Qualche mese fa abbiamo avuto il raro privilegio di poter osservare da vicino il più grande cartone preparatorio rinascimentale sopravvissuto fino ai nostri giorni; si tratta del Cartone preparatorio per la Scuola di Atene di Raffaello, conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano (la più antica istituzione culturale del capoluogo lombardo) dal 1610, quando fu prestato all’Ambrosiana dal conte Fabio II Visconti di Brebbia, prima di essere definitivamente ceduto nel 1626 dalla vedova Bianca Spinola Borromeo. Accompagnati da Maurizio Michelozzi, il restauratore che ha coordinato il lungo intervento di restauro sul cartone di Raffaello, a pochi giorni dal termine della quinta fase del lungo restauro (iniziato nel 2014 e terminato solo poche settimane fa) ci siamo potuti avvicinare al cosiddetto “ben finito cartone” (alto quasi tre metri e lungo più di otto!) realizzato da divino Raffaello nel 1508 (come riferimento per l’esecuzione del celebre affresco della Stanza della Segnatura in Vaticano) e abbiamo così potuto ammirare da vicino i primi risultati dei quattro anni di puliture e di interventi conservativi e di consolidamento che hanno restituito al cartone una leggibilità che da tempo era stata compromessa, ma soprattutto lo hanno messo in sicurezza, preservandolo per le generazioni future.
L’intervento di restauro sul Cartone di Raffaello, dopo le fondamentali indagini preliminari, si è articolato in sei fasi: la prima (tra l’agosto e l’ottobre 2015) oltre ai test necessari al proseguimento del restauro è consistito soprattutto nella pulitura del verso, ossia il retro del cartone (aspirando le micrpolveri che si erano depositate sul telaio). Successivamente nella seconda fase (tra l’aprile e il maggio 2016) si è distaccata l’opera dal telaio ligneo e dalle fasce in tela che ricoprivano il perimetro con collante vinilico dall’intervento del 1966. Tra il novembre e il dicembre 2017 si è quindi andati a rimuovere gli adesivi e le colle utilizzate sin dal Settecento per unire tutti i 210 fogli di cui è composto il cartone per poi nella quarta fase (tra il dicembre 2017 e il gennaio 2018) foderare il verso con carta giapponese fatta a mano in fibra di Kozo. Durante la quinta fase (gennaio-giugno 2018) invece si sono integrate le abrasioni e le lacune, utilizzando sempre carta giapponese. Infine tra il dicembre 2018 e il marzo 2019 il Cartone è stato montato su un innovativo telaio elastico in alluminio che garantisce, grazie alle molle la planarità dell’opera.
È davvero difficile descrivere l’emozione provata nel poter ammirare da vicino una così straordinaria e complessa opera d’arte, che proprio la sua natura di “semplice” disegno preparatorio, la rende unica e di inestimabile valore. Siamo così entrati in contatto con la prima e più autentica incarnazione delle idee del genio creativo di Raffaello. Mentre ci si sofferma sui ritratti dei filosofi e dei pensatori dell’antica Atene, il nostro sguardo si dimentica del tutto della mancanza della quinta architettonica (ipoteticamente un omaggio alle prime idee per la nuova basilica vaticana che il Bramante andava progettando) e rimane affascinato da quanto la composizione dell’Urbinate risulti del tutto credibile e forse ancora più potente ed incredibilmente eloquente rispetto allo straordinario affresco delle Stanze Vaticane.
Finalmente, dopo quattro anni di intenso lavoro, il cartone di Raffaello torna a splendere nella nuova sala appositamente progettata dallo studio Boeri che cerca di: “preparare il pubblico alla visione di un’opera che trattiene – intatta – in sé una mirabile congiunzione di significati, essendo al tempo un’opera finita e tuttavia destinata a preparare un’opera conclusiva”. L’Ambrosiana dal 27 marzo restituisce ai milanesi (e ai visitatori di tutto il mondo) uno dei più straordinari capolavori rinascimentali giunti fino a noi, andando ad inserirsi in un ideale percorso tra i capolavori rinascimentali di Milano che può partire dall’Ultima Cena di Leonardo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, passando per il Castello Sforzesco che conserva la Pietà Rondanini di Michelangelo (e che sta per svelare la restaurata Sala delle Asse di Leonardo) per concludersi con la Pinacoteca di Brera, che conserva tra gli altri capolavori la cosiddetta Pala di Brera di Piero della Francesca e lo Sposalizio della Vergine dello stesso Raffaello.
In occasione della riapertura della Sala del Cartone della Pinacoteca il 6 aprile prossimo (anniversario della morte di Raffaello) la Pinacoteca Ambrosiana sarà aperta gratuitamente per poter celebrare, insieme alla città, il ritorno del capolavoro del genio urbinate.
Pinacoteca Ambrosiana
Milano | dal 27 marzo
Il Raffaello dell’Ambrosiana
In principio il Cartone
Produzione e organizzazione
Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Ente promotore
Ra.Mo spa
Official Partner
Fondazione Fiera Milano
Comunicazione e catalogo
Electa
Progetto allestimento
Stefano Boeri Architetti
Progetto grafico
Studio Leonardo Sonnoli
#RaffaelloAmbrosiana
foto di copertina Stefano Boeri Architetti © Paolo Rosselli