Fidelio; Bayerische Staatsoper; Fidelio, Beethoven, Calixto Bieito, Anja Kampe; Jonas Kaufmann, Kirill Petrenko, Monaco di Baviera

Il Fidelio di Beethoven secondo Bieito a Monaco.

Al Nationaltheater di Monaco di Baviera, lo scorso sabato 2 Febbraio, è andata in scena l’ultima replica (per questa stagione) del Fidelio di Beethoven diretto da Kirill Petrenko nel controverso allestimento firmato da Calixto Bieito per la Staatsoper di Monaco e per la ENO di Londra nell’ormai lontano 2010.

Primo motivo di interesse di questa ripresa era la direzione di Kirill Petrenko che in quest’occasione dirigeva per la prima volta l’unica opera di Beethoven, facendola sin dall’inizio completamente sua e dimostrando ancora una volta (se c’è ne fosse ancora bisogno) di essere uno dei migliori direttori dei nostri giorni che può contare su un’orchestra di primissimo livello, raggiungendo così un risultato ottimale, sempre attento alla sintonia tra orchestra e palcoscenico.
A guidare il cast Anja Kampe. Il soprano tedesco torna ad interpretare per l’ennesima volta il ruolo di Leonore in questa produzione (dal 2010 ad oggi ha vestito i panni di Leonore per ben 29 volte, su 30 recite di Fidelio messe in scena al Nationaltheater) offrendo come di consueto una splendida ed emozionante interpretazione; Jonas Kaufmann era Florestan (anche lui tornato a interpretare il ruolo a Monaco dopo le sue apparizioni nel 2010-2011 e nel 2012) che convince pienamente con la sua interpretazione, che raggiunge il culmine emotivo proprio nella sua aria nel secondo atto “Gott! Welch Dunkel hier” con la quale ha letteralmente stregato il pubblico che affollava il Nationaltheater. Ottima anche l’interpretazione di Hanna-Elisabeth Müller nei panni di una elegantissima Marzelline. Meno soddisfacente la prova di Wolfgang Koch (Don Pizarro), che purtroppo ha confermato la sua parabola discendente. Molto bene anche Günther Groissböck come Rocco, così come il giovane Tareq Nazmi (Don Fernando) dalla voce di basso molto interessante e scenicamente spavaldo travestito da Joker di Batman (in un chiaro omaggio a Heath Ledger, scomparso l’anno precedente) e vera e propria rivelazione della serata. Completava il cast Manuel Günther che ha offerto una buona prova vestendo i panni di Jaquino.

Come abbiamo detto prima, la spettacolo era quello firmato nel 2010 da Calixto Bieito, che tanto scandalo aveva fatto per le imposizioni di alcune scelte, non solo registiche e drammaturgiche, come la sostituzione dei recitativi originali con estratti da Jorge Luis Borges e da Cormac McCarthy, ma anche scelte musicali, come l’utilizzo dell’Ouverture Leonore III e di una versione ridotta del Molto Adagio del Quartetto per Archi op. 132 inserita tra la prima e la seconda parte del II atto. Il palco è interamente occupato dalla monumentale scenografia (realizzata da Rebecca Ringst), costituita da un groviglio di strutture metalliche che si vanno modificando lungo tutta la durata dello spettacolo e che funzionano come un gigantesco labirinto (mentale) da cui risulta impossibile uscire con le sole proprie forze. Durante tutto il primo atto vediamo Leonore alla disperata ricerca del marito, lei e gli altri prigionieri si muovono in ogni direzione lungo tutta la struttura-labirinto, rimanendone però bloccati all’interno. Alla fine solo Florestan riuscirà a liberarsi da questo inestricabile labirinto (fatto sottolineato anche dal cartello che indossa, recitante la parola “libero”). La felicità di Florestan però si tramuta subito in tristezza, vedendo che tutti gli altri sono prigionieri. Detto questo, lo spettacolo ideato da Bieito è grande potenza visita e di enorme impatto emotivo sullo spettatore, che la cosa migliore probabilmente è quella di godersi lo spettacolo evitando di cercare a tutti i costi di trovarne tutti i significati reconditi.


Bayerische Staatsoper
Monaco di Baviera | 2 febbraio 2019


Fidelio
Opera in due atti

 

musica | Ludwig van Beethoven
libretto | Joseph Ferdinand Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke


Don Fernando | Tareq Nazmi

Don Pizarro | Wolfgang Koch
Florestan | Jonas Kaufmann
Leonore | Anja Kampe
Rocco | Günther Groissböck
Marzelline | Hanna-Elisabeth Müller
Jaquino | Manuel Günther
primo prigioniero | Caspar Singh
secondo prigioniero | Oleg Davydov

Bayerisches Staatsorchester
Coro della Bayerische Staatsoper

Quartetto d’archi
Violini So-Young Kim e José Monton
Viola Tilo Widenmeyer
Violoncello Benedikt Don Strohmeier

direttore | Kirill Petrenko
regia | Calixto Bieito
scene | Rebecca Ringst
costumi | Ingo Krügler
luci | Reinhard Traub
coreografie | Heidi Aemisegger
drammaturgia | Andrea Schönhofer
maestro del coro | Pablo Assante

 

coproduzione con la English National Opera di Londra

 

staatsoper.de

 

#BSOFidelio

 

 

ph. © Wilfried Hösl

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *