La Fondazione Prada di Milano, dopo la spettacolare mostra dello scorso anno dedicata all’arte del Novecento italiano, torna ad ospitare quello che senza dubbio è l’evento espositivo dell’anno. Stiamo ovviamente parlando della mostra curata dal regista Wes Anderson e dalla moglie Juman Malouf Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori che arriva nella sede milanese della Fondazione Prada dopo la prima tappa al Kunsthistorisches Museum di Vienna; la mostra è infatti frutto di anni di lavoro, di confronti e di ricerca della coppia di curatori, in collaborazione con i conservatori del museo viennese (museo da dove provengono le più di cinquecento opere presenti in mostra). La mostra cerca di riflettere sui motivi più profondi del collezionismo, proponendo letture inedite dei rapporti tra i vari oggetti, reperti ed opere d’arte, ben lontane dalla tradizionale interpretazione proposta dal museo viennese.
In mostra il visitatore è letteralmente avvolto dalle opere d’arte raggruppate per tipologia, per similitudine o per assonanze (cromatiche, formali o di significato). Si parte con una raccolta di ritratti, tra i quali spiccano il Ritratto di Isabella d’Este di Rubens e il Ritratto di Filippo II di Alonso Sanchez Coello, per continuare con una piccola sala interamente dedicata alla ritrattistica infantile, in cui si sono radunati una ventina di ritratti di fanciulli e infanti di casa Asburgo (oltre ad una splendida armatura per bambino risalente al 1568/1570 e proveniente da Innsbruck). Una sala interamente “verde” accosta invece innumerevoli reperti, oggetti e dipinti accomunati dal colore verde: troviamo qui esposti tra i tanti oggetti un costume per Hedda Gabler di Henrik Ibsen accanto allo splendido dipinto di Bernardino Luini raffigurante la Salomè con la testa del Battista. Il vero cuore della mostra (e probabilmente una delle sale più più affascinanti e meglio riuscite) è però il piccolo gabinetto rosso: una vera e propria camera delle meraviglie in cui sono esposti più di 130 oggetti preziosi delle più disparate origini e provenienze, dalle monete antiche ai cammei imperiali passando per bronzetti, avori, reliquiari e strumenti musicali. Da non perdere, in mezzo alla moltitudine di opere esposte l’impressionante busto marmoreo dell’imperatore Leopoldo I realizzato da Paul Strudel o ancora il ritratto marmoreo di una matrona romana del I secolo e ovviamente il minuscolo Sarcofago di Spitzmaus che dà il titolo alla mostra.
Lo splendido allestimento a metà strada tra una Wunderkammer e un museo propone un percorso in penombra tra padiglioni, stanze e vetrine, come a voler ricostruire un labirintico scrigno che conserva gelosamente i suoi tesori.
Unica nota dolente è il catalogo che accompagna la mostra; più che un vero e proprio catalogo si tratta di uno splendido libro d’artista, dichiaratamente ispirato al Boîte en-valise di Marcel Duchamp, che riunisce diversi materiali come disegni e illustrazioni, oltre ai testi dei curatori e dei conservatori dei musei; uno splendido oggetto da collezione difficilmente avvicinabile dal grande pubblico dato il proibitivo prezzo.
Una mostra-evento assolutamente da non perdere sia per la quantità di capolavori ma soprattutto per gli spunti di riflessione che possono nascere a seguito di un’operazione così interessante e vasta!
Fondazione Prada
Milano | 20 settembre 2019 – 13 gennaio 2020
Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori
a cura di Wes Anderson e Juman Malouf
allestimento di Itai Margula