Il Don Giovanni secondo Binasco al Piccolo di Milano

Al Piccolo Teatro di Milano è arrivato in scena il Don Giovanni di Molière per la regia di Valerio Binasco, primo spettacolo da lui curato per il Teatro Stabile di Torino di cui dal 2017 è direttore artistico. Con Don Giovanni Binasco prosegue un percorso cominciato da qualche anno che lo porta alla rilettura dei classici del teatro proponendone una lettura personale e legata alla nostra contemporaneità (nella stagione di quest’anno dello Stabile il regista ha proposto Arlecchino, servitore di due padroni e proporrà Amleto). Ecco quindi che il suo Don Giovanni è un personaggio volutamente lontano da tutto ciò che di Don Giovanni ci siamo sempre immaginati, perché Binasco rinnega qualsiasi tipo di riflessione fatta sul personaggio per concentrarsi sulla sua ambiguità e per immergerlo nel nostro presente. Il suo Don Giovanni è così uno sprezzante disilluso, menefreghista nei confronti di tutto e di tutti, se non dei suoi desideri, se non della conquista. Ama prendersi il gioco di chiunque gli stia davanti, rovescia gli ordini prestabiliti, ma non è il gentiluomo a cui siamo stati abituati. E’ all’apparenza rozzo ed emarginato, ma non per questo privo di fascino. Anzi, è in queste vesti forse meno ortodosse che esce il vero Don Giovanni seduttore, capace, nonostante l’aspetto, di far cadere ogni donna ai suoi piedi. Un Don Giovanni che ricorda più Falstaff (e nello specifico il Falstaff disilluso ed emarginato di Mario Martone nell’opera di Verdi andata in scena alla Staatsoper di Berlino quasi in contemporanea con il debutto di questo spettacolo a Torino), anche nel physique du rôle di Gianluca Gobbi che benissimo si cala nei panni di questo personaggio insolente e capriccioso, che sembra convincere il pubblico del suo pentimento, per poi spazzare via tutto con una sonora risata. Gli fa ottimamente da spalla Sergio Romano nei panni di Sganarello, il servo che commenta e giudica il suo padrone, ma che da vile e approfittatore qual è non lascerebbe mai. Sganarello è l’unico appiglio di Don Giovanni alla realtà e alla morale e spesso anche l’unico spettatore delle sue nefandezze. Vicino ai due protagonisti c’è la varia umanità fatta di conquiste sedotte e abbandonate, vendicatori, servi e moralizzatori. Dal padre di Don Giovanni, allo stesso tempo anche Commendatore ucciso (elemento sicuramente significativo nella visione di Binasco) interpretato dal bravo Fabrizio Coltri, ai fratelli vendicatori di Donna Elvira Fulvio Pepe e Vittorio Camarota, per continuare con la divertente coppia formata Lucio De Francesco e Elena Gigliotti nei panni di Pierrot/Charlotte, la sanguigna Marta Cortellazzo Wiel (Maturina), Ivan Zerbinati nei tre ruoli di Gusmano, La Violette e un povero, per finire con la giovane Giordana Faggiano nei panni dell’innamorata Donna Elvira. Un cast nutrito, ma ben assortito che si muove all’interno delle belle scenografie curate da Guido Fiorato con le luci di Pasquale Mari. Interessanti e azzeccate le scelte musicali di Arturo Annecchino.

Applausi per tutti alla fine di questo insolito e divertente Don Giovanni che rimarrà in scena al Teatro Strehler ancora fino al 10 febbraio.


Piccolo Teatro
Milano | 31 gennaio 2019

Don Giovanni
di Molière
regia di Valerio Binasco

Don Giovanni | Gianluca Gobbi
Sganarello | Sergio Romano
Donna Elvira | Giordana Faggiano
Gusmano/La Violette/Povero | Ivan Zerbinati
Pierrot | Lucio De Francesco
Charlotte | Elena Gigliotti
Don Carlos | Fulvio Pepe
Don Alonso | Vittorio Camarota
Maturina | Marta Cortellazzo Wiel
Don Luigi/La statua del Commendatore | Fabrizio Contri

scene | Guido Fiorato
costumi | Sandra Cardini
luci | Pasquale Mari
musiche | Arturo Annecchino
assistente alla regia | Nicola Pannelli
assistente alle scene | Anna Varaldo
assistente ai costumi | Silvia Brero

produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

piccoloteatro.org

 

ph. Donato Aquaro

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