Il Teatro Municipale di Piacenza ha presentato lo scorso fine settimana l’ultimo titolo d’opera della sua stagione 18/19 (che si chiuderà ufficialmente solo il prossimo ottobre con il Verdi Opera Gala), ossia il Serse di Händel, diretto da Ottavio Dantone alla testa della sua Accademia Bizantina. Si è trattato sicuramente di una sfida per i teatri emiliani, che hanno deciso di proporre al pubblico un titolo del repertorio barocco, solitamente poco familiare al grande pubblico. Forse per questa ragione il Maestro Dantone ha presentato una versione del Serse decisamente ridotta (mancano infatti circa quaranta minuti di musica rispetto alla versione integrale dell’opera). Il direttore foggiano si conferma uno specialista del repertorio barocco, perfettamente assecondato dal suo ensemble dell’Accademia Bizantina che si dimostrano ancora una volta protagonisti di una splendida esecuzione. Il giovane cast chiamato per l’occasione era composto da specialisti nel repertorio barocco (molti già impegnati quest’anno sempre con Dantone e l’Accademia Bizantina nel Rinaldo messo in scena da OperaLombardia) a partire da Arianna Venditelli che ha vestito i panni di Serse e che ha regalato sin dal suo Ombra mai fu una prova di grande valore, sia a livello musicale che interpretativo. Ottima allo stesso modo la prova di Monica Piccinini che nei panni di Romilda, a suo agio nei virtuosismi della parte. Una conferma anche la prova di Francesca Aspromonte, impegnata nel vivace ruolo di Atalanta e dalla voce precisa e cristallina. Il contralto Delphine Galou vestiva in modo convincente i panni invece di Amastre, parte cantata con timbro vellutato e suadente. Marina De Liso è stata invece un corretto Arsamene. Completavano il cast il solido Ariodate di Luigi De Donato e lo spassoso Elviro di Biagio Pizzuti.
Punto debole dello è spettacolo è stata la regia di Gabriele Vacis. Il regista muove lo spettacolo su tre diversi piani: quello dell’orchestra (al livello della platea), quello del proscenio dove si muovono i cantanti e quello del palcoscenico. I cantanti si muovono in uno spazio estremamente ridotto, arredato come se fosse una specie di salottino che allo stesso tempo svolge la funzione di camerini con specchiere davanti alle quali si preparano di volta in volta i protagonisti (che sono comunque sempre presenti in scena). Solo di rado i cantanti salgono al livello del palcoscenico, livello che viene usato per proiezioni oppure riempito con movimenti scenici affidati ad un gruppo di professionisti e allievi. L’idea di base era quella di rendere con immagini e movimenti i sentimenti di volta in volta rievocati dai protagonisti come per esempio il desiderio di Atalanta rappresentato attraverso ragazzi che si inseguono oppure l’amore verso la natura rievocata costantemente come motore dell’azione attraverso le immagini di un platano ripreso per un intero anno nei suoi cambiamenti. Lo spunto è sembrato molto interessante, ma fatica un poco nel coinvolgere appieno lo spettatore, in quanto non sempre le immagini proposte risultano di facile comprensione ad una primissima visione. Buoni nel complesso scene, costumi e luci curate da Roberto Tarasco.
L’ottimo successo tributato dal pubblico alla fine della recita per tutti gli interpreti e per il maestro Dantone; non può che decretare come vinta questa scommessa dei teatri emiliani!
Teatro Municipale
Piacenza | 14 aprile 2019
Serse
dramma per musica in tre atti HWV 40
libretto anonimo da Xerse di Nicolò Minato adattato da Silvio Stampiglia
musica di Georg Friedrich Händel
nuova edizione critica a cura di Bernardo Ticci
Serse | Arianna Venditelli
Arsamene | Marina De Liso
Amastre | Delphine Galou
Romilda | Monica Piccinini
Atalanta | Francesca Aspromonte
Ariodate | Luigi De Donato
Elviro | Biagio Pizzuti
Accademia Bizantina
direttore al Clavicembalo | Ottavio Dantone
regia | Gabriele Vacis
scene, costumi e luci | Roberto Tarasco
aiuto regia | Danilo Rubeca