Aida Busseto - Festival Verdi 2019

Festival Verdi 2019 | Aida

Rappresentare la più colossale tra le opere di Verdi in un teatro che è una bomboniera?
Si … può … fare!!!

Torna in scena nel minuscolo e delizioso Teatro Verdi di Busseto l’Aida voluta e curata da Franco Zeffirelli in persona, che ha progettato questo impianto scenico monumentale ma in miniatura appositamente per il piccolo teatro della città verdiana per eccellenza, in occasione del centenario della morte del compositore. Le sue scenografie sono stupende, trasporano lo spettatore nell’antico Egitto per qualche ora e riescono ad evocare luoghi e storie, in perfetta armonia con libretto e spartito. Chi dice che i fondali dipinti e le scene tradizionali sono superati e anacronistici dovrebbe vedere questa Aida. La regia è stata ripresa da Stefano Trespidi, che guida i cantanti alla ricerca dell’espressività dei movimenti scenici e le masse corali nell’angusto spazio del palcoscenico, ingombro di scenografie. Le luci di Fiammetta Baldiserri sono sempre una garanzia, anche se in questo allestimento marcatamente tradizionale non ha molto spazio libero per creare e per far correre la fantasia, come fa di solito in altre produzioni, con ottimi risultati. I costumi incantevoli sono di Anna Anni, ripresi da Lorena Marin.

Nell’incanto di questa cornice scenica si inserisce una compagine di canto corretta, che porta a casa la serata più che dignitosamente. La protagonista è Burcin Savigne, con una bella voce di soprano lirico, dotata di un ottimo volume e capace di delicati pianissimi e ottimi filati. Molto sicura negli acuti, riesce anche a rendere ottimamente le dinamiche della partitura, trasmettendo i sentimenti di questo personaggio molto sfaccettato e combattuto tra l’amore per la Patria e l’amore per Radames. In alcuni punti risulta un po’ troppo chiara e mostra alcune piccole disomogeneità nel passaggio tra il registro centrale e quello grave, in particolare sulla frase “Numi pietà” che deve ripetere molte volte in momenti diversi dell’opera. Ottimo il duetto tra le due rivali in amore, Aida e Amneris (Maria Ermolaeva) che sfoggiano entrambe voci sonore e squillanti, accompagnate da grande trasporto nei movimenti scenici. Maria Ermolaeva ha una bellissima voce scura, sonora, generalmente ben proiettata, con note di petto pienissime e incisive. Non tutte le note sono sempre ben a fuoco, e in alcuni momenti tende un po’ a ingolare il suono. Nonostante ciò, la scena dell’anatema contro i sacerdoti del  quarto atto è stata un capolavoro, sia per espressività del canto che per intensità e passione della recitazione. Il giovane tenore Denys Pivnitskyi è un Radames convincente e baldanzoso. Ascoltandolo viene da chiedersi quanti acuti a piena potenza possa reggere una voce umana in una sola sera. A quanto pare, tanti. Non si risparmia e non si tira mai indietro, una voce potente che nel piccolo teatro di Busseto risuona enormemente. Sicuro negli acuti, nitidi e affrontati senza esitazioni. Mirabili i pianissimi, come quello sul finale di Celeste Aida. Potentissima la riuscita del duetto con Aida del terzo atto, così come il terzetto seguente quando giunge il padre di lei. Ogni tanto qualche suono più grave appare un po’ meno pieno e qualche suono un po’ sgraziato, forse perché cantato con troppa potenza o con passione da opera verista. Alcune frasi del terzo e quarto atto potrebbero essere curate di più, senza foga di farle uscire e spingendo un po’ meno. Ma questo possiamo perdonarlo a un giovane cantante con una voce strepitosa che va tenuto d’occhio perché, se continua a studiare e ad affinare il suo mezzo vocale così dotato di natura, avrà davanti una luminosa carriera. E’ stato molto apprezzato anche l’Amonasro di Krassen Karagiozov, che ha cantato molto bene: voce ricca e profonda, ben educata, ottimo uso del declamato e buona presenza, uniti a un buon fraseggio  e alla capacità di trasmettere il significato delle parole con il canto. Molto coinvolgente e credibile nel duetto tra padre e figlia del III atto, davvero ottimamente riuscito per merito di entrambi gli interpreti. Promosso a pieni voti. Renzo Ran è un Re dalla bella voce che ha cantato bene la sua parte; potrebbe essere un po’ più espressivo scenicamente in un ruolo più coinvolgente di quello, in verità molto rigido, del Faraone. La voce del giovane Andrea Pellegrini (Ramfis) è piacevole e ricca di suoni scuri, ben udibile seppur di volume non ampissimo; apprezzato anche per la bella presenza scenica. Molto buono il messaggero di Manuel Rodríguez. Corretta anche la Sacerdotessa di Luana Grieco nei suoi interventi dal sapore mistico. Ottima prestazione del Coro del Teatro Comunale di Bologna, preparato dal Maestro Alberto Malazzi: sempre precisi e dal volume che impressiona davvero, in un teatro di così piccole proporzioni. Ha diretto la riuscitissima serata il Maestro Michelangelo Mazza, alla testa dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, che ha suonato sempre bene, riuscendo a gestire i volumi per dare all’opera la necessaria grandeur, ma senza mai soverchiare i cantanti né portarli a spingere troppo per passare l’orchestra. Di sicuro, non è facile suonare musiche così vigorose in un teatrino così piccolo: è necessario un lavoro accurato per dosare le forze e favorire la buona riuscita dello spettacolo. I momenti più intimi di quest’opera dalla duplice faccia sono stati resi altrettanto bene che quelli più spettacolari, usando la musica come accompagnamento al fluire della voce e delle emozioni dei protagonisti.

Tanti applausi alla fine della rappresentazione e qualcuno anche a scena aperta, da parte di un pubblico grandemente composto di stranieri, che hanno apprezzato questa Aida memorabile, che tutti i veri melomani dovrebbero poter vedere almeno una volta nella vita.

Roberto Cighetti


Festival Verdi
Teatro Regio
Parma 18 ottobre 2019

Aida
Opere in quattro atti su libretto di Antonio Ghislanzoni
musica di Giuseppe Verdi

Aida | Burçin Savigne
Radamés | Denys Pivnitsky
Amonasro | Krassen Karagiozov
Amneris | Maria Ermolaeva
Ramfis | Andrea Pellegrini
Il Re | Renzo Ran
Un messaggero | Manuel Rodriguez
Una sacerdotessa | Luana Grieco

Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna

direttore | Michelangelo Mazza
maestro del coro | Alberto Malazzi
regia | Franzo Zeffirelli
ripresa da Stefano Trespidi
luci | Fiammetta Baldiserri
coreografie | Luc Bouy

 

teatroregioparma.it

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