante catalogo bilingue italiano/inglese, edito da 24Ore Cultura, che oltre alle opere con le relative schede presenta al lettore una serie di interessanti saggi che aiutano a meglio collocare la figura di Banksy all’interno dello scenario del mondo dell’arte del nostro tempo. Quella presentata dal MUDEC è una mostra che non vi rivelerà l’identità di Banksy né tanto meno vi spiegherà l’origine della potenza visiva delle sue immagini, ma vi aiuterà a immergervi e a conoscere da vicino quell’ambiente underground della street art, che oggi sta rapidamente conquistando il patinato mondo del mercato dell’arte.
MUDEC
Milano | 21 novembre 2018 – 14 aprile 2019
A VISUAL PROTEST.
The Art of Banksy
a cura di
GIanni Mercurio
progetto di allestimento
Key Comunicazione
ideazione
Made In Art
catalogo
24 Ore Cultura
ph. Banksy, Love is in the air (Flower Thrower), 2003