Clemenza di Tito - Theater an der Wien

La clemenza di Tito di Mozart al Theater an der Wien

Dopo la Rusalka inaugurale dello scorso settembre, la stagione del Theater an der Wien prosegue con una nuova produzione scenica de La clemenza di Tito di Mozart. Tra le recite, si alterna anche una concertante della Merope di Broschi. In entrambe si esibisce il controtenore David Hansen, rispettivamente come Sesto e come Epitide. 

A firmare la regia di questa Clemenza è Sam Brown, che gli spettatori italiani ricorderanno per un infelice allestimento de I Capuleti e i Montecchi nell’autunno del 2012 (quello ambientato tra il degrado e le violenze di un campo nomadi, per intenderci). Alle prese con questa produzione mozartiana, il regista inglese fa un buon lavoro, costruisce una gestualità dedicata ad ogni singolo interprete, e si limita a narrare i fatti così come esposti nel libretto senza aggiungervi nulla. L’impianto scenico è curato da Alex Lowde e, laddove la scena unica (posta su piano rotante e illuminata a neon) rischia di essere monotona, intervengono gli splendidi video di Tabea Rothfuchs. 

Stefan Gottfried, sul podio, è un giovane direttore che predilige tempi rapidi e si segnala per la sensibilità con cui sostiene i solisti. Interviene sui recitativi, apportando qualche lieve taglio al fine di renderne più semplice la scansione ai solisti che, salvo Jeremy Ovenden, il protagonista, non si fanno certo valere per un italiano impeccabile. Ad essere in difficoltà è soprattutto Nicole Chevalier alle prese col temibile ruolo di Vitellia. Il primo atto è all’insegna di luci ed ombre. L’intonazione non è perfetta e compromette la riuscita di Deh se piacer mi vuoi. La sua prova va comunque in crescendo e, a dispetto delle riserve, le consente comunque di guadagnarsi un buon successo personale sia dopo Non più di fiori che al termine dello spettacolo. David Hansen (Sesto) è un controtenore che si sta facendo spazio nella scena odierna. Non si risparmia mai e riesce sia nel canto spianato che nella coloratura. La voce non è male pur con qualche evidente limite di volume. Il fraseggio è curato, la presenza scenica convincente. A rivelarsi ottimo è Kangmin Justin Kim (Annio), dotato di un timbro adamantino. Mari Eriksmoen è una Servilia delicata che fraseggia con perizia di stile e un italiano ammissibile. Venendo al protagonista, ci si può ritenere soddisfatti per come delinei un personaggio a tutto tondo: voce, stile e interpretazione concorrono a tributargli un notevole successo personale, ampiamente meritato. Il Concentus Wien, l’orchestra impegnata in quest’occasione, segue Gottfried alla perfezione così come l’eccellente Arnold Schönberg Chor, diretto da Erwin Ortner. 

Il prossimo titolo della stagione dell’an der Wien è La vestale di Spontini (dal 17 novembre), diretta da Bertrand de Billy, con Michael Spyres (Licinio) ed Elza van den Heever.


Theater an der Wien
Vienna | 19 ottobre 2019

La clemenza di Tito
dramma serio per musica in due atti
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
libretto di Pietro Metastasio

Tito | Jeremy Ovenden
Vitellia | Nicole Chevalier
Servilia | Mari Eriksmoen
Sesto | David Hansen
Annio | Kangmin Justin Kim
Publio | Jonathan Lemalu
Berenice | Stina Quagebeur

Concentus Musicus Wien
Arnold Schoenberg Chor

direttore | Stefan Gottfried
maestro del coro | Erwin Ortner
regia | Sam Brown
scene e costumi | Alex Lowde
coreografia | Stina Quagebeur
luci | Jean Kalman
video | Tabea Rothfuchs

 

theater-wien.at

 

ph.  ©Werner Kmetitsch

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