l'Affare Makropulos all'Opernhaus di Zurigo

L’Affare Makropulos di Janáček all’Opernhaus di Zurigo

L’affare Makropulos di Janáček diretto da Jakub Hrůša e allestito da Dmitri Tcherniakov (al suo secondo Janacek a Zurigo dopo la Jenufa del 2012) inaugura la stagione corrente dell’Opernhaus. Nel cast Evelyn Herlitzius presta il proprio contributo nel ruolo della protagonista Emilia Marty, una parte da autentica primadonna dove la recitazione è preminente.

In termini quantitativi, Leoš Janáček è un compositore le cui opere sono state sin dal debutto una presenza costante nei teatri dell’Europa centrale grazie all’entrata in repertorio di due titoli: Jenufa e La piccola volpe astuta. Il libretto di Makropulos venne ricavato dall’omonimo dramma di Karel Čapek. Protagonista della vicenda è un personaggio singolare che noi conosciamo col nome di Emilia Marty, una cantante di successo. Si tratta in realtà di Elina Makropulos: tricentenaria grazie a una pozione che suo padre, medico personale dell’imperatore Rodolfo II, ha sintetizzato tre secoli prima. Sentendo che l’effetto della pozione sta svanendo, Emilia/Elina usa il suo fascino per rientrarne in possesso dei documenti con la formula per produrre dell’altra pozione. Alla fine, però, stanca di quest’esistenza priva di senso, vi rinuncia e i documenti sui quali è annotata la formula vengono dati alle fiamme. Composta nel biennio compreso tra il 1923 e il 1923, l’opera vide la luce al Teatro Nazionale di Brno l’anno seguente, il 26 dicembre del 1926.

Un impianto a scena unica per tutti e tre gli atti: questa la scelta di Dmitri Tcherniakov che, sin dal Don Giovanni di Aix-en-Provence (2010), l’Onegin del Bolshoi e la Iolanta di Parigi (2016), per citare tre suoi allestimenti iconici, predilige collocazioni altolocate di impronta borghese. La boiserie bassa alle pareti e la carta da parati, in tinta con le sedute, delineano uno spazio elegante, arricchito da una finestra che consente di variarne l’illuminazione (curata da Ernst Raffelsberger), altrimenti monocroma. Sul preludio una videoproiezione ci mette al corrente che una donna in fin di vita stila una lista delle cose da fare prima di morire. Alla fine la scena si scompone aprendosi su uno studio televisivo con tanto di pubblico sulle gradinate.  Nulla di nuovo all’orizzonte insomma. Il maestro Jakub Hrůša, classe 1981, affronta con professionalità una partitura insidiosa esaltando sia il lirismo sia i versi più significativi di un libretto verboso e invasivo. Evelyn Herlitzius affronta con grande impegno e disinvoltura il ruolo di Emilia Marty, sforzandosi di dare rilievo drammatico a frasi quali “sempre e solo morte”, e riesce con grande spontaneità a non risultare affettata nel modo di porsi e a trovare la quadratura del cerchio con invidiabile stile e senso della misura.  Il resto del cast si attesta a un ottimo livello con menzione per Tómas Tómasson (L’avvocato Kolenaty), Scott Hendriks (Jaroslav Prus), Deniz Uzun (Krista) e Spencer Lang (il giovane Janek Prus).

Grande successo al termine della recita. Le prossime recite avranno luogo il 6 (h14), 9, 13, 17, 22 ottobre prossimi.


Opernhaus
Zurigo | 28 settembre 2019

Die Sache Makropulos
Opera in tre atti di Leoš Janáček
Libretto di Leoš Janáček dalla commedia di Karel Čapek

Emilia Marty | Evelyn Herlitzius
Albert Gregor | Sam Furness
Vítek, Kanzleivorsteher bei Kolenatý | Kevin Conners
Krista, seine Tochter | Deniz Uzun
Jaroslav Prus | Scott Hendricks
Janek Prus, sein Sohn | Spencer Lang
Dr. Kolenatý, Advokat | Tómas Tómasson
Theatermaschinist | Ruben Drole
Putzfrau | Irène Friedli
Hauk-Schendorf | Guy de Mey
Kammerzofe | Katia Ledoux
Philharmonia Zürich
Zusatzchor des Opernhauses Zürich
Statistenverein am Opernhaus Zürich

direttore | Jakub Hrůša I
regia e scene | Dmitri Tcherniakov
costumi | Elena Zaytseva
luci | Gleb Filshtinsky
Video-Design | Tieni Burkhalter
maestro del coro Ernst Raffelsberger
Dramaturgia | Beate Breidenbach

ph. Monika Rittershaus

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