Nella cittadina termale di Baden Baden si è concluso con successo e con quasi 23mila presenze l’ormai consueto Osterfestspiele, il settimo in collaborazione con i prestigiosi Berliner Philharmoniker che per due settimane hanno incantato il pubblico all’interno dell’immensa Festspielhaus. La conclusione è stata affidata all’ultima recita della produzione operistica di quest’anno, Otello di Giuseppe Verdi in un allestimento di Robert Wilson diretto da Zubin Mehta.
Ad accogliere il pubblico in sala c’era sul sipario l’immagine di un enorme elefante (che di tanto in tanto ammiccava verso il pubblico). Una volta abbassate le luci, un video ci mostra il grande elefante mentre lentamente si accascia a terra. In sottofondo si sente solamente il fischio del vento. Sembra essere un’immagine precorritrice della caduta del Moro. Caduto l’elefante, ecco cominciare la tempesta iniziale mentre il palcoscenico veniva inondato dalla luce dei lampi e da fitta nuvola di nebbia. Finita la tempesta, la scena si tramuta nel consueto fondale blu tipico degli spettacoli di Wilson, dove è la luce a ricreare i diversi spazi di questa vicenda, insieme ad una grande sfera (che sembra essere quel “pianeta maligno” invocato da Iago nel primo atto) insieme ad alcuni elementi che ricordano l’architettura veneziana. È quando Iago spinge Otello verso il presunto tradimento di Desdemona che questa architettura si muove come se rispecchiasse la trama ordita dal perfido Iago. Quando ormai Otello è annientato dal sospetto, è questa stessa architettura a smembrarsi, come fossero schegge impazzite. Come sempre nelle produzioni del regista americano, i cantanti fronteggiano il pubblico e compiono movimenti minimi e calibrati, non si toccano mai e a malapena si guardano. Il coro è sempre in ombra, ad indicare quanto sia il dramma dei singoli ad essere al centro della vicenda. Ad uscire di forza da questo minimalismo è come sempre la musica e le emozioni che questa suscita nello spettatore. Verdi diventa così assoluto protagonista, anche grazie alla direzione di Zubin Mehta che perfettamente si adatta alla produzione di Wilson. Mehta ha saputo mettere in rilievo gli aspetti più intimi di questa complessa partitura, calibrando i momenti più “tempestosi”, senza dimenticare di tenere alta la tensione del dramma. Ottimi i Berliner Philharmoniker che hanno seguito alla perfezione le indicazioni del Maestro, imprimendo alla partitura verdiana una leggerezza emozionante.
Nella recita del 22 aprile purtroppo il tenore australiano Stuart Skelton era indisposto ed è stato sostituito da Marc Heller che aveva precedentemente partecipato alle prove e che quindi conosceva i movimenti registici previsti per la parte di Otello. Purtroppo l’onere della parte è notevole e nonostante un colore vocale caldo e brunito, specialmente nel registro centrale, il tenore americano sforza in alcuni momenti il registro acuto. E’ riuscito comunque a portare a termine una recita non prevista fino a poche ore prima e ha quindi comunque riscosso un buon successo. Vladimir Stoyanov si è imposto come ottimo Iago. Dizione precisa e voce capace di modulare i diversi caratteri di questo complicato e maligno personaggio. Trionfatrice della serata è stata però Sonya Yoncheva, protagonista di una commovente e intensa prova come Desdemona. La voce si dimostra omogenea in tutti i registri con acuti di rara bellezza ed una dizione precisissima. Estremamente coinvolgente la sua canzone del salice e la sua Ave Maria. Al termine della recita per lei scroscianti applausi. Buoni anche i comprimari raccolti accanto ai tre protagonisti, a partire dal sicuro e baldanzoso Cassio di Francesco Demuro per continuare con la misurata Emilia di Anna Malavasi e il Roderigo di Gregory Bonfatti. Concludevano il cast il Lodovico di Federico Sacchi, il Montano di Giovanni Furlanetto e l’araldo di Mathias Tönges. Ottima la prova “al buio” del Philharmonia Chor di Vienna così come preciso l’apporto del Kinderchor des Pädagogiums di Baden-Baden.
Buon successo al termine per tutti gli interpreti con grande entusiasmo per la prova di Sonya Yoncheva e di Zubin Mehta. L’appuntamento con il festival pasquale è quindi per il prossimo anno, quando Kirill Petrenko dirigerà i suoi Berliner Philharmoniker in Fidelio. Non mancheranno inoltre altri concerti diretti da Yannick Nézet-Séguin, Tugan Sokhiev e Herbert Blomstedt, oltre che ad un focus dedicato ai quartetti d’archi di Beethoven. Non ci resta che darci appuntamento al 2020!
Festspielhaus Baden-Baden
Baden Baden | 22 aprile 2019
Otello
dramma lirico in 4 atti
musica | Giuseppe Verdi
libretto | Arrigo Boito
Otello | Marc Heller
Desdemona | Sonya Yoncheva
Iago | Vladimir Stoyanov
Emilia | Anna Malavasi
Cassio | Francesco Demuro
Roderigo | Gregory Bonfatti
Lodovico | Federico Sacchi
Montano | Giovanni Furlanetto
Araldo | Mathias Tönges
Berliner Philharmoniker
Philharmonia Chor Wien
Kinderchor des Pädagogiums Baden-Baden
direttore | Zubin Mehta
regia, scene e luci | Robert Wilson
aiuto regia | Nicola Panzer
collaboratore alle scene | Serg von Arx
costumi | Jacques Reynaud & Davide Boni
collaboratore alle luci | Solomon Weisbard
trucco e parrucco | Manuela Halligan
drammaturgia | Konrad Kuhn
ph. Lucie Jansch