A Palazzo Reale di Milano (dopo la prima tappa a Palermo e le successive polemiche sui prestiti dai musei siciliani) è finalmente sbarcata nel capoluogo lombardo la mostra più attesa dell’anno; quella dedicata ad Antonello da Messina che sarà visitabile fino al prossimo 2 giugno. In mostra un preziosissimo nucleo di ben 19 opere di Antonello da Messina; accanto ad una del figlio Jacobello, una di Roberto Venturi del 1879 e a 19 preziose pagine dai taccuini e dai disegni di Giovan Battista Cavalcaselle, provenienti dalla Biblioteca Marciana di Venezia.
Dopo una rapida sala introduttiva che ci racconta la biografia e la leggenda di Antonello (grazie anche al dipinto di Roberto Venturi raffigurante Bellini che apprende l’arte della pittura ad olio da Antonello da Messina), la mostra si apre con uno dei maggiori capolavori del Rinascimento; un’opera che condensa tutti gli elementi dell’umanesimo europeo: il San Girolamo nello studio proveniente dalla National Gallery di Londra; per secoli attribuito a maestri fiamminghi come Van Eyck o Memling, solo nel 1854 Cavalcaselle, dopo un’attenta analisi lo riconobbe e lo attribuì definitivamente ad Antonello da Messina. In mostra accanto alla tavoletta di Londra sono esposti anche i disegni e gli appunti del taccuino di Cavalcaselle che servirono per l’attribuzione ad Antonello. Seguendo questo schema di accostamenti tra le pagine dei taccuini di Cavalcaselle e i dipinti di Antonello la mostra prosegue con un’infilata di assoluti capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo. Basterà citare: il Ritratto di ignoto marinaio della Fondazione Mandralisca di Cefalù; o il Ritratto di giovane del Philadelphia Museum of Art o ancora i due ritratti d’uomo della Galleria Borghese di Roma e del Museo di Palazzo Madama di Torino. Dopo l’esposizione durante i mesi di EXPO nel 2015 torna in mostra a Milano nella sua interezza il ricomposto Polittico dei Dottori della Chiesa (oggi agli Uffizi) formato da San Giovanni Evangelista, la Madonna col Bambino e San Benedetto (oggetto di scambio tra gli Uffizi e la Regione Lombardia nel 2015). Tra i prestiti eccezionali (definiti in conferenza stampa come vere e proprie estradizioni più che prestiti) vero cuore della mostra sono: l’intenso Ecce Homo della Galleria Alberoni di Piacenza e la celeberrima Annunciata proveniente da Palazzo Abatellis di Palermo e immagine simbolo della mostra; da soli questi due dipinti basterebbero per giustificare la visita alla mostra. La mostra si chiude con la Madonna col Bambino di Jacobello (figlio di Antonello da Messina) dell’Accademia Carrara di Bergamo. Il dipinto fu realizzato da Jacobello dopo la morte del padre e riporta nel cartiglio l’iscrizione “[…] Jacobus Anto.lli filiu no/humani pictoris me fecit”, un commovente omaggio del figlio al padre.
Accompagna la mostra un poderoso e innovativo catalogo che raccoglie, oltre ai testi dei curatori della mostra e di uno storico che cerca di ricostruire la vicenda storica di Antonello in Sicilia, sono stati pubblicati i testi di cinque scrittori (Roberto Alajmo; Nicola Gardini; Jhumpa Lahiri; Giorgio Montefoschi ed Elisabetta Rasy) che raccontano con occhi diversi da quelli dello storico dell’arte le opere del maestro siciliano.
Una mostra assolutamente da non perdere!
Palazzo Reale
Milano | 21 febbraio – 2 giugno 2019
Antonello da Messina
a cura di
Giovanni Carlo Federico Villa
promossa da
Comune di Milano
Palazzo Reale
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catalogo
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