Andrea Chénier

L’Andrea Chénier di Giordano alla Royal Opera House di Londra!

Lo Chénier per la regia di David Mcvicar torna al Royal Opera House di Londra forte della presenza di Roberto Alagna (nel ruolo del titolo) e di Sondra Radvanovsky che non hanno affatto disatteso le aspettative nutrite nei loro confronti. Sul podio, in quest’occasione, c’è Daniel Oren che dirige con la solita perizia che lo contraddistingue, particolarmente evidente in questo repertorio. Pur non trattandosi di una lettura trascinante, si conferma un professionista in grado di tenere insieme orchestra e palcoscenico, senza mai penalizzare i solisti con dinamiche azzardate e clangori debordanti; buona come di consueto la prova del coro diretto da William Spaulding.   

La produzione, ripresa per l’occasione da Marie Lambert, conserva il fascino inalterato delle scene di Robert Jones arricchite dagli splendidi costumi di Jenny Tiramani (che azzarda accostamenti cromatici resi ancora più efficaci dal disegno luci di Adam Silverman). Una produzione che non si fatica a definire ideale, questa di Mcvicar, nella quale la regia aderisce al testo e alla musica con coerenza, intelligenza, creando un’azione ricca di particolari e focalizzandosi sulla recitazione dei singoli interpreti senza sfavorirne la concentrazione.

I primi due atti vedono Roberto Alagna (Chénier) colpire per la dizione chiara, la declamazione nobile e il canto generoso. L’Improvviso è accolto da un applauso scrosciante e la seconda parte è segnata da un Credi all’amor, Chénier, tu sei amato che non ha eguali nel panorama lirico odierno. Col procedere della serata una lieve tensione nel registro acuto si fa manifesta compromettendo leggermente l’esito di una serata che altrimenti sarebbe stata di autentico trionfo personale. Rispetto all’accoglienza dei primi due atti, anche il pubblico londinese, pur dimostrandosi partecipe, si mostra più contenuto nelle acclamazioni rivolte al tenore. Dimitri Platanias è un Gérard credibile, dotato di una bella voce, ben proiettata, anche se di volume contenuto. Canta con gusto, non abusa dei portamenti e dà significato alle frasi più declamate senza mai scadere in effetti veristici per anni abusati. Sondra Radvanovsky è una Maddalena che colpisce sia dal punto di vista vocale che scenico offrendo un’ottima prova in una parte non lunga ma molto incisiva. Nonostante il volume debordante è in grado di piegare la voce alle più sottili esigenze interpretative e recita con indescrivibile candore, a dispetto della la statura possente e della forme generos. Elena Zilio è una Madelon commovente, bravissima; Rosalind Plowright (La contessa di Coigny), a dispetto del nome celebre, non offre una prova indimenticabile. Menzione d’onore infine per l’ottima Christine Rice (Bersi) e i bravissimi David Stout (Roucher) e Carlo Bosi (Un incredibile).

Davide Marchetti


Royal Opera House
Londra | 9 giugno 2019

Andrea Chénier
dramma di ambiente storico
in quattro quadri

libretto | Luigi Illica
musica | Umberto Giordano

Andrea Chénier | Roberto Alagna
Maddalena di Coigny | Sondra Radvanovsky
Carlo Gérard | Dimitri Platanias
La mulatta Bersi | Christine Rice
La contessa di Coigny | Rosalinde Plowright
Madelon | Elena Zilio
Roucher | David Stout
Pietro Fléville | Stephen Gadd
Un “Incredibile” | Carlo Bosi
Fouquier Tinville | Eddi Wade
Mathieu | Adrian Clarke
L’abate | Aled Hall
Schmidt | Jeremy White
Dumas | German E. Alcantara
Maggiordomo | John Cunningham

Orchestra e Coro della Royal Opera House

direttore | Daniel Oren
maestro del coro | William Spaulding
regia | David McVicar
scene | Roberto Jones
costumi | Jenny Tiramani
luci| Adam Silverman
coreografia | Andrew George

 

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ph. © 2019 ROH. Photograph by Catherine Ashmore

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