A più di vent’anni di distanza dall’ultima messa in scena (correva l’anno 1998 e La Fenice era ancora in esilio al PalaFenice al Tronchetto, per risalire all’ultima rappresentazione all’interno della Fenice dobbiamo invece andare al 1984!) è tornata sul palco della Fenice di Venezia l’Aida di Giuseppe Verdi in quello che ormai è lo storico allestimento firmato da Mauro Bolognini con le monumentali scene del grande scultore Mario Ceroli del 1978. Lo spettacolo, sebbene conti ormai 41 anni, mantiene intatta tutta la sua modernità (merito anche della sapiente ripresa di Bepi Morassi), mostrando una freschezza fuori dal tempo. Lontano dai soliti stereotipi sull’antico Egitto, Mario Ceroli (uno dei principali esponenti del movimento dell’Arte Povera) pensò per questa Aida una scena in legno su due livelli popolata dalle sue inconfondibili silhouette e solamente da tre piccole piramidi e due sfingi. Bellissime sia le luci di Fabio Barettin che contribuiscono ulteriormente ad esaltare la semplicità metafisica delle scene che i costumi di Aldo Buti, ispirati all’arte egizia e agli arcaismi di artisti come Massimo Campigli.
Passando alla parte musicale ottima la prova di Riccardo Frizza, alla guida dell’Orchestra della Fenice, che riesce a dare una lettura lontana dai soliti trionfalismi e che ha invece esaltato le pagine più intime, in piena continuità con la regia. Buona nel complesso la prova del terzetto dei protagonisti, che era composto dalle debuttanti Roberta Mantegna (Aida) ed Irene Roberts (Amneris) insieme a Francesco Meli, al debutto italiano nel ruolo di Radamès dopo il successo ottenuto a Salisburgo nell’estate del 2017. Roberta Mantegna, al netto di qualche piccola imprecisione ha tratteggiato una splendida Aida, grazie anche al bel timbro vocale. Più in difficoltà è parsa Irene Roberts, che tuttavia ha sopperito alle mancanze vocali con un’intensa prova scenica. Francesco Meli è stato un ottimo Radames ed ha affrontato in maniera spavalda e allo stesso tempo con grande espressiva il ruolo del condottiero egizio. Tra i vari comprimari da segnalare l’ottima performance di Roberto Frontali, che ha dato vita (e voce) ad un Amonasro di grande spessore. Buono anche l’apporto di Mattia Denti come re d’Egitto e della Grande Sacerdotessa di Rosanna Lo Greco.
Al termine dell’ultima recita di domenica 1 giugno il pubblico, che gremiva in ogni ordine il teatro veneziano, ha tributato un più che caloroso applauso all’intero cast, con vere e proprie acclamazioni nei confronti di Roberta Mantegna e Francesco Meli.
Teatro La Fenice
Venezia | 1 giugno 2019
Aida
Opera in quattro atti
libretto di Antonio Ghislanzoni
musica di Giuseppe Verdi
Il re d’Egitto | Mattia Denti
Amneris | Irene Roberts
Aida | Roberta Mantegna
Radamès | Francesco Meli
Ramfis | Riccardo Zanellato
Amonasro | Roberto Frontali
Gran sacerdotessa | Rosanna Lo Greco
Messaggero | Antonello Ceron
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Nuovo Balletto di Toscana
maestro concertatore e direttore | Riccardo Frizza
maestro del coro | Claudio Marino Moretti
regia | Mauro Bolognini
ripresa da Bepi Morassi
scene | Mario Ceroli
costumi | Aldo Buti
luci | Fabio Barettin
coreografo | Giovanni Di Cicco
ph. Michele Crosera